Ido, in momento di crisi urge evitare sprechi per falsi casi di Dsa
Data: Giovedì, 15 dicembre 2011 ore 06:51:50 CET
Argomento: Rassegna stampa


"In questo momento di crisi è necessario evitare di sperperare risorse. Le linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici dell'apprendimento del ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca indicano, a buon ragione, come la percentuale di bambini con dislessia nelle scuole non sia del 15% ma si tratti di una cifra pari al 3%". Lo ha dichiarato il direttore dell'Istituto di Ortofonologia (IdO) di Roma - centro accreditato dal Sistema sanitario nazionale di terapia e ricerca per l'età evolutiva - Federico Bianchi di Castelbianco, che venerdì presenterà, in occasione della conferenza stampa sul tema "La scuola dell'obbligo ed i disturbi specifici dell'apprendimento", presso la sala delle conferenze stampa di Montecitorio in via della Missione 6 alle ore 11, alla presenza del responsabile dei rapporti con il mondo scuola Udc, onorevole Paola Binetti, e del membro della XII commissione Affari sociali, onorevole Mariella Bocciardo, i risultati di un'indagi ne condotta in numerose scuole materne ed elementari per individuare i bambini a rischio di disturbi specifici dell'apprendimento (Dsa).
"Questo dato - ha aggiunto Castelbianco - ci indica che le diagnosi devono essere fatte a partire dal secondo anno delle scuole elementari, non esistendo casi di dislessia improvvisa che possano manifestarsi a 10, 12 o 14 anni". Lo psicoterapeuta dell'età evolutiva ha sottolineato, inoltre, la necessità di "evitare sprechi, perchè far acquistare alle scuole strumenti compensativi, come calcolatrici o computer, che poi non vengono adoperati, in quanto non idonei ai casi concreti, si rivela non solo dannoso come spesa ma anche pericoloso per gli studenti a cui viene così precluso un percorso di apprendimento vero". Per il direttore dell’IdO, infine, “è doveroso fare chiarezza sull’aumento vertiginoso dei casi di Dsa, in quanto non è veritiero. Si tratta - ha precisato - di un’ondata di medicalizzazione che investe tutti quei bambini i cui comportamenti si mostrano non inquadrati in un modello prestabilito. Un fenomeno - spiega - che purtroppo riguarda molti alunni considerati dislessici solo perché presentano difficoltà scolastiche, o considerati affetti da sindrome Adhd solo perché troppo agitati, quando invece potrebbero essere depressi o presentare disturbi di condotta. Si è arrivati addirittura- ha concluso Castelbianco - a considerare la gelosia tra fratelli come sindrome di rivalità”. (AGENPARL)

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