Gent.mo Preside Gianni Zen, per raggiungere obiettivi didattici strategici ci vuole “testa” non sussidiarietà
Data: Domenica, 01 gennaio 2012 ore 10:30:06 CET
Argomento: Redazione


Il preside Gianni Zen nel suo ultimo articolo, del 27 dicembre 2011, pubblicato sulle pagine di ilsussidiario.net, dal titolo “Un nuovo concorso? Il sistema migliore per moltiplicare i mali della scuola”, evidenzia il fatto che non crede più ai maxi-concorsi, al valore taumaturgico dello Stato e delle sue propaggini amministrative, centrali-ministeriali o periferiche-regionali. La taumaturgia (parola formata a partire dal greco θαῦμα thaûma, tema thaumat-, "miracolo" e ἔργον érgon "lavoro") è un ramo della religione che si occupa dei prodigi e dei miracoli, appunto gli stessi miracoli che non fanno, e non hanno mai fatto, parte del complesso mondo della scuola, con o senza i tanti sventolati elementi di sussidiarietà. Il principio di sussidiarietà, infatti, tanto nella sua dimensione orizzontale o sociale, quanto in quella verticale o istituzionale dovrebbe sancire il passaggio dallo "Stato per i cittadini" allo "Stato dei cittadini", in altre parole si dovrebbe assistere alla trasformazione di uno Stato da soggetto astratto e formale a soggetto pubblico responsabile di un patto con i cittadini ( tempo fa ho fatto da telespettatore, in una trasmissione di Bruno Vespa, ad un patto con i cittadini italiani, ed oggi assisto alle macerie economico-finanziarie provocate da quel patto ) essenzialmente finalizzato a garantire agli stessi pienezza di diritti individuali e sociali, efficaci risposte ai bisogni e quindi pienezza di cittadinanza. Tutte promesse dall’elevato fascino istituzionale, ma di differente attuazione nelle diverse regioni del nostro Bel Paese, con tutto vantaggio verso quelle aree industrializzate del nord, che oggi sono sede dei più importanti centri di ricerca e sviluppo dell’innovazione tecnologica italiana. Gent.mo Zen, condivido le Sue perplessità sui modelli attuativi di tale trasformazione epocale del mondo dell’istruzione, soprattutto quella tecnica e professionale, e al suo dubbio sul  rischio reale di scuole ed enti locali che, in stile mafioso, imbroglino le carte, aggiungo il mio sulla possibilità che le stesse scuole ed enti locali, in stile leghista, possano fare di peggio. Nel meridione, nonostante i dati delle indagini OCSE-PISA, si raggiungono livelli di assoluta qualità didattica, anche in un sistema centralista del sapere nazionale, grazie all’abnegazione e alla passione di Professori e Dirigenti Scolastici, che con le loro competenze riescono a supplire qualche inefficienza, sempre presente in qualsiasi attività umana. Le parlo per esperienza diretta, viste le mie attività didattiche e divulgative sull’ innovazione tecnologica,  ideate dalla stupenda terra di Sicilia, e che coinvolgono centri di eccellenza tecnologica anche della sua regione, come Veneto Nanotech con sede a Padova, la cui collaborazione con il mio blog “Dieci alla meno nove” dura ormai da diversi anni (http://www.venetonanotech.it/it/news-eventi/nanotecnologie-news/ ), o come  INCA (consorzio Interuniversitario Nazionale Chimica per l’Ambiente ) con sede a Venezia, di cui mi onoro essere autore della rivista ufficiale GREEN (http://www.incaweb.org/green/news/text/news0049.htm ). A volte le dinamiche di ricerca didattica ci portano ad interfacciarsi  con centri di ricerca che non sono residenti nella provincia o regione di operatività, a volte, in un contesto di globalizzazione, anche l’intero territorio nazionale ci può andare stretto. Di conseguenza una parcellizzazione  del sapere, da nazionale a comunale, potrebbe avere riscontri di non facile previsione, nonostante l’organizzazione della migliore delle reti scolastiche possibile. Concludo con un semplice ragionamento, il Veneto e altre regioni limitrofe, come il Trentino, che Lei riporta sempre come esempio di sussidiarietà efficiente, qualche decennio fa, si sono lasciati scappare una delle migliori competenze italiane nel settore della microelettronica, quella di Federico Faggin ( progettista del primo microprocessore INTEL 4004 ), che ha fatto le fortune della INTEL e di tutta l’informatica statunitense, forse  una maggiore sinergia nazionale, nel riconoscimento delle professionalità tecnico scientifiche, ci avrebbe fatto guadagnare diverse decine di  punti di PIL, con buona pace del titolo V.

Aldo Domenico Ficara
aldodomenicoficara@alice.it





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