Più che un concorso, il gioco delle porte girevoli
Data: Martedì, 20 dicembre 2011 ore 14:42:56 CET Argomento: Rassegna stampa
Il 14 e il 15 dicembre
in tutti i capoluoghi di regione si sono svolti gli scritti del
concorso di dirigente scolastico, al quale hanno partecipato non solo i
candidati che avevano superato la preselezione del 12 ottobre ma anche
quelli che non l'avevano superata. È il caso dei candidati della
Campania, bocciati ai quiz e ammessi con riserva dal Tar di Napoli, al
quale hanno presentato ricorso, contestando l'erroneità di alcuni
quesiti.
E sarebbe stato il caso di 68 candidati della Puglia, in un primo tempo
ammessi a partecipare dal presidente del tribunale amministrativo di
quella regione (decreto n. 919 del 24 novembre 2011) ma subito dopo
estromessi dallo stesso presidente che ci ha ripensato, dietro domanda
del ministero dell'istruzione e dell'Associazione nazionale presidi
(decreto n. 984 del 9 dicembre
2011).
I Tar delle regioni diverse dal Lazio, questa la
motivazione, sarebbero incompetenti a decidere su una procedura di
carattere nazionale. Non ce l'hanno fatta ad affrontare gli scritti
nemmeno altri candidati, che pure avevano contestato l'erroneità dei
quiz, dei quali il Tar del Lazio cui si erano rivolti non ha
riconosciuto legittima e ragionevole la pretesa di presentarsi lo
stesso alle prove (ordinanze nn. 4623 e 4654 del 7 dicembre). I
candidati, invece, già ammessi con riserva alla preselezione e che
l'hanno superata hanno potuto affrontare anche gli scritti, non essendo
ancora intervenuta la decisione di merito. Il loro requisito di
anzianità per partecipare, che ai sensi del bando doveva essere di
almeno cinque anni di ruolo, si completava invece con servizi di
insegnamento prestati prima dell'immissione in ruolo o era costituito
solo da questi ultimi. L'amministrazione li perciò aveva esclusi ma il
Tar del Lazio li ha riammessi. Tra le decisioni cautelari a loro favore
c'è la n. 3636 del 29 settembre 2011, che il Consiglio di Stato ha
confermato con ordinanza n. 5358 del 7 dicembre, respingendo l'appello
del ministero dell'istruzione. Probabilmente per non prolungare troppo
l'attesa dei candidati per sapere se hanno affrontato invano o meno gli
scritti, i giudici di palazzo Spada hanno ordinato la trasmissione
dell'ordinanza al Tar, invitandoli a fissare l'udienza di merito «con
priorità ai sensi dell'art. 55, comma 11, del codice del processo
amministrativo».
Nell'inestricabile groviglio di decisioni e ordinanze a favore e contro
i ricorrenti, tutte cautelari e quindi rivedibili, non ha avuto esito
la diffida di rinviare le prove, rivolta il 9 dicembre al nuovo
ministro dell'istruzione Profumo da Anief, Associazione professionale e
sindacale. Non è detto che il rinvio sarebbe servito.
C'è ancora il rischio che l'intera procedura possa venire travolta,
quando i vari giudici amministrativi affronteranno le diverse questioni
nel merito o ancora in sede cautelare. Se accoglieranno le richieste di
annullamento del bando e quelle di partecipazione agli scritti, si
dovrà rifare il concorso e indirne un altro. Prima però il legislatore
dovrà correggere la disposizione che individua la qualità dei requisiti
di servizio necessari per partecipare, l'art. 1, comma 618, della legge
27 dicembre 2006, n. 296, finanziaria del 2007. Requisiti che ora
vengono contestati perché in contrasto con la direttiva europea n.
1999/70/CE, che equipara i servizi pre-ruolo a quelli di ruolo. Almeno
secondo la sentenza dell'8 settembre 2011 della Corte di giustizia
europea con sede nella città del Lussemburgo.
Si fa strada allora la prospettiva, se le argomentate critiche
all'organizzazione del concorso non riceveranno risposte adeguate e
definitive dalla magistratura e dalla stessa amministrazione, di un
allargamento del contenzioso, destinato a raggiungere la Corte
costituzionale e uscire anche dai confini d'Italia. Qui nel frattempo
gli istituti saranno retti da uno sparuto manipolo di dirigenti
scolastici con una titolarità e numerose reggenze. A meno che dal
dimensionamento il numero delle presidenze non risulti ridotto così
significativamente da rendere inutile un altro concorso e siano mandati
a casa tutti gli aspiranti.
(da ItaliaOggi di Mario D'Adamo)
redazione@aetnanet.org
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