Profumo tiene a battesimo l'Agenda digitale italiana
Data: Venerdì, 13 gennaio 2012 ore 12:55:43 CET
Argomento: Rassegna stampa


Priorità a sanità, scuola, ambiente e cultura. Intanto Viale Trastevere dà il via al progetto Scuola in chiaro: "Passo importante verso gli open data"
Inizia a prendere forma l’agenda digitale del goveno Monti. In occasione della presentazione del progetto “Scuola in chiaro”, il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Francesco Profumo ha annunciato che il ministero - a cui è stata affidata l’attività di coordinamento dell’Innovazione – sta lavorando alla definizione dei progetti prioritari. “Stiamo definendo le priorità sul versante dei servizi – ha precisato Profumo – Il nostro impegno sarà dirottato verso settori come la sanità, la mobilità, l’ambiente, il turismo e la cultura, oltre ovviamente alla scuola”. Focus anche sui servizi di e-government la cui messa a punto sarà decisa in collaborazione con il ministero della Funzione e della Semplificazione. Come detto dal ministro Patroni Griffi in commissione Affari Costituzionali della Camera, al dipartimento per la Digitalizzazione e Innovazione tecnologica (Ddi) sarà affidato il ruolo di “collante” tra i due dicasteri.     
                              Per quanto riguarda invece il versante delle reti - altro elemento chiave dell’agenda digitale - il ministro dell’Istruzione ha ricordato che il ministero dello Sviluppo economico si è già attivato “per il proseguimento della realizzazione e dell’attuazione del Piano Nazionale per la Banda Larga, bandendo, tramite Infratel-Invitalia, il quarto bando di gara per la progettazione esecutiva e la realizzazione di infrastrutture costituite da impianti in fibra ottica per una rete a banda larga”.

Il bando, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 29 dicembre 2011, riguarda le regioni Sicilia, Basilicata, Campania, Molise, Lazio, Marche, Toscana, Sardegna e Veneto.
L’importo complessivo dei lavori supera i 69 milioni di euro e si inserisce nel quarto intervento attuativo che prevede un investimento di oltre 95 milioni per l’abilitazione all’offerta dei servizi a larga banda, mediante la costruzione di circa 2.000 km di rete in fibra ottica in oltre 400 aree comunali e sub comunali, in prevalenza in zone ad alta intensità rurale e distretti produttivi, per una popolazione potenzialmente servita di oltre 358.000 cittadini.

Nel programma digitale che il Miur sta dettagliando a fare la parte del leone saranno le smart city, il cui bando – ha detto Profumo – “sarà lanciato già la prossima settimana”.  All’interno delle iniziative legate alle città intelligenti si ascrive anche “Scuola in chiaro”.

“Vogliamo rendere la scuola trasparente e euesto processo va inserito in un contesto più ampio, che contempli l’intero orizzonte della ‘smart city’, cioè di una città in cui i servizi ai cittadini siano accessibili, trasparenti, condivisi – ha sottolineato – Pertanto, il Miur renderà disponibili i dati in possesso del proprio sistema informativo, mentre lascerà alle scuole, nella loro autonomia, la diffusione dei risultati sulle valutazioni degli apprendimenti e dell’offerta formativa.

“In questa prospettiva sarà altrettanto importante che la scuola entri a pieno diritto nell’innovazione del sistema Paese – ha proseguito il ministro - adeguandosi alle esigenze educative delle nuove generazioni di studenti, che ci chiedono competenze digitali, linguistiche, organizzative e logiche all’insegna della massima innovazione”.
Attivo da oggi, il servizio “Scuola in chiaro, tramite sul sito del Miur, fornirà dati continuamente aggiornati su ogni istituto: con l’inserimento online di alcune semplici info le famiglie potranno iscrivere i figli alla scuola prescelta. Il progetto coinvolgerà 11mila scuola e circa 2 milioni di famiglie.

“Scuola in chiaro – ha spiegato Profumo – rappresenta il primo passo verso una PA più moderna e trasparente, che tramite Internet, mette a disposizione dei cittadini tutti i dati per accedere ai servizi. Questo strumento rappresenta anche un’occasione per istituzioni scolastiche, che potranno fornire tutti i dati sull’offerta didattica e la qualità, con l’auspicio che il confronto reciproco inneschi meccanismi di miglioramento dell’intero sistema, così come nelle filosofia degli open data”. Il programma a lungo termine del Miur, infatti, è quello non solo di rendere accessibili i dati via Web ma anche utilizzabili, dando la stura all’open government.
di Federica Meta
  (da http://www.corrierecomunicazioni.it)

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