'Oh mia patria'. La storia d'Italia in versi e canzoni
Data: Giovedì, 22 dicembre 2011 ore 14:42:38 CET
Argomento: Recensioni


Esce "Oh mia patria. Versi e canti dell’Italia unita (1796-2011)", Ediesse, a cura di Vanni Pierini. 150 anni d'Italia riletti attraverso le poesie, gli inni, le canzoni. Il profumo e il suono della nostra storia. Centocinquant'anni dell’Unità d’Italia, oltre due secoli di storia nazionale, riletti attraverso le poesie, gli inni, le canzoni. “Oh mia Patria. Versi e canti dell’Italia unita (1796-2011)”, a cura di Vanni Pierini, con prefazione di Tullio De Mauro e introduzione di Raffaele Manica, è un'antologia che abbraccia il periodo che va dal 1796, anno della prima campagna di Napoleone in Italia, ad oggi.
Ediesse la porta in libreria con un cofanetto in tre volumi: (Nascita di una Nazione 1796-1870; L’Italia regia 1871-1946; L’Italia repubblicana 1946-2011), raccolti in cofanetto, contengono una ventina di capitoli, ciascuno preceduto da una breve presentazione, note ai testi, appendici bibliografiche e notizie biografiche su ciascuno degli autori antologizzati.                
 I brani di ogni capitolo sono ordinati in tre sezioni tematiche: Il racconto della storia; La questione sociale e il mondo del lavoro; Lo spirito del tempo. In tutto più di di 2.400 pagine, con circa 1.000 brani di oltre 400 autori, da quelli più noti a quelli dimenticati. Una accurata e dettagliata cronologia scandisce infine il succedersi degli eventi.
 
Illustrata dalla prefazione di Tullio De Mauro e dall’introduzione di Raffaele Manica, l’antologia non vuole essere, tuttavia, un’opera accademica, né di storia né di critica letteraria. Vanni Pierini (fondatore del Premio Recanati di musica e poesia) ha ‘usato’ poesie, inni e canti popolari, canti folcloristici e di tradizione, canzoni d’autore e canzoni per spiegare la storia e la cultura del nostro paese, componendo un’opera narrativa in versi che impiega il rigore del lavoro scientifico non allo scopo di ‘selezionare’ i lettori, ma con l’obiettivo opposto: dimostrare che la cultura vera può (deve) evitare sia l’accademia sia la bassa demagogia, riuscendo ad abbattere le barriere tra ‘alto’ e ‘basso’, tra ‘addetti ai lavori’ e pubblico.

Sono stati così assemblati, senza steccati grafici di sorta o distinzioni di ‘livello’, testi letterari e poetici, versi per musica operistica, canti e inni politici e militari, canzoni popolari (folk, d’autore e pop). Anche per la scelta dei poeti non ci si è limitati a seguire la gerarchia dei ‘valori consolidati’, ma si sono esplorate anche le opere di autori poco conosciuti o del tutto dimenticati, dal pubblico come dalla critica.

Si è voluto così restituire, in modo avvincente e storicamente corretto, il profumo, il ‘suono’ e il senso delle vicende più significative della storia italiana. Al termine del viaggio sarà sorprendente verificare come e quanto la produzione letteraria nazionale – alta e bassa, colta e popolare – sia stata e sia tuttora capace di mettere a fuoco temi apparentemente refrattari alla poesia e al canto, quali: le guerre; le scoperte scientifiche e tecniche; le contraddizioni dello sviluppo economico e sociale; la parabola secolare del mondo del lavoro; le convenzioni e i tic sociali; le domande esistenziali di ognuno e di tutti, di ieri e di sempre.
        (da http://www.rassegna.it)

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