Intervista a Marco Rossi Doria “I docenti sono una risorsa. Il governo li valorizzerà”
Data: Lunedì, 19 dicembre 2011 ore 08:59:41 CET Argomento: Rassegna stampa
Marco Rossi Doria,
sottosegretario all’Istruzione, chiede sostegno e valorizzazione per i
prof. «Forse non sarà possibile
aumentare gli stipendi ma si potrebbero regalare pc o corsi di studio
all’estero o buoni acquisto per libri».
I prof li meritano, avverte, per il loro lavoro silenzioso e negli
ultimi anni anche denigrato, con i ragazzi.
Eppure i ragazzi cercano sé stessi e,
secondo D’Avenia, i prof non li ascoltano.
«La scuola fa già tantissimo. Decine e decine di migliaia di insegnanti
sono guide competenti per gli studenti».
Che significa essere guide competenti nel 2011?
«Significa saper ascoltare i ragazzi senza diventare loro amici, senza
collusività né giudizi sprezzanti. Significa essere adulti di
riferimento perché la scuola deve saper presidiare il limite e le
regole ma deve anche saper ascoltare».
Non c’è il rischio di confondere la scuola con lo studio di uno
psicologo?
«C’è chi ritiene che a scuola si vada per apprendere e basta. In parte
è vero, però l’apprendimento non viene trasmesso solo in classe e le
scuole devono essere in grado di interagire con tutto quello che arriva
dal mondo esterno. Insomma, le scuole hanno un ruolo molto più
complesso e ampio rispetto al passato».
Che cosa si insegna?
«Bisogna dare ai ragazzi gli strumenti per diventare persone serie, in
grado di capire se stessi ma anche di fare il proprio dovere. Bisogna
insegnare loro a socializzare perché le generazioni precedenti
imparavano le regole del rapporto con gli altri in strada, nei cortili,
in dimensioni comunitarie ormai scomparse. Infine, a noi insegnanti
spetta il compito di ricordare il limite, le regole ma è più difficile
farlo rispetto al passato perché le famiglie e la società non
pretendono più il rispetto di regole e limiti in modo altrettanto
chiaro. Questo confonde i ragazzi che hanno le potenzialità per essere
se stessi ma hanno più bisogno di prima di essere guidati. Questo non
significa essere psicanalisti, a noi docenti spetta solo il ruolo di
portatori della ricerca e di un metodo».
Tutto questo è bellissimo, ma quanti professori lo fanno davvero?
«È vero, c’è anche chi non è all’altezza, è sempre stato così, anche in
passato. Ma è vero anche che ogni giorno un milione di persone si
sveglia e per uno stipendio che supera di poco quello di un operaio si
occupa dei nostri figli in uno scenario profondamente mutato, ci vuole
un grande grazie pubblico a queste persone. E ci vuole un sostegno».
Farete qualcosa come governo?
«Stiamo lavorando per un
riconoscimento pubblico dei prof. Forse la crisi non ci permetterà di
aumentare gli stipendi ma potremmo regalare pc, o dare loro la
possibilità di andare nel mondo o buoni acquisto per libri».
In questi ultimi anni si è parlato in modo molto diverso dei docenti:
li hanno dipinti come fannulloni, privilegiati, ignoranti, lenti a
adeguarsi alle nuove tecnologie.
«Esistono anche i fannulloni ma la
gran parte dei docenti sta facendo un lavoro molto diverso da quello
per cui sono stati preparati e lo fanno in silenzio, senza clamori. Chi
ha parlato dell’immenso lavoro dei professori che durante l’alluvione
di Genova hanno garantito il trasferimento di centinaia di ragazzi da
un luogo all’altro? Chi si rende conto di quante piccole e grandi
tragedie vengono evitare ogni giorno o di quante strade nuove si
schiudono nei nostri ragazzi per merito dei professori?».
(da La Repubblica F. Amab.)
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