La scuola ripiomba negli anni Settanta: ecco il concorsone. In 300mila verso il maxi bando, ma il ministro non dice quanti posti andrebbero coperti. Così regala solo speranze
Data: Martedì, 20 dicembre 2011 ore 12:55:23 CET Argomento: Rassegna stampa
Magnifico.
Gli aspiranti docenti - precisa potrebbero essere oltre trecentomila.
Grandioso. Ma prima di gridare al miracolo è bene chiedersi quanti
saranno in realtà i posti di lavoro disponibili e se possa avere senso
mobilitare un esercito di burocrati per assolvere a una costosissima
procedura come quella di un maxiconcorso vecchio stile, regalando false
speranze a migliaia di giovani che in realtà non
avrebbero prospettive concrete. Eppure era stato proprio il
ministro Profumo, poco dopo il suo insediamento, a sottolineare la
necessità di rivedere le procedure di reclutamento per i docenti. I
primi a sollevare dubbi di fronte all’annuncio del ministro sono
proprio i sindacati, visto che la stima sui posti disponibili è di
circa 12.500 unità all’anno. Cifra che corrisponde al numero di
cattedre che si libera fisiologicamente per il turnover, circa 25mila,
decurtato però della metà perchè il 50 per cento è destinato per legge
ai precari già in graduatoria. Non solo. Questa cifra potrebbe
ulteriormente ridursi a causa dei tagli di spesa contenuti nella
manovra
«Salvaitalia».
«Da 13 anni non ci sono più concorsi pubblici. Questo è un tema su cui
lavorare - dice il ministro- lo vareremo entro il 2012 per elementari,
medie e superiori. Dunque saranno interessate circa 300mila persone».
Scopo prioritario del concorsone- precisa Profumo- è quello di
immettere forze giovani nel corpo insegnante perché se si attinge
soltanto dal precariato l’eta media resta sempre altissima,
40 anni.
Il primo a frenare l’entusiasmo del ministro è il segretario nazionale
della Cgil scuola, Mimmo Pantaleo. «I proclami demagogici rischiano di
ingenerare aspettative che possono essere frustrate- avverte Pantaleo-
il punto è che prima va fatto un monitoraggio preciso dei posti
disponibili perché fra tagli pregressi, tagli futuri e pensionamenti
rischiamo di non averne». Certamente è necessario bandire concorsi
nella scuola ma la Cgil ricorda che «bisogna garantire opportunità
occupazionali anche ai precari». E al momento i precari in attesa di un
contratto a tempo indeterminato sono ancora tantissimi, circa 244mila.
Un altro aspetto importante è quello della modalità del concorso. Il
segretario nazionale Uil scuola, Massimo Di Menna, auspica che il
ministro voglia affrontare la questione con i sindacati confrontandosi
con le loro proposte.
«Un concorsone? Benissimo - dice Di Menna- ma quale sarà la procedura?
Il ministro ha tre possibilità. Può varare una nuova legge ma si
andrebbe troppo per le lunghe. Potrebbe recuperare il decreto delegato
di Fioroni contenuto nella Finanziaria del 2008. Una via più veloce per
bandire concorsi definendone il regolamento. Oppure bandire un concorso
col vecchio sistema. Sarebbe la soluzione peggiore perché genererebbe
situazioni dove a fronte di 10 posti disponibili si vanno ad esaminare
magari 100mila candidati». Per Di Menna si deve avviare un sistema di
programmazione per evitare sia di dare false speranze sia di creare
nuovo precariato. Anche il segretario nazionale Cisl scuola, Francesco
Scrima, sottolinea «il drammatico squilibrio tra domanda ed offerta di
lavoro nella scuola » e anche il fatto che «le nuove regole
previdenziali ostacoleranno l’auspicato ringiovanimento del corpo
docente». (da http://www.ilgiornale.it idi Francesca Angeli)
redazione@aetnanet.org
|
|