Cattivi pensieri sul precariato: una massa di persone da mungere, ricattare e illudere.
Data: Venerdì, 30 dicembre 2011 ore 11:53:45 CET
Argomento: Opinioni


Sul precariato scolastico il nostro è stato il paese del cambiar le carte in tavola a ogni cambio governo, a ogni variare della direzione del vento, il paese in cui la politica ha fatto più volte incursioni, un paese di leggine ad hoc, di abilitazioni riservate, del dividere i precari in fasce per categorie e sottocategorie, il paese in cui si sono salvaguardati, per fini elettoralistici, interessi di gruppi di precari a scapito di altri, il paese delle graduatorie eterne, il paese del precariato strutturale, funzionale alla politica ( voto di scambio), ai sindacati tutti ( mercato delle tessere), ai gruppi politici e sindacali di base e ai coordinamenti cosiddetti antagonisti che usano il precariato solo per riempire le piazze ( massa di manovra), alle università ( mercato dei titoli), alle scuole non statali siano esse laiche o  cattoliche ( mercato dei punti in cambio di lavoro semigratis), agli avvocati per le incongruenze di atti amministrativi con cui si traducono i diktat della politica ( mercato dei ricorsi);  il precariato docente, a multistrati, oggi è ancora “attenzionato” dalla politica e dai sindacati, si vuole generare un ulteriore precariato con un concorso oggi intempestivo costoso quanto inutile che si prospetta come un nuovo business per tutto il sottobosco che prolifera ad ogni concorso, quando c'è ancora squilibrio tra domanda e offerta di lavoro, quando ci sono docenti in graduatoria in lista di attesa da anni, per mera propaganda e per ignoranza del fenomeno quanto per non supponente arroganza.
Oggi il tecnico Profumo e tanti soggetti che hanno fiutato il business propongono di novellare un concorso a cattedre per illudere giovani laureati e vendere un po’ di fumo, nuovi Dulcamara a vendere nelle piazze mediatiche elisir di futuro insegnamento e nuova disoccupazione, questo ministro, cosiddetto tecnico, come i ministri che lo hanno preceduto, i partiti, i sindacati , certe associazioni politicizzate di “precari politicanti” ( attivi in rete perché inattivi in piazza),ebbene essi vogliono un precariato eterno, vogliono una situazione immutabile in  secula seculorum, non vogliono affrontare in modo radicale e organico i problemi, oscillando a tal fine  tra la proposizione propagandistica di una nuova stagione concorsuale, esibita come una palingenesi o all’opposto un ritorno ottuso e regressivo alle vecchie graduatorie permanenti, spacciato come una soluzione di equità e di giustizia per tutti.

Libero Tassella
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