Ricorsi Anief per inserimento a pettine: il Tar Lazio si priva della giurisdizione
Data: Mercoledì, 25 gennaio 2012 ore 14:14:12 CET
Argomento: Sindacati


Ma salva gli effetti processuali e sostanziali (ordinanze cautelari e commissariali) se il ricorso sarà riproposto al giudice del lavoro entro tre mesi, quando sarà emesso un giudizio che dovrà tenere contro della sentenza del giudice delle leggi in subiecta materia.
Tutti i ricorsi 4340/09, 4341/09, 4342/09, 5065/09, 5067/09, 5068/09 5069/09, 5070/09, 5071/09, 5072/09, 5073/09, 5074/09, 5075/09, oggetto delle decisioni prese il 24 gennaio 2012 dai giudici del Tar Lazio, saranno depositati nei prossimi giorni presso il giudice ordinario su istanza dei ricorrenti che sono stati già convocati per la firma del mandato da parte dei legali Anief individuati nel territorio.        
        Come avevamo preannunciato, i giudici del Tar Lazio si sono privati, con sentenza semplificata, della giurisdizione in sede di decisione di merito dei ricorsi seriali presentati dall’Anief, preso atto delle recenti decisioni dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato e delle sentenze delle Sezioni Unite della Cassazione. Tuttavia, nel solco di quanto sempre dichiarato dall’Anief, hanno ricordato nella premessa come sia intervenuto già il giudice delle leggi nella decisione di merito sulla questione del mancato trasferimento a pettine dei ricorrenti nelle tre province di coda, e nel dispositivo finale come i provvedimenti cautelari e commissariali presi da loro stessi in questi due anni rimangano attuali e vigenti, nel caso in cui, entro tre mesi, gli stessi ricorsi saranno ripresentati al Giudice del lavoro.
I ricorrenti Anief, pertanto, rimangono inseriti a pettine come rimane commissariata l’amministrazione che deve subito ottemperare a quanto disposto dalla magistratura.
Considerati i possibili elevati costi a carico dello Stato per i ricorsi che, per mero scrupolo difensivo, Anief notificherà già entro un mese richiedendo la conferma dei provvedimenti ottenuti, invitiamo il Miur a sbloccare nei prossimi giorni, subito, i posti accantonati e, in auto-tutela, ad accettare una proposta conciliativa per i ricorrenti patrocinati, al fine di evitare non soltanto una condanna certa alle spese, per ogni singolo ricorrente, ma anche una dura condanna per lite temeraria, essendo la questione definita giuridicamente e per legge.
Proprio in un momento di crisi economica, non è più comprensibile scaricare sulle tasche dei contribuenti le colpe di una cattiva amministrazione che ha seguito in passato scellerate trattative sindacali, motivate dall’interesse di un solo partito politico che ha agito in contrasto con la Costituzione e l’Europa.     (da Anief)

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