Introdurre nei programmi scolastici corsi di educazione ai ''media''
Data: Mercoledì, 04 gennaio 2012 ore 13:14:30 CET
Argomento: Rassegna stampa


In occasione di un convegno, durante la Giornata Nazionale per i Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza, è stato redatto un documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sulla tutela dei minori nei mezzi di comunicazione. Il documento in questione propone di introdurre nei programmi scolastici corsi di educazione ai “media” affiancati da una specifica attività di formazione e aggiornamento rivolta ai docenti e ai genitori sui rischi che possono derivare ai minori. Tra i consigli indicati: vietare gli spot pubblicitari nei programmi destinati ai bambini; oscurare le emittenti che mettono in onda trasmissioni nocive per gli adolescenti o, in alternativa, prevedere una sanzione pecuniaria molto elevata; attribuire al Garante Nazionale per l'Infanzia le funzioni e i poteri in materia di tutela dei minori nei media, attualmente frammentate tra diverse istituzioni, sono gli altri suggerimenti, già resi noti a fine settembre, che la Commissione intende portare all'attenzione del nuovo governo e sui tavoli di discussione europea. "Se non scriviamo i livelli essenziali di assistenza delle prestazioni sociali - ha fatto notare la vicepresidente della stessa commissione, Anna Serafini - non saremo in grado di aiutare né il Garante né i minori". L'altra vicepresidente della commissione, Gabriella Carlucci, ha posto l'accento sul bombardamento di spot pubblicitari a cui sono sottoposti i ragazzi e sulle insidie della rete (40 milioni di pagine con immagini pornografiche, presenza di siti deleteri come, ad esempio, quelli che inneggiano all'anoressia). E a proposito dell'impatto televisivo, Franco Mugerli Presidente del Comitato Media e Minori, ha reso noto che l'Italia rischia una procedura d'infrazione da parte della Commissione Europea in tema di protezione dei minori in tv. Un "fortissimo interesse ad avere un rapporto continuativo con la Commissione" è stato espresso dal sottosegretario al Lavoro Cecilia Guerra che, sulla scorta di alcuni dati relativi all'uso di cellulari, internet e videogiochi da parte dei giovanissimi, ha sottolineato come sul fronte della tutela dei minori "sarebbe necessario fare un investimento più grosso di quello fatto finora". Da parte sua il Garante Nazionale per l'Infanzia, Vincenzo Spadafora, ha indicato i binari su cui intende muoversi - ascolto e partecipazione - evidenziando l'opportunità di portare avanti, pur in condizioni non facili, un lavoro coordinato tra tutti i soggetti a vario titolo coinvolti: Comuni, Regioni, ministeri, Garanti, operatori.( Fonte www.lasiciliaweb.it )

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