Strenne di Natale sulla scuola e ceci sotto le ginocchia
Data: Martedì, 20 dicembre 2011 ore 23:30:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


Cominciamo male
Lo scrivo subito con chiarezza: non è un buon segnale. Il Ministro Profumo sta anticipando, con le sue prime dichiarazioni, l’intenzione di non voler smontare le “riforme epocali” attuate dalla giovane scrittrice di favole con lacrime e sangue per la scuola e l’Università. Sembra promettere, però, importanti segnali di discontinuità. Gira per scuole, Università, centri di ricerca e ascolta. Per lo meno in questo c’è un abisso con la giovane scrittrice di favole.  http://www.unita.it/scuola/s
La settimana scorsa, a proposito di segnali di discontinuità, abbiamo scritto di Calamandrei e “Cittadinanza e Costituzione”. Restiamo in attesa di conoscere le intenzioni del Ministro a riguardo. Visto che ascolta,  ci piacerebbe conoscere il suo orientamento sulla materia che non c’è.

Questa settimana, visto che ci approssimiamo al Natale, ci occupiamo delle strenne. Nei giorni scorsi si è appreso che il Miur del nuovo Ministro Profumo, ha deciso di prorogare anche per l’anno prossimo la sperimentazione “Valorizza”. Era l’operazione-immagine, frutto della collaborazione con l’ingegner Abravanel, voluta dalla Gelmini per distribuire una mancia (una mensilità aggiuntiva una tantum) a docenti delle scuole che si autocandidassero come buoni docenti. Si è detto che era il riconoscimento della meritocrazia.

Dopo l’autocandidatura la “verifica” della bontà professionale era affidata, sostanzialmente, alle opinioni espresse dalle componenti della scuola. Per le modalità di assegnazione del premio, per la “scientificità” delle opinioni, per le scarse risorse, per lo scarsissimo seguito avuto nelle scuole e, soprattutto, per la concezione del successo formativo affidato a monadi sia pure “meritevoli” che veicolava, “Valorizza” è uno di quei casi in cui i soldi, pure pochi, erano decisamente mal spesi. Profumo ha detto con chiarezza che c’è necessità di impiegare bene le risorse scarse. Siamo abbastanza grandi per non credere più ai regali della Befana prima e di Babbo Natale poi.

Caro Ministro Profumo, sotto l’albero di Natale ci aspettiamo, perciò, per la scuola italiana altro che le strenne natalizie.

I ceci sotto le ginocchia
Nei racconti e nei ricordi dei miei genitori, maestri elementari, i ceci sotto le ginocchia erano l’armamentario, insieme alla spalmata, la bacchetta, per punire i discoli e gli svogliati.

Altri tempi decisamente e non c’è Gelmini da libro Cuore che tenga per non farceli rimpiangere assolutamente.

Leggere, perciò, come abbiamo letto qualche giorno fa, di maestre che fanno mettere in ginocchio, per punizione, un bambino, accusato di essere “il più lento della classe” nello scrivere una serie di numeri, ci deve preoccupare parecchio. Se poi aggiungiamo la notizia dell’altra maestra che giustifica un voto basso dicendo all’alunna che è perché “Tu sei nera” c’è veramente da entrare in allarme.

Di cattivi maestri non ce n’è alcun bisogno e se è vero che fare l’insegnante oggi è svolgere un lavoro veramente usurante, è altrettanto vero che non abbiamo bisogno di maestri usurati.

Perché con i ceci, a Natale, dalle mie parti, nell’antica Lucania, ci si fanno al massimo i “cavuzuncidd”, i calzoncelli, i dolci ripieni di castagnaccio o farina di ceci che ci ricordano pure i tempi eroici dei maestri delle pluriclassi. Insomma i ceci riserviamoli allo slow food.

Si salvano, così, le ginocchia degli alunni e gli insegnanti, gentile e sensibile Ministro Fornero, non “scoppiano” in attesa della pensione che s’allontana sempre di più. Perché, se la pensione s’allontana così tanto anche per gli insegnanti, c’è il rischio di ritrovarci i ceci sotto le ginocchia degli alunni e non dentro i “cavuzuncidd”.

Insomma alunni traumatizzati e pure un Natale povero e senza dolci. Alla faccia dello slow food e della buona scuola.

Lo consideri, Ministro Fornero.

Buon Natale anche a lei oltre che a voi affezionati lettori.

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