Forze oscure della mafia tengono in scacco la Sicilia favoriti anche dalla dabbenaggine degli studenti
Data: Domenica, 22 gennaio 2012 ore 13:27:46 CET
Argomento: Opinioni


Non è la prima volta che succede;  ma dieci anni fa, quando si verificò un analogo fenomeno di una serrata degli autotrasportatori, non emerse con chiarezza quello che invece ora è divenuto solare a tutti e cioè che i poteri occulti e malavitosi hanno alzato il tiro ed entrano direttamente in politica a faccia scoperta e con l’arroganza della intimidazione e della violenza sociale.
Non si tratta di una rivolta di popolo ma di una vessazione contro il popolo che non ha niente a che vedere con i vespri siciliani ma assomiglia all’indipendentismo post bellico della bandiere dell’AVIS a seguito dei carri armati degli Alleati o alle lupare e alle coppole dei massacratori di Portella Delle Ginestre. La cartina di tornasole è che una rivolta che affama un popolo non ha niente a che vedere con una insurrezione partigiana contro gli invasori.
E le istituzioni o meglio quello che resta della scassata macchina amministrativa, sia statale sia regionale, stanno a guardare paurose e timorose. Chi sono e che cosa fanno i 9 prefetti e i 9 questori dell’isola?
Francesco Messineo, procuratore capo di Palermo. “È un allarme al quale dovrà darsi la massima attenzione perché se Confidustria ha questo tipo di cognizione del problema la cosa è della massima serietà e non può essere trascurata”. Pietro Grasso. “Servono indagini approfondite -  ha spiegato il procuratore nazionale antimafia - per capire se dietro il movimento che in questi giorni sta paralizzando il commercio in Sicilia ci sia la criminalità organizzata”. L'impressione non è favorevole in quanto “in tutte le aree del Paese dove c’è una forte presenza criminale - ha aggiunto Grasso -, c'è il rischio che questa si possa infiltrare nei fenomeni sociali ed economici”.
Il senatore del PD Enzo Bianco lancia un appello:  "Il movimento dei forconi ha comunicato che la protesta sarà fermata, ponendo fine ad una situazione ormai intollerabile. Se così non fosse - afferma il senatore del PD Enzo Bianco - chiedo al ministro dell'Interno di intervenire per porre fine al blocco. E per fermare le infiltrazioni della criminalità organizzata in alcune sedi della protesta come Paternò, Augusta e Lentini dove mi viene riferita la presenza di esponenti delle cosche mafiose catanesi. Hanno ragione il segretario nazionale del Pd Bersani e il segretario regionale Lupo: questa situazione di lotta e di illegalità non è tollerabile. La protesta ha già causato troppi danni alla Sicilia. Tantissime imprese - aggiunge Bianco - sono state costrette a chiudere, anche in queste ore, per mancanza di approvvigionamenti. E cittadini e lavoratori hanno subito un disagio pesantissimo. Occorre ripristinare subito la normalità".
Che cosa si aspetta a commissariare per almeno tre anni da parte dei carabinieri l’isola e a chiedere l’intervento dell’esercito?
Non c’è altra soluzione se non, come pubblicato dal direttore Mieli del Corriere della Sera, dichiarare il default da parte delle istituzioni e della società civile, ammesso e non concesso che ci sia ancora in Sicilia una società civile, visto che abbiamo assistito solo a pulsioni di una organizzata società incivile.
Ricorderete tutti che ad Agrigento nel 2005 arrivo l’acqua solo dopo che un generale dei carabinieri fu nominato commissario del locale acquedotto, perché riuscì a bloccare il furto legalizzato dell’acqua da parte dei contadini allacciati tutti abusivamente alla condotta principale. Basterebbe nominare ora 300 ufficiali dei carabinieri al posto dei 300 sindaci per rimettere in moto i comuni paralizzati dal malaffare.
E in questo parapiglia subito gli studenti siciliani, compresi quelli dei licei nobili, che cosa hanno fatto se non lasciarsi coinvolgere dai movimenti dei “ forconi” e dalle cosche mafiose e scendere in strada anche loro in segno di solidarietà, senza sapere perché, a fare casino e baldoria e cosa spregevole a Palermo a bruciare le bandiere dell’Italia in piazza.
Perché i docenti siciliani non riescono a educare gli studenti siciliani e a spiegare loro la tormentata storia di questa isola? Forse non la conoscono neanche loro!”
E i presidi siciliani impotenti a telefonare e faxare alla Digos e alle Prefetture per chiedere il ripristino dell’ordine senza alcun riscontro.
E i giornalisti siciliani, piccoli mestieranti del web be della carta stampata che nessuno legge, a stare dappresso al clamore e alla notizia senza sapere e capire che cosa e chi si trovavano davanti; anche loro inconsapevoli strumenti della strategia delle cosche.
Nonostante i partiti, o quello che resta dei partiti collusi, nonostante i sindacati ,o quello che residua della burocrazia sindacale ignorante, nonostante la confindustria e tutta la filiera delle associazioni professionali emettessero flebili comunicati stampa di allerta e di preoccupazione per il dispiegarsi del fenomeno sotto i loro occhi, la popolazione si è lasciata prendere ostaggio, ed è ritornato il clima di rassegnazione atavico per l’impotenza e l’insipienza che attanaglia tutti gli strati, compresi gli intellettuali.
Si perché i docenti e le 1.110 scuole della Sicilia avrebbero dovuto rappresentare la trincea di legalità e di opposizione alla mafia e allo strapotere dei poteri malavitosi e invece…
Che ce ne facciamo di 1.100 scuole autonome incapaci di programmare il riscatto morale e civile dell’isola quando non riusciamo neanche a sottrarre alla mafia la leadership sulle nuove generazioni? Nessun comunicato dall’USR Sicilia e dai 9 Ambiti territoriali neppure per far vedere e far notare la loro esistenza.
Ma è mai possibile che i sindacati della scuola in Sicilia sprecano tutte le loro energie per la sciocca battaglia delle rsu in una competizione che è una pagliacciata autentica aizzando il personale contro i dirigenti scolastici accusati di essere i padroncini come se la scuola fosse una falegnameria o un supermercato?
E’ mai possibile che i 90 deputati dell’ARS pensino solo  ai propri lauti stipendi e ai propri privilegi e si dichiarino impotenti davanti allo sfascio dell’isola?
Per quale tragico e baro destino dobbiamo restare sempre pezzenti e inconcludenti e arrenderci dinanzi a quello che riteniamo essere ineluttabile?
Salvatore Indelicato







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