Zazzera (Idv) chiede soluzioni concrete per la scuola
Data: Mercoledì, 11 gennaio 2012 ore 12:52:11 CET Argomento: Rassegna stampa
"Non si può
parlare di scuola nuova senza prima sanare i danni provocati dal
precedente Governo, che ha smantellato il percorso formativo e ha
destabilizzato la professione degli insegnanti".
Ne è convinto Pierfelice Zazzera, deputato dall'Italia dei valori che,
ieri, nel corso dell'audizione del ministro dell'Istruzione Francesco
Profumo presso la Commissione Cultura della Camera, ha avuto modo di
sottolineare la situazione di "20mila insegnanti esclusi dalle
graduatorie ad esaurimento, privati di ogni diritto, senza dignità,
insegnanti invisibili espulsi dal processo
formativo".
Zazzera ha chiesto al ministro come intenda risolvere con urgenza un
problema che riguarda l'eguaglianza di insegnanti plurilaureati ed in
possesso di titoli abilitanti, oggi espulsi dalle scuole, aggiungendo
che l'Italia dei valori chiede un confronto sui contenuti e soluzioni
concrete a tutte quelle criticità che restano irrisolte e stanno
affliggendo il sistema scolastico "distrutto – ha detto - dalle
politiche dei tagli del ministro Gelmini".
Relativamente all'audizione, poi, Zazzera ha commentato che è stata "solo aria fritta con
preoccupanti silenzi". "Preoccupa – ha aggiunto il deputato - il
silenzio del ministro Profumo sui disastri provocati nella scuola dal
ministro Gelmini. Silenzio assoluto sul maestro unico che noi dell'IDV
chiediamo di abrogare ritornando al sistema modulare della scuola
elementare tanto invidiato da altre nazioni europee. Così come neppure
una parola sui precari della scuola laddove noi dell'Italia dei Valori
chiediamo il rispetto della normativa comunitaria, direttiva 1999/70 CE
sulla stabilizzazione degli insegnanti precari che lavorano da oltre
tre anni. Serve un piano triennale di stabilizzazioni per sanare
definitivamente il precariato e ripartire con un nuovo modello di
scuola pubblica. Fonti ministeriali parlano – ha proseguito il
dipietrista – di un taglio per il 2012 di altre 1.300 cattedre, i 2/3
delle quali nelle regioni a più alto rischio criminalità. Come si può
pensare di sconfiggere l'illegalità, se invece di aprire nuove scuole
chiudiamo le poche che ci sono? Ho manifestato al Ministro – ha
aggiunto – i dubbi su un concorso annunciato con la fanfara, ma che
rischia una paurosa ritirata. Un concorso riservato ad una platea molto
ristretta di insegnanti considerato che la riforma previdenziale con
l'allungamento del pensionamento farà uscire dalla scuola meno
personale. Non ci accontentiamo di soluzioni tecniche – ha concluso –
per la scuola servono soluzioni politiche forti e coraggiose, serve la
volontà di investire concretamente nel futuro del paese e nei suoi
giovani per garantire crescita e sviluppo reale. L'impressione è che
questo governo non lo abbia capito, esattamente come non lo ha capito
il precedente". (da
http://www.iltaccoditalia.info)
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