Perché proprio le pensioni? Forse perchè è la rapina più sicura.
Data: Domenica, 18 dicembre 2011 ore 20:34:14 CET Argomento: Rassegna stampa
Ora che la polvere
sollevata va depositandosi con l’approvazione della manovra, vediamo di
analizzare gli interventi sulle pensioni con un po’ di freddezza e un
paio di numeri.
A grandi linee e non crocefiggetemi se i numeri non sono esatti fino
nei minimi dettagli, le grandi innovazioni sono:
- Età della pensione di vecchiaia a regime per gli uomini e per le
donne. 67 anni con incrementi legati all’aspettativa di vita che
potrebbero portare il limite verso i 70 anni. L’età di 67 anni dovrebbe
conseguirsi tramite gli incrementi dovuti all’aspettativa di vita ma,
ove ciò non avvenisse e cioè se l’aspettativa di vita non crescesse
oppure addirittura scendesse, un comma prevede comunque l’incremento a
67 anni.
Contributi minimi per la pensione anticipata a 42 anni e tre mesi per
gli uomini, con età minima di 62 anni oppure con una penalizzazione
dell’1 % per ogni anno di anticipo fino a i 60 anni e del 2% per ogni
ulteriore anno al di sotto dei 60 anni. Le stesse regole varranno per
le donne con la eccezione che la contribuzione minima è fissata in 41
anni e tre mesi a
regime.
I cambiamenti, salvo un’eccezione per i nati nel 1952 che
hanno avuto la grazia di uscire a 64 anni, sono in vigore
istantaneamente, quindi, salvo futuri ripensamenti da parte di altri
governi a venire, da oggi siamo il Paese europeo con il sistema
pensionistico più restrittivo. Si dirà: siamo anche il Paese europeo
con il debito pubblico più alto; vero e questa era una condizione
necessaria per mettere mano al sistema, ma non sufficiente.
Non era sufficiente e infatti mancava qualche altra condizione
fondamentale, ad esempio che il sistema previdenziale dei lavoratori
dipendenti fosse uno degli elementi di indebitamento dello stato, cosa
che non è. Nell’anno peggiore dell’INPS, il 2010, quando era largamente
previsto che l’ente avrebbe avuto il picco negativo sulla base delle
situazioni pregresse e delle riforme in essere, il comparto
previdenziale dei lavoratoti dipendenti ha dato all’INPS un attivo di
459 milioni di euro, che erano stati 4 miliardi e 564 milioni di euro
nel 2009. (INPS, rendiconti generali 2010, pag 51.)
Quindi, ancorché l’attivo sia dovuto al bilancio tra contributi dei
lavoratori attivi e pensioni erogate (impropriamente per un sistema
sostanzialmente assicurativo), il fondo previdenziale dei lavoratori
dipendenti non pesava sui conti dello Stato e meno avrebbe comunque
pesato in futuro. E mancava anche un’altra condizione per intervenire
così pesantemente e cioè quella che in assoluto le pensioni fossero
così ricche da costituire oltre che un boccone goloso, anche un’area
nella quale si potesse attingere senza dolore; il dolore, invece c’è,
eccome. Si sono bloccate le indicizzazioni sopra a 1.400 € lordi/mese
cioè pensioni che hanno un netto tra 1000 e 1100 euro/mese; roba da
nababbi, in effetti. Un pensionato con un lordo di 2000 €/mese pari a
circa 1.500 €/netti con tre anni di inflazione oltre il 3% perderà in
termini reali circa 50 €/mese del suo netto ricchissimo, trovandosi
così in termini reali con una pensione di 1.450 €/mese netti.
E poi c’è il dolore di quelli che sono disoccupati e che per ora hanno
avuto un biglietto della lotteria; se sono fortunati andranno in
pensione in un tempo ragionevole; altrimenti aspetteranno anche fino a
4 anni. La data dell’estrazione non è certa e neppure quanti biglietti
vincenti ci saranno; l’unica cosa certa è che l’Inps ha istruzione di
non spendere più delle cifre assegnate per ogni anno; finite quelle,
chi è fuori trovasse il modo di arrangiarsi.
Per ricapitolare: la riforma delle
pensioni non è giustificata da motivi di contabilità del comparto
previdenziale dei lavoratori dipendenti, né da ragioni di opportunità
del prelievo alle grandi ricchezze; secondo me la materia non è stata
trattata in base a una analisi di fattibilità e sostenibilità, di
equiparazione ad altri sistemi europei, di messa in sicurezza del
sistema (già sicuro) ma, invece, come un luogo dove fare cassa senza
guardare troppo per il sottile, dato che i pensionati e coloro che sono
ormai in età di pensione: non scioperano, non danno fuoco ai cassonetti
per protesta, non fanno barricate e non tirano molotov, non possono
fare serrate né mettere al riparo il loro unico bene, la pensione,
portandosela alle Cayman.
(di Michele Carugi da Il Fatto Quotidiano)
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