Anief risponde al Sen. Pittoni sui nuovi abilitati da inserire nelle GaE
Data: Martedì, 24 gennaio 2012 ore 08:03:56 CET
Argomento: Sindacati


L’inserimento dei 23mila abilitati nelle graduatorie ad esaurimento è una vittoria di civiltà. Chi ha interessi localistici farebbe bene a farsene una ragione.
Ancora una volta, però, il sindacato deve fare i conti con chi ha a cuore solo gli interessi di una parte territoriale del personale scolastico: tra questi c’è il Senatore Mario Pittoni, Capogruppo della Lega Nord in Commissione Istruzione del Senato, che sulla strategia vincente dell’Anief, accolta e promossa da diversi parlamentari, pone ancora una volta degli interrogativi provocatori. Per tranquillizzare i diretti interessati ed informare l’opinione pubblica, il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, ha deciso di rispondere punto su punto a tali affermazioni.  
       A proposito del quesito relativo al fatto se sia “giusto permettere ai nuovi docenti abilitati di poter scegliere la provincia di inserimento conoscendo perfettamente i punteggi di tutti gli altri candidati già inseriti”, Pacifico ritiene che la stessa procedura “è stata adottata nel 2008 proprio dall’ex maggioranza del Senatore Pittoni quando agli specializzati del IX ciclo fu consentito l’inserimento nelle graduatorie: in quella occasione il suo partito ne votò l’inserimento”.
Queste le altre risposte al Senatore.
PITTONI: “Nel precedente aggiornamento era stato garantito che le graduatorie ad esaurimento sarebbero state bloccate per 3 anni senza nuovi aggiornamenti o nuovi inserimenti. Come giustificare la nuova decisione che va in direzione diametralmente opposta?”.
PACIFICO: “Si sta procedente esattamente come già accaduto nella provincia autonoma di Trento, dove, sebbene le graduatorie fossero stato chiuse per cinque anni, il Consiglio Provinciale emendò la norma vista la palese disparità di trattamento, aprendo eccezionalmente le graduatorie”.
 
PITTONI: “Cosa rispondere a un docente che ha scelto una determinata provincia nell'aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento dell'anno scorso e a questo punto potrebbe ritrovarsi scavalcato da nuovi inseriti?”
PACIFICO: “La Corte Costituzionale già dal 2004 ha chiarito che non è l’anzianità di maturazione del titolo a poter garantire l’assunzione dallo Stato, ma il punteggio conseguito”.
 
PITTONI: “Avrebbe o no diritto questo docente a vedersi confermare in tribunale un diritto che, nel momento in cui aveva fatto domanda, gli veniva garantito e che adesso non risulterebbe più riconosciuto (non potendo modificare la sua posizione in graduatoria, ma dovendo subire l'inserimento di nuovi candidati)?”
PACIFICO: “L’inserimento dei nuovi abilitati si attuerà per il prossimo anno scolastico e non per quello in corso”.
 
PITTONI: “Al ministero dell’Istruzione ci si rende conto che aprendo le graduatorie diventa difficilissimo, se non impossibile, reclutare docenti attraverso concorso, poiché ci sarà costantemente una massa enorme a reclamare i posti (che nel tempo sono destinati a essere sempre meno) disponibili in conseguenza dei pensionamenti?
PACIFICO: “Al Senatore Pittoni dovrebbe interessare prima di tutto il rispetto della Costituzione italiana”.
A proposito dello scenario prefigurato dal Senatore Pittoni sulle conseguenze dell’emendamento approvato (“offrire alle associazioni di avvocati specializzate nel settore, un’altra occasione per intascare milioni di euro” e la presentazione di “decine di migliaia di ricorsi che immancabilmente gli insegnanti delle liste ad esaurimento (oltre 200mila) ‘scaricherebbero’ in tribunale), il Presidente Pacifico dichiara che “nessun ricorso è stato fatto o vinto contro gli specializzati del IX ciclo inseriti nelle graduatorie. Non si vede perché oggi dovrebbe andare diversamente”.
Riguardo, infine, alla improbabile riforma prospettata dal Senatore Pittoni di introdurre una riforma sul reclutamento che preveda “l’inserimento dei nuovi abilitati nella “sezione aperta” di albi a carattere regionale” (…) “con il punteggio derivante dal concorso, che sarà su direttive nazionali - uguali per tutti - ma gestito a livello regionale”, il Presidente dell’Anief sostiene che “nessun senso avrebbe reclutare secondo criteri residenziali contrari alla mobilità dei lavoratori sancita dalla costituzione. Se si attuasse un modello come quello prospettato dalla Lega, allora sì che si avrebbero migliaia di ricorsi”.
   (da Anief)

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