“Sono fuori dal tunnel dei neutrini”. Maria Stella Gelmini si confessa con Libero. E parla anche della famosa gaffe
Data: Lunedì, 02 gennaio 2012 ore 14:59:32 CET Argomento: Rassegna stampa
E’ una
Maria Stella Gelmini davvero inconsueta, quella che decide di
confessarsi a Serena Bertuzzi di Libero. Misurata, simpatica, persino
autocritica in alcuni punti. Si vede che qualche esperto d’immagine ha
cominciato a lavorare sulla nuova politica, quella della campagna
elettorale più dura per i santoni del Popolo delle Libertà, che
dovranno far dimenticare agli elettori inferociti le disgrazie del
governo Berlusconi. Ecco domande e risposte dell’ex ministro della
pubblica istruzione:
Parla di comunicazione e mi vengono in mente i neutrini… Il
famoso tunnel «tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso
il quale si sarebbe svolto l’esperi – mento che ha messo in dubbio
Einstein, e «cui l’Italia» – cito il comunicato delMiur- «ha
contribuito con 45 milioni di euro». Una gaffe mostruosa, 520mila
contatti sulla rete in un pomeriggio. Una figura colossale. Sono in
malafede o è quello il problema di comunicazione cui si riferisce?
«Guardi, è stata una tragicomica assurda. Unofa due riforme
dell’istruzione, lavora come un matto dalla mattina alla sera, si
costruisce una credibilità e in un attimo succede il disastro».
Può dirci come è andata davvero?
«Era il giorno delle congratulazioni ufficiali, una cosa di prassi che
si fa regolarmente inunministero in presenza di una scoperta
importante. Ero al Quirinale, non mi ricordo neanche per che cosa.
Sapete benissimo come funziona, un ministro mica può passare al
setaccio e approvare tutti i comunicati stampa del mondo. Chi dice il
contrario mente. Il comunicato io l’ho visto purtroppo, mail giorno
dopo. Lì ho capito la grande forza della rete e la capacità della
sinistra di strumentalizzare qualunque cosa. Un casino incredibile. Mi
ha dato molto fastidio».
Adesso si può dire: chi è il colpevole?
«Non so ancora chi abbia materialmente scritto quel comunicato ma la
responsabilità è stata sicuramente di chi gestiva i rapporti con la
stampa, anche perché l’er rore più grosso l’ha commesso nel successivo
comunicato. Si è parlato di “polemica strumentale” ma forse bastava
scusarsi e fare un po’ di ironia».
Neutrini e Cern. Un pretesto per darvi addosso o l’inizio della fine?
«Era chiaro il tentativo di fare cadere il governo su qualunque cosa
potesse tornare utile allo scopo. Sui neutrini come sullo spread. Era
in atto una crisi gigantesca ma l’unico obiettivo era far cadere il
governo del Cavaliere. Quel che è avvenuto dopo ci hareso giustizia.
Non è bastato Monti per abbassare lo spread. Non è bastata la sua
credibilità internazionale a evitarci una manovra lacrime e sangue.
Certo, anche noi abbiamo fatto i nostri errori: non lo nego. La riforma
delle pensioni, per esempio, dovevamo farla prima».
E qui non può non essere sottolineata l’implicita critica a chi quella
riforma l’ha fermata. La Lega e Tremonti.
Cosa ha pensato delle lacrime della Fornero?
«Credo sia stata un’emozione sincera, consapevole, un tocco di umanità
in un governo molto tecnico».
Lei ha mai pianto?
«Mi è capitato ma nella situazione più grave in cui può trovarsi un
ministro. Ero all’inizio del mandato. E a Rivoli morì uno studente per
il crollo del soffitto della scuola, la cosa mi colpì molto».
Cosa pensa delle quote rosa dell’attuale governo?
«Mi sembrano ministre molto competenti anche se mi ha dato fastidio il
distinguo che è stato fatto tra loro e noi. Sulle donne del governo
Berlusconi ci sono stati molti pregiudizi, forse perché la Carfagna
veniva dal mondo dello spettacolo, forse perché io non ero stata
insegnante. Come se una giovane e di bella presenza non possa essere
anche un ministro valido. Era capitato anche ai tempi della Melandri.
Non che questo tipo di critica mi abbia mai turbato troppo. Per noi
parlano i risultati: io le riforme le ho fatte, la Carfagna è stata un
buon ministro alle pari opportunità, la Meloni si è distinta per il
sostegno ai giovani e la Prestigiacomo ha fatto bene alle politiche
ambientali».
Governo Berlusconi, i tagli di Tremonti, le liti per le spese dei
ministeri. Le ricorda qualcosa?
«Sicuramente con Tremonti le tensioni ci sono state anche se l’ho
sempre stimato molto. Ricordo divergenze di opinioni e scambi di
battute pesanti. D’altronde uno è un ministero di spesa, l’altro no.
Però devo dire che i contrasti con lui sono stati intensi all’inizio,
poi la lotta agli sprechi l’ho condivisa anch’io. Vede, sono fiera di
aver fatto parte di un governo che anziché aumentare le tasse ha
tagliato le spese».
Che scuola frequenterà Emma?
«Ho sempre rifiutato la divisione tra scuola statale e scuola privata,
tutte le scuole sia statali che privatehanno una funzione pubblica
importantissima che è quella dell’istruzione e questo indipendentemente
da chi le gestisce. Per lei sceglierò una buona scuola, è chiaro.
L’importante è che le dia una buona formazione, che la sproni e la
valorizzi».
Farà il liceo?
«Non lo so. Mi sembra una bimba creativa molto estroversa, farà quello
che si sente, senza dubbio sarà qualcosa di creativo».
Cosa le ha regalato a Natale?
«Cose utili, vestiti, c’era da rifare il guardaroba. Ai giochi ci
pensano i nonni».
La sobrietà di Monti applicata ad Emma?
«La prego…».
Me la dice la critica o l’accusa che le ha dato più fastidio in questi
anni?
«Quando mi hanno detto che il governo lavorava contro i giovani. Non
solo eravamo in linea con l’Europa ma lavoravamo per togliere i giovani
dal precariato. C’è stata una grande strumentalizzazione, e molta
ingiustizia. Fa parte del gioco delle parti però colpisce e fa male. La
carta igienica nelle scuole, per esempio, manca oggi comemancava tre
mesi fa.Eppure nessuno scende in piazza a protestare. Le dice
qualcosa?». (da http://www.giornalettismo.com)
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