Ue a Italia, usi meglio fondi per giovani. Barroso, serve riforma mercato per dare prospettive
Data: Luned́, 26 dicembre 2011 ore 18:32:21 CET
Argomento: Rassegna stampa


La disoccupazione giovanile e' un fenomeno ''drammatico'' che i governi europei devono affrontare con decisione nel 2012 perche' rischiano di perdersi per strada una generazione, di far levitare l'esclusione sociale e di continuare a perdere due miliardi di euro alla settimana, perche' tanto costano all'Europa i cinque milioni di giovani oggi senza impiego: l'appello a ''riformare il mercato del lavoro per agevolare l'ingresso dei giovani'' arriva oggi dal presidente della Commissione Ue Jose' Barroso, determinato assieme al commissario all'Occupazione Laszlo Andor a dare uno scossone ai 27. E in particolare all'Italia, che potrebbe utilizzare meglio i suoi fondi Ue per combattere un fenomeno particolarmente grave al Sud.                     
La disoccupazione giovanile e' un fenomeno che in Italia diventa sempre piu' preoccupante: secondo gli ultimi dati Eurostat, la Spagna resta al top della classifica europea con il 48%, e l'Italia la segue con il 29,3%, a fronte di una media che nell'Eurozona si assesta al 21,2%.

Per affrontare queste cifre che costano alla Ue due miliardi alla settimana, cioe' circa l'1% del pil europeo, la Commissione invita gli Stati a ''prendere misure immediatamente''. In particolare, chiede di utilizzare i 30 miliardi del fondo sociale europeo ancora non sfruttati. Un invito che per l'Italia vale piu' che per gli altri, secondo Andor, per affrontare un fenomeno che riguarda soprattutto il Sud del Paese: ''Per affrontare il problema della disoccupazione giovanile, soprattutto al Sud Italia, serve un utilizzo migliore dei fondi Ue'', ha detto oggi il commissario.

Bruxelles vuole quindi vedere sfruttati i 30 miliardi del fondo soprattutto per assicurare che i giovani non siano lasciati in balia della sfavorevole congiuntura economica che rischia di escluderli dal mondo del lavoro e quindi sempre di piu' dalla societa'. Tra le iniziative che propone la Commissione, uno schema che garantisca ai giovani impiego o formazione entro quattro mesi dalla fine della scuola, l'aumento del 10% entro il 2013 dei praticantati retribuiti, il sostegno alle imprese messe su da giovani, l'incentivo al lavoro in un altro Stato membro, attraverso una formazione ad hoc, visto che tra oggi e il 2020 si libereranno 73 milioni di posti di lavoro per personale qualificato.

La Commissione, che ormai non si fida piu' degli Stati, avverte che ''valutera''' le iniziative dei governi, che vuole vedere inserite nei progetti nazionali di riforma del 2012, per poterle giudicare entro il Consiglio affari sociali di aprile 2012.       (AnsaEuropa)

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