Un maxi-risarcimento ai docenti precari, da Bologna buone notizie per gli insegnanti
Data: Mercoledì, 14 dicembre 2011 ore 07:20:54 CET
Argomento: Normativa Utile


Stop alle discriminazioni tra lavoratori nella scuola pubblica, ma attenti alla prossima scadenza dei termini. Con una sentenza shock il Tribunale di Bologna ha risarcito con un milione di euro una trentina di insegnanti precari che nella primavera scorsa s'erano rivolti al giudice per chiedere l'applicazione della normativa comunitaria. Patrocinati dal sindacato Gilda Unams, i docenti non hanno ottenuto la richiesta conversione per via giudiziale del rapporto a tempo indeterminato, come invece alcuni altri giudici del lavoro italiani avevano accordato ad altri ricorrenti, sia pure in primo grado, ma hanno conseguito una vittoria importante sia sul piano economico (risarcimento dei danni e adeguamento della carriera e dello stipendio futuro) sia su quello simbolico e strategico. Infatti, grazie a un fiume in piena di sentenze provenienti da diverse città italiane, sta passando il principio che l'abuso di contratti a termine è illegale anche a scuola, dove docenti e non docenti si vedono rinnovare il contratto a termine e senza progressione di carriera anche per decenni.
Così lo Stato potrebbe essere indotto a procedere più speditamente con le immissioni in ruolo per evitare di dovere pagare risarcimenti e adeguamenti di carriera. La sentenza bolognese interessa molti docenti, collaboratori e amministrativi scolastici modenesi, che nei mesi scorsi si sono rivolti al Tribunale cittadino, in proprio o rappresentati da vari sindacati, per chiedere la stabilizzazione del rapporto, il risarcimento dei danni previsto dai decreti 165 e 368 del 2001, attuativi della Direttiva 70/99 CE diretta a prevenire l'abuso dei contratti a termine anche nella pubblica amministrazione, e gli scatti di anzianità uguali a quelli riconosciuti non solo ai loro colleghi di ruolo ma anche ai colleghi precari di religione cattolica.  Va intanto ricordato che il 31 gennaio prossimo scade il termine per impugnare (con una semplice lettera raccomandata al datore di lavoro) i diritti pregressi dei precari, inizialmente indicato nel 23 gennaio scorso dal decreto "Collegato Lavoro". Si decadrà inoltre dal diritto di far causa qualora non si agisse successivamente in giudizio nei termini indicati dalla nuova normativa.

Vincenzo Brancatisano

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