Rete studenti - Udu: niente equità, niente giovani, niente istruzione pubblica:niente futuro! Studenti in piazza a fianco dei lavoratori per lo sciopero generale
Data: Lunedì, 12 dicembre 2011 ore 14:36:37 CET Argomento: Comunicati
E’
stato rinominato “Decreto salva Italia” perché dovrebbe servire ad
evitare il fallimento dell’intero Paese, ma gli interventi proposti
rischiano di portare al fallimento giovani, pensionati e chi ha fatto
molti sacrifici in questi anni ed è ora chiamato nuovamente a
“stringere la cinghia”.
Questa non è equità. Non possiamo che notare come, ancora una volta, si
cerca di scaricare il costo della manovra sulle categorie più deboli
che hanno già fatto sacrifici duri in questi anni. I pensionati e i
redditi medio-bassi dovrebbero pagare per tutti, anche per chi non ha
mai pagato, anche per chi si è arricchito grazie alla speculazione e
alle rendite.
Se è vero che serve una manovra, è altrettanto vero che quella
proposta non è l’unica manovra possibile e che si può intervenire
chiedendo sacrifici a chi se lo può permettere e riorganizzando la
spesa statale. 16 miliardi di euro dalla vendita delle frequenze
televisive e 20 miliardi di euro che l'Italia sta spendendo per
comperare 131 caccia bombardieri nucleari F35 Lockheed significano
36 miliardi di euro. Questi due interventi da soli garantirebbero
quindi entrate e risparmi ben superiori a quelli previsti dalla manovra
del Governo Monti, garantendo a pieno la tenuta dei conti per il 2012.
In Italia quasi il 45 per cento della ricchezza nazionale,
equivalente a 3.700 miliardi, è nelle mani del 10% delle famiglie. Una
patrimoniale alla francese, con un'aliquota allo 0,5 per cento della
ricchezza, darebbe un gettito di oltre 5 miliardi di euro l'anno.
Andando ad incidere sulle 240 mila famiglie più ricche, l'1% del
totale, significherebbe per ognuna di esse pagare, in media, su un
patrimonio che è in media di quasi 4,5 milioni di euro a famiglia,
22.500 euro l'anno. In un momento di crisi è inoltre
indispensabile estirpare per sempre il fenomeno dell’evasione e
dell’elusione fiscale, cominciando a chiedere a chi ha evaso di pagare.
L’intervento sui capitali rientrati con lo scudo fiscale è infatti
puramente simbolico e a fronte dei 2,1 miliardi circa che si intende
così ricavare, è bene ricordare che una tassazione aggiuntiva del 15%,
portando quindi i capitali evasi ad essere tassati al 20% complessivo,
potrebbe ora fruttare 21 miliardi aggiuntivi. Combattendo l’evasione
fiscale si potrebbero recuperare ingenti capitali, le stime negli
ultimi anni parlano di mancate entrate per oltre 250 miliardi di euro
l’anno.
Tutte queste cifre sono la dimostrazione che realizzare manovre
alternative che garantiscano la tenuta dei conti ma che non chiedano
sacrifici sempre alle solite categorie è possibile e necessario.
E’ possibile varare una manovra che metta in sicurezza i conti pubblici
e che preveda nuovi investimenti strategici per l’occupazione
giovanile, per la scuola, l’università e la ricerca pubblica e per
rimettere in moto il Paese.
I 20 miliardi che oggi sono spesi nell’acquisto degli aerei militari,
possono ripianare più di due anni di tagli dell’ormai ex Ministro
Gelmini, così come per i 21 miliardi che si potrebbero facilmente
ricavare da una seria tassazione dei capitali rientrati con lo scudo
fiscale o i 16 miliardi ricavabili dalla vendita delle frequenze
televisive; un solo caccia equivale a circa 50.000 borse di studio,
50.000 speranza per il futuro del nostro Paese.
Per questo oggi siamo in piazza a fianco dei sindacati, per dire che
siamo consci del periodo di grossi sacrifici, ma che è giusto che
cominci a farli chi non li ha mai fatti: gli evasori, i grandi
patrimoni e gli speculatori. Le priorità devono essere giovani e
istruzione pubblica, diritto allo studio. Oggi tutto questo non si fa
pur di non toccare gli interessi di pochi; si sacrificano giovani,
pensionati e lavoratori pur di non toccare le reti televisive o gli
armamenti.
Protestiamo perché nella manovra non c'è nulla sul futuro dei giovani e
sull’istruzione pubblica. Prima di rassicurare i mercati chiediamo che
venga rassicurata un'intera generazione che non vede più il futuro
davanti a sé e che, questa si, rischia il vero fallimento.
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