Concorso DS: l’errore, comune denominatore tra Università e scuola ?
Data: Domenica, 18 dicembre 2011 ore 15:14:44 CET
Argomento: Redazione


Il Tar, nei giorni scorsi,  ha accolto il ricorso di una quarantina di candidati esclusi dagli ultimi test di accesso alle facoltà mediche dell'università di Brescia. Le motivazioni del ricorso sono riferite all'annullamento, durante la prova, di quattro degli 82 quesiti contenuti nel test di selezione, poiché presentavano alcune «incongruenze». È stato riconosciuto come la società privata che aveva la responsabilità di formulare le domande per il test,  abbia commesso alcuni errori, e che l'Università non sia stata in grado, sul momento, di gestire la situazione. Gli studenti universitari dopo questa significativa vittoria di giustizia, affermano che gli errori commessi  dimostrano  come il sistema dei test a crocette ( chi scrive pensa anche quello a pallini ) non sia affidabile, e pertanto va  ripensato l'intero sistema universitario di accesso, che  dovrebbe consentire ad ogni studente di poter iniziare il corso di studi, per cui si sente maggiormente portato. In modo analogo gli eventi si sono ripetuti anche nell’ultimo concorso per Dirigenti Scolastici, infatti, la presenza di numerosi errori, 22 su 100 ( fonte ANIEF ), ha caratterizzato, in senso negativo, la prova preselettiva, determinando una valanga di ricorsi, che avranno il loro epilogo dopodomani presso il Consiglio di Stato a Palazzo Spada in Roma. Le due selezioni hanno avuto l’errore come matrice comune, ma si differenziano come qualità di concorrenti, infatti, nel primo ( selezione Università di Brescia ) concorrevano studenti in medicina, ovvero il futuro  della nostra sanità, nel secondo ( Concorso DS ) concorrevano insegnanti, che nell’immaginario collettivo sono  considerati persone senza diritti e con soli doveri, quelli dell’ essere calpestati, vessati e mortificati da prove erronee ed inique. Lo stesso Consiglio di Stato ha ammesso agli scritti del concorso DS diversi ricorrenti con punteggi inferiori al limite imposto dal bando concorsuale, riconoscendo l’ipotesi dell’errore docimologico nelle domande della prova preselettiva. Questo riconoscimento, di fatto, contraddice le motivazioni di rigetto del TAR Lazio,  “Considerato che il bando del concorso in questione consente l’ammissione alle prove scritte previo superamento della prova selettiva per test a risposta multipla; Considerato che parte ricorrente non ha superato detta prova propedeutica……. Respinge la domanda di sospensione cautelare “, in quanto alcuni candidati che non avevano superato la prova preselettiva, hanno svolto serenamente i due scritti del 14 e 15 dicembre scorsi. Il 20 dicembre si vedrà se l’errore ha la stessa valenza  nell’Università così come nella scuola, e se così non fosse,  si prenderà atto che all’Università le selezioni si svolgono e si svolgeranno all’insegna della ragione e della consapevolezza, mentre nella scuola le competenze migliori vengono e verranno individuate attraverso parametri,  che con la logica e la razionalità della verità concettuale hanno poco da spartire. Un difficile problema di equità per il neo ministro della pubblica istruzione.

Aldo Domenico Ficara
aldodomenicoficara@alice.it





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