Il Prof in cassa integrazione: prove pratiche per distruggere la scuola pubblica
Data: Domenica, 15 gennaio 2012 ore 10:34:04 CET
Argomento: Redazione


La cassa integrazione guadagni (CIG) è un istituto previsto dalla legge italiana, consistente in una prestazione economica (erogata dall'Inps) in favore dei lavoratori sospesi dall'obbligo di eseguire la prestazione lavorativa o che lavorano a orario ridotto. L'istituto è stato introdotto nell'ordinamento per la prima volta con decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 12 agosto 1947, n. 869, che conteneva disposizioni sulle integrazioni salariali, poi ratificato con modificazioni dalla legge 21 maggio 1951, n. 498. Infine, la legge n. 223 del 1991 ha modificato alcuni parametri restringendo i tempi di concessione della CIG, al fine di reprimere eventuali abusi. La ratio legis è quella di venire incontro alle aziende che si trovino in momentanea difficoltà, sgravandole in parte dei costi della manodopera temporaneamente non utilizzata. Negli ultimi tempi, anche il mondo della scuola non è esente da tali meccanismi, infatti, il ministero dell’Istruzione ha firmato una convenzione con l’Inps che permetterà  a molti docenti precari e ad altre migliaia di lavoratori non di ruolo della scuola (amministrativi, tecnici ed ausiliari) , che rimarranno disoccupati a seguito dei tagli agli organici decisi dall’ex governo, di percepire mensilmente uno stipendio ridotto. la Legge di Stabilità approvata il 12 novembre scorso alla Camera, nella norma sul personale del pubblico impiego, scuola e università, prevede per il personale in esubero la mobilità territoriale, anche intercompartimentale; ma anche il ricorso alla “cassa integrazione” e, in ultima analisi, l’ipotesi del licenziamento. La possibilità di attuare la mobilità territoriale e il ricorso alla “cassa integrazione”, sino all’ipotesi del licenziamento, dopo due anni di messa in disponibilità con il diritto a un'indennità pari all'80% dello stipendio, possono essere considerate dai più  condizioni inique, perché introducono nel pubblico delle norme applicate nel comparto privato “dimenticando” però fondamentali regole del mercato del lavoro, come, ad esempio, il licenziamento dei manager di azienda, responsabili della mancata produzione. Tempi duri per quei professori in odore di esubero, tempi duri per tutto il sistema scolastico, tempi duri per una buona e serena didattica, tempi duri per tutti gli studenti desiderosi di apprendere, tempi duri per tutti, tranne che per quella casta politica ed economica, miope ed arrogante, che ci sta dilaniando giorno dopo giorno.

Aldo Domenico Ficara
aldodomenicoficara@alice.it





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