La «particella di Dio» non è stata trovata, ma ci sono tracce del suo passaggio
Data: Mercoledì, 14 dicembre 2011 ore 08:46:10 CET
Argomento: Rassegna stampa


"Ricordiamoci soprattutto che sono risultati preliminari che gli esempi sono pochi e che abbiamo ancora tanto da lavorare. Comunque il fatto che siano stati trovati risultati praticamente identici in due esperimenti è eccitante. State sintonizzati con il Cern nel 2012". Con queste parole da padrone di casa ha concluso una conferenza molto attesa in tutto il mondo il direttore del Cern di Ginevra, Rolf Heuer.
La prudenza era d'obbligo d'altronde dato che si trattava del bosone di Higgs, l'inafferrabile "particella di Dio". Non è stato trovato, come nei giorni scorsi si sperava, ma tracce consistenti del suo passaggio sono state trovate in due importanti esperimenti di fisica nucleare che si stanno svolgendo lì a Ginevra, attorno al Large Hadron Colllider, il più grande acceleratore di particelle oggi esistente.            
       Un ulteriore pezzo della sua carta d'identità sarebbe stato svelato: potrebbe essere una particella piuttosto grossa, 126 volte più dei protoni che, impariamo a scuola, stanno nei nuclei di ogni atomo di ogni elemento. Fabiola Gianotti, a capo dell'esperimento Atlas, ha raccontato, in modo tanto professionale quanto appassionato, la caccia alla particella inafferrabile durata per tutto il 2011. Lui manca ancora all'appello e serve assolutamente per verificare del tutto la teoria più importante sulla costituzione intima della materia, il "modello standard" , costato una cinquantina di anni di lavoro a generazioni di fisici nucleari.
Nessuna "scoperta", come vorrebbe forse il pubblico, ma un fantastico lavoro di avvicinamento alla preda, localizzata ora con una massa fra 115.5 e 131 volte quella del protone, e questa volta l'intervallo di esistenza della particella è determinato al 95%: deve insomma essere lì in mezzo. Non tanto semplice, come sembra il risultato, dato che a quelle masse ed energie può arrivare solo Lhc, e ora sembra a tutti che gli 8 miliardi di euro spesi per costruirlo siano stati impiegati in modo oculato.
Da un mare di dati, anzi due mari dato che stiamo parlando di due esperimenti , Atlas e Msc, decine di fisici e ingegneri hanno estratto una dozzina di possibili tracce lasciate dalla particella, con tutta l'accortezza dovuta al difficilissimo compito di separare un segnale debolissimo dal rumore di fondo, ossia i segnali dovuti ad altre particelle. Stiamo parlando di 300 migliaia di miliardi di urti fra particelle elementari esaminati. Peggio , insomma, che cercare di sentire la voce di un bambino in un teatro durante l'intervallo.
L' aula è gremita al Cern di Ginevra, gente in piedi, seduta sui gradini, vari premi Nobel in fisica in prima fila che scattano fotografie col telefonino alle brutte ma importantissime slide della Gianotti . Un'aula che non è nuova a risultati e annunci eccezionali: nel 1993 fu presentato qui il World Wide Web, che il mondo avrebbe rivoltato come un calzino. Guido Tonelli poi, un altro italiano a capo invece dell'esperimento Cms, sciorina particolari tecnici e convince ulteriormente. Ma chiunque di noi può capire che se lo stesso risultato viene trovato da due gruppi diversi , centinaia di scienziati, in due modi diversi e con due differenti apparecchiature, bene c'è da sperare che, con tutte le cautele del caso, sia confermato.
Più leggero de previsto il bosone di Higgs sarebbe quindi, se saranno confermati il prossimo anno i risultati, comunque piuttosto panciuto, 126 volte la massa del protone il valore più atteso.
Ma perché tanto clamore per una particella elementare, dato che ne conosciamo oramai centinaia, che quasi ci viene da dire che l'aggettivo "elementare" non è più così appropriato ? Per due ragioni: perché è prevista esistere da decenni, ma mai è stata trovata, e perché è l'ultima scoperta da fare per convalidare il "modello standard" , che spiega con successo, dal 1960, tutte le forze e le avventure che accadono nell'infinitesimo ma fondamentale mondo dei nuclei degli atomi, di cui pure noi siamo fatti. Inoltre la particella sarebbe abbinata a una proprietà, il campo di Higgs, grazie al quale le altre particelle elementari che ne entrano in contatto acquisterebbero un parametro fondamentale , la loro massa. E non è poco.
Insomma se lo trovassero i fisici sarebbero sollevati parecchio, dato che giustificherebbe il modello standard e buona parte della fisica che è stata finora sviluppata in questo campo e aprirebbe allo stesso tempo la caccia alla prossima teoria che comprenda tutte le forze della natura. Il modello standard vale per le forze fondamentali che agiscono sulla materia, ma non tutte aimè, è esclusa quella più importante, che tiene insieme miliardi di stelle nelle galassie e che ci fa cadere a terra se incespichiamo malamente su un gradino: la gravità .
Quindi ottimismo, anche rinforzato in Italia, dato che i due coordinatori degli esperimenti escono, come il direttore scientifico di Cern, dalla scuola di fisica del nostro paese che, in questa particolare disciplina, eccelle fin dai tempi di Enrico Fermi, oggi grazie all'Istituto nazionale di fisica nucleare e alle nostre università.
Un ago nel pagliaio con mezzi e idee si trova insomma, e da oggi il pagliaio in cui cercare è assai più piccolo.
 (di Leopoldo Benacchio da IlSole24Ore)

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