Edilizia, disabili e scuola infanzia: tre problemi, tre risorse
Data: Mercoledì, 18 gennaio 2012 ore 01:00:00 CET Argomento: Istituzioni
Come va la
scuola italiana? Un po’ meglio senza il ministro Gelmini e il suo fido
Massimo Zennaro? Sì, certamente sì. Dal ministro Profumo, dai
sottosegretario Rossi Doria e Ugolini sono arrivati segnali importanti
di ascolto, ma non basta. Lo sottolinea la dichiarazione della
portavoce della Rete degli Studenti Sofia Sabatino, quando chiede, in
tema di sicurezza scolastica, di passare dalle parole ai fatti: “Il 35%
delle scuole –scrive Sabatino, nella nota che abbiamo pubblicato-
risultano essere ‘non a norma’, un dato inaccettabile per un paese
civile, una drammatica realtà che nel corso degli anni ha causato
incidenti e stragi come quella di San Giuliano, in cui morirono 27
bambini o quella di Rivoli in cui morì un ragazzo, Vito Scafidi”.
L’edilizia scolastica è una delle grandi emergenze nazionali, e ha
ragione Francesca Puglisi, responsabile Scuola Pd, quando chiede che
per gli edifici non a norma, i comuni possano derogare dal ‘patto di
stabilità’, e spendere soldi che hanno già, attivando, peraltro, una
miriade di cantieri in tutta Italia.
Ci sono anche altre emergenze. Come vogliamo chiamare, ad esempio,
quella che nega a tutti gli studenti un pari diritto allo studio e,
quindi, pari opportunità? Leggetevi l’articolo di Alex Corlazzoli sugli
alunni disabili e gli insegnanti di sostegno, nel blog de Il Fatto
Quotidano, e pensate a quante persone sono cittadini a metà in questa
nostra Italia democratica, civile e moderna. Corlazzoli non si inventa
nulla: sono i dati Istat contenuti nel rapporto “L’integrazione degli
alunni con disabilità nelle scuole primarie e secondarie di primo grado
statali e non statali” che evidenziano come “circa il 10% delle
famiglie di alunni con disabilità ha fatto ricorso per avere un aumento
delle ore di sostegno”.
Corlazzoli, infine, punta l’indice sulle tecnologie digitali poco
presenti: “l’informatica è ancora inutilizzata, nonostante la
tecnologia svolga un processo di facilitazione didattica per questi
allievi. Sono ancora più di un quarto le scuole primarie e secondarie
di primo grado che non hanno postazioni informatiche adattate”.
Chiudiamo le segnalazioni di articoli, con un ultima emergenza: in
Italia la scuola dell’infanzia è a macchia di leopardo, la Gelmini se
ne disinteressava, perché tanto non era scuola dell’obbligo e quindi
chissenefrega, il Pd chiede invece che l’educazione 0-6 anni diventi da
servizio a diritto, per tutti i bambini e le bambine, da nord a sud.
L’articolo che vi invito a leggere è di Tuttoscuola, il titolo ci
racconta già tutto: “In Sicilia un bambino su tre va alla scuola
dell’infanzia solo al mattino”.
L’estensore sottolinea come l’Europa abbia “impegnato i Paesi aderenti
a conseguire il massimo di scolarizzazione possibile (almeno il 95%)
per i bambini frequentanti la scuola dell’infanzia. Più tempo scuola,
più formazione. La scuola dell’infanzia statale è già al di sopra di
questo obiettivo, ma 100 mila bambini (su oltre un milione) frequentano
la scuola solo al mattino, a orario ridotto, una possibilità che da
sempre ha rappresentato un’eccezione, ammessa dalla legge come diritto
delle famiglie.
Fino a qualche anno fa la media nazionale di bambini che frequentavano
la scuola dell’infanzia solo al mattino arrivava a malapena al 9%. Ora,
invece, supera il 10%, complice la crisi economica che induce diverse
famiglie a risparmiare sulla retta di frequenza, rinunciando alla mensa
scolastica.
A quella media nazionale del 10% concorrono, molto più di altre, tre
regioni (Sicilia, Puglia e Lazio) che hanno elevate quantità di bambini
frequentanti la scuola solo il mattino. Senza l’apporto di quelle tre
regioni la media nazionale scende al livello fisiologico del 2%. In
Sicilia la percentuale raggiunge il 34,5% (un bambino su tre con
frequenza ridotta). Un dato che non dipende solo dalle scelte delle
famiglie, ma, quasi certamente, dalla mancanza (e non da oggi) di
servizi di mensa in molte scuole. Servizi che, per legge, sono di
competenza dei Comuni”.(di Giovanni Belfiori da Pd)
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