Tecnologia in aula
Data: Domenica, 08 gennaio 2012 ore 14:46:53 CET Argomento: Rassegna stampa
Ci sono dei
processi culturali irreversibili che si possono solo procrastinare nel
tempo ma mai impedire che si diffondano e questo sta accadendo con le
nuove tecnologie multimediali che, se per un verso stanno lentamente
invadendo le nostre abitudini più comuni e la nostra interazione
col mondo, dall’altro stentano invece a coinvolgere l’universo della
scuola. Cosa che apparentemente è una insanabile contraddizione proprio
perché le conoscenze che hanno cambiato la storia, come la
scrittura, sono partite dalla scuola, come pure i primi contatti
coi libri e con l’altro da sé. Quando infatti si parla con rimpianto
dell’antico prestigio di cui godeva il maestro, si dimentica spesso di
sottolineare che lui era il titolare quasi unico della cultura e della
conoscenza, era fra i pochi a leggere il giornale o ad avere
dimestichezza con la matematica e comunque con tutto ciò che con la
sapienza aveva a che fare. Spia di quanto diciamo è un famoso libro che
riporta le lettere dal fronte della prima guerra mondiale, le quali
erano lette e scritte non già dal titolare della missiva ma dai pochi
commilitoni che sapevano di lettere.
Una sapienza quasi stregonesca in mano a pochi e mediante la quale
costoro si accattivavano la riconoscenza e il rispetto della grande
massa analfabeta. Nel terzo millennio assistiamo invece a un quasi
capovolgimento di questo antico prestigio, proprio perché l’uso
dei mezzi di conoscenza e di sapere, senza neanche accorgercene, è
passato, riferendoci all’ambito scolastico, dai vecchi tenutari
assoluti della cultura, gli insegnanti, agli alunni che spesso fanno
docenza ai docenti delle nuove tecnologie. A parte la conclamata
critica sulla età dei nostri professori, che sono i più vecchi
d’Europa, e che quindi stentano ad adeguarsi con le astruserie
tecnologiche, sembra sia arrivato il tempo che la scuola prenda
ufficialmente atto che la didattica, così come finora è stata
impostata, debba prendere altre vie e soprattutto deve fare i conti con
gli strumenti tecnologici che la scienza ha messo sul mercato. Superato
il vecchio Pc, ma in moltissime realtà queste macchine sono
ancora insufficienti per tutti, in alcune scuole si stanno
sperimentando gli iPad e gli eReader e pare con sensibile
successo dovuto, non solo alla curiosità che ispirano, ma anche al
totale stravolgimento del modo di insegnare. Tre sembrano i punti
principali di forza: i ragazzi sono fortemente motivati perché sono
chiamati a sviluppare nuove competenze coi loro abituali mezzi di
comunicazione; si sentono docenti perché hanno molto da insegnare ai
loro prof.; gli insegnanti sono costretti a nuove avventure e a nuovi
modelli valutativi. Va da sé che anche il vecchio dramma della schiena
curva sotto il peso dei libri nello zaino cede il posto a un tablet di
soli 400 grammi dove tutto l’universo creato e pure quello futuribile è
straordinariamente a portata di mano.
Pasquale Almirante
da La Siclia dell'8/1/2012
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