Le pensioni e i nati nel '52. Gli effetti della stroncatura dell' anzianità
Data: Lunedì, 12 dicembre 2011 ore 23:00:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


Francamente, non si capisce se sia una cosa ragionata scientemente o un dettaglio che è sfuggito ai piu'. I lavoratori nati nel 1952 saranno i piu' penalizzati al traguardo della pensione, con degli eccessi che appaiono realmente grotteschi: ci sono persone a cui mancavano 4-5 mesi che dovranno lavorare cinque anni in piu'!
I nati nel 1952 sono quelli che l'anno prossimo festeggeranno 60 anni, ma con entusiasmo smorzato immaginiamo, perché è la loro è proprio la categoria che meglio di tutte illustra lo scempio delle riforme delle pensioni del governo Monti.
Il caso potrebbe essere affrontato nelle prossime ore, ma si può dire solo 'potrebbe', in quanto il clan Monti - Fornero non sembra disposto a concedere qualcosa anche su questo tema dovendone già affrontare altri che sembrano più pregnanti.
Nel frattempo è partita la protesta.                            
 Lettere ai giornali, telefonate e visite al vari 'patronati', ecc.. La risposta definitiva non la può dare nessuno, per ora, ma quello che appare, al momento, è che la classe '52 sarà penalizzata più di tutti.
Col nuovo sistema, le pensioni di anzianità sono state di fatto abolite e anche le quote (la somma di età anagrafica ed anni di contributi) non esistono più.
Dal 2012, quindi, l'età minima per la pensione di vecchiaia delle dipendenti private salirà da 60 a 62 anni e arriverà a 66 nel 2018, mentre per le dipendenti pubbliche il minimo invece era già stato portato a 65, come per gli uomini.
Ecco allora che una donna lavoratrice, nata nel '52, che aveva programmato di andare in pensione l'anno prossimo, dovrà restare al lavoro fino al 2015.

Gli uomini, invece, che compiranno 60 anni nel 2012 non avranno più la quota 96 per poter andare in pensione di anzianità.
Dovranno aspettare, quindi, almeno altri 5 anni e uscire nel 2018, al compimento dei 66.

Però... C'è un però: donne e uomini potrebbero anche lasciare il lavoro prima, grazie ai requisiti del «pensionamento anticipato», com'è stato battezzato dalla riforma Fornero.
Quali sono questi requisiti?
Gli uomini devono avere almeno 42 anni e un mese di contribuzione, le donne invece 41 anni e un mese.

Questi requisiti saliranno, per poi attestarsi rispettivamente a 42 anni e tre mesi per gli uomini e a 41 anni e tre mesi per le donne nel 2014.

Dunque, uno che ha cominciato a lavorare a 18 anni, per fare esempio, potrebbe beneficiare del pensionamento anticipato a 60 anni nel 2012, lasciando sul tavolo una penalizzazione.
Per chi lascia il lavoro prima di avere compiuto 62 anni, infatti, per ogni anno di anticipo è previsto un taglio dell'assegno della pensione pari al 2 per cento.
La pensione diventerà, però, piena dopo aver compiuto 62 anni.    (di Mario Nascimbeni da La Voce di Venezia)

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