Ridurre i licei
Data: Domenica, 15 gennaio 2012 ore 16:06:28 CET Argomento: Rassegna stampa
Sarebbero
oltre 40 mila i posti che salterebbero se la proposta del
sottosegretario al Miur, Marco Rossi Doria, venisse accolta e cioè
quella di ridurre di un anno il percorso scolastico. Il taglio dovrebbe
riguardare l'istruzione secondaria di secondo grado che da cinque anni
passerebbe a 4, in linea con la riforma dell'allora ministro Luigi
Berlinguer che però aveva individuato nella media la riduzione, benchè
nelle sue intenzioni doveva essere una scuola propedeutica al biennio
comune dal quale si sarebbe ripartita la specializzazione triennale per
ciascun liceo, dal classico al tecnologico. A 17 anni dunque, secondo
Rossi Doria, i ragazzi concluderebbero la loro avventura
scolastica, ma la concluderebbero pure tanti insegnanti, precari e no,
che si vedrebbero senza lavoro, già falcidiato dal riordino epocale
degli ex ministri Gelmini e Tremonti, ma che farebbero
risparmiare allo Stato ben oltre 1 miliardo e 200 milioni di euro, a
parte quelli già tolti alla scuola. Si potrebbe tuttavia sempre
sostenere che l'interesse della istruzione è rivolto all'utenza e non
già al personale, per cui se la proposta ha risvolti migliorativi
perchè non attuarla?
Perchè, sostengono i sindacati, è un ulteriore passo verso gli
abbandoni e la disoccupazione giovanile (che farebbero un anno in più a
casa?), e anche perchè i ragazzi si troverebbero con un anno in meno di
approfondimento culturale, mentre le università, e l'improbabile mondo
del lavoro, accoglierebbero minorenni non del tutto svezzati. Eppure,
sostiene il sottosegretario, nei paesi civili del mondo il percorso
scolastico dura 12 anni e non 13, mentre di contro propone di salire
l'età dell'obbligo che, ridotto dalla Gelmini da 16 a 15 anni di età,
si porterebbe a 17, praticamente ogni ragazzo non sarebbe obbligato
solo ad accedere all'università. Il ministro Profumo non si sarebbe
espresso perchè per lui ciò che conta è oliare il sistema non già
modificarlo, mentre la riduzione di un anno ha diviso il Pd forse
perchè i suoi dirigenti hanno avvertito, a seconda della sensibilità,
il doppio fumus: da un lato quello del vecchio ministro e
dall'altro quello guerrigliero dei precari che sono già abbastanza, e a
ragione, incarogniti. L'impressione complessiva che si coglie, anche di
fronte a proposte simili, è quella dello sbandamento, della mancanza di
omogeneità di vedute per riportare la nostra scuola ai suoi antichi
onori, come del resto sta accadendo anche con l'economia e il
commercio. Si naviga a vista e ogni scoglio sembra un'isola, mentre la
rotta per formare insegnanti-scienziati e aggiornare i vecchi non pare
affatto segnata tra le carte nautiche del Miur. (da La Sicilia del
15/01/2012)
Pasquale Almirante
p.almirante@aetnanet.org
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