Di gambe proprie ....
Data: Lunedì, 26 dicembre 2011 ore 07:00:00 CET
Argomento: Redazione


Cari lettori, questo è il primo Natale che trascorriamo insieme e nel porgervi gli auguri oso rispondere con una affermazione al famosissimo interrogativo di Pappagone, la maschera creata dal grande attore Peppino De Filippo: ''Siamo vincoli o sparpagliati''? Secondo me non è impossibile essere sia vincoli che sparpagliati. Cioè, ciascuno di noi ha il diritto -   dovere di coabitare nello stesso territorio e diventare soccorritore dell’altro, ma al tempo stesso dobbiamo permettere di riconoscerci come esseri umani con la necessità di occupare all’interno della società un ruolo in senso lato che ci porti verso un processo d’indipendenza dall’altro cosicché da crescere in piena autonomia fino alla fine del nostro percorso terreno. Gli ostacoli nel fare questo balzo di qualità sono tanti ma non bisogna darla vinta. Deve arrivare e arriverà di certo, quel momento nel quale urge andare da soli verso i nostri sogni, ma essenzialmente verso ciò che ci torna utile e necessario per affrontare la concretezza della Vita. Secondo il mio giudizio, se davvero vogliamo mutare da esseri umani prigionieri ad uomini e donne liberi, dobbiamo correre sulle nostre gambe. Nell’avventura di ognuno di noi non può esistere traguardo più succulento da quando abbiamo sperimentato l’azione della deambulazione nel primo anno di vita. Nel raggiungimento di questa conquista così preziosa, in un primo momento è determinante vedere accanto a noi la figura materna che ci guida in tal senso; quindi, camminiamo da vincoli. Ma la vera scoperta la facciamo da sparpagliati, ovvero, quando in maniera spontanea e fisiologica abbiamo imparato quest’Arte e non la mettiamo da parte, anzi troviamo le nostre strategie per arrivare fino a dove vogliamo, sfruttando le capacità, la tenacia, i talenti idonei per ottenere ciò che vogliamo sul serio. La malattia che si sta propagando nella società odierna è la difficoltà, è la paura di progettare la vita così come la si vuole per questioni ben note a chi non vive col prosciutto sugli occhi. Si tratta quindi di isolare la malattia prevenendo la degenerazione della stessa. Sostengo, in base alla percezione dei fatti attuali, che è fondamentale agire in modo singolo per diventare protagonisti del nostro tempo; facciamolo però non per mirare ad un volgare esibizionismo ma per giungere ad una progettazione autentica della esistenza di ciascuno di noi. Diventiamo protagonisti perché è ora di scoperchiare le nostre abilità che molto spesso vengono soffocate dalla incompetenza di chi immeritatamente occupa il posto che è nostro. È un ruolo che ci spetta perché abbiamo studiato e vogliamo lavorare per l’affermazione dei nostri sogni. Allora tanti auguri di Buone Feste e ricordiamoci sempre che le storie personali non cambiano se non diamo una scossa a tutto quello che ci fa schiavi dinnanzi ai nostri simili, dinnanzi alle questioni del vissuto di ciascuno di noi.

Arcangelo Gabriele Signorello





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