Il nostro esperto: in preparazione alla prova del concorso per ds, alcuni consigli e suggerimenti
Data: Domenica, 11 dicembre 2011 ore 00:05:00 CET
Argomento: Redazione


Fra qualche giorno finirà l’incubo e la tensione per coloro che, dopo aver superato la non facile prova di preselezione, sono ancor immersi tra le “sudate carte” e  si preparano ad affrontare il 14 e 15 dicembre  le prove scritte del concorso per diventare “dirigenti”  nelle scuole italiane.
Le due prove scritte anche se diverse nella forma , la prima  come “saggio” e la seconda come “analisi di un caso” tendono a rilevare la buona stoffa del futuro dirigente scolastico.
Occorre, infatti, manifestare con chiarezza la propria idea di scuola e come  nel groviglio della normativa si consegue l’obiettivo della crescita e formazione integrale degli studenti.
Nel saggio si affronteranno i temi connessi all’organizzazione  e alla  gestione della scuola, mentre  nell’analisi del caso si dimostrerà, quasi mettendosi in situazione  come , da dirigente , ci si comporrebbe in situazioni similari.
Sarebbe auspicabile che la Commissione  desse unitarità tematica alle due prove  consentendo di esplicitare nella seconda  prova quanto dichiarato nella prima, ma tale previsione  non è contemplata.
E’ certo però che la commissione leggendo gli elaborati vorrebbe “incontrare” e quasi “vedere” delle persone competenti, intelligenti, capaci di risolvere le questioni scolastiche , che   dimostrano di amare la scuola e di volerla migliorare nella qualità e nell’efficienza. Coloro che elencano ostacoli e difficoltà , quasi specialisti nella “complicazione degli affari semplici” non sono indicati per dirigere la scuola.
L’eccessiva e prolungata enunciazione di teorie pedagogiche, le prolisse citazioni, l’elencazione di norme  con numeri e date - ci vogliono anche, ma senza eccedere e senza legarle ai nomi dei ministri: Berlinguer ,Moratti, Fioroni. Gelmini , Brunetta -  non sempre contribuiscono a rendere manifesta l’idea di scuola del candidato e, restando sul generico e sul teorico,  non si evince la vera competenza manageriale  del futuro dirigente, colto, operativo, sensibile e attento agli studenti, capace di comunicare ed interagire con studenti, docenti e genitori.
Il dirigente leader e manager, tutor didattico e formatore, professionista dell’educazione,  non sempre si manifesta tra le righe dell’elaborato del concorso, ma la prova scritta ha questa funzione.
Tra i consigli pratici da dare, alla vigilia delle prove,  mi permetto suggerire di non  pensare di scrivere un trattato teorico, non ripetere l’enunciato del titolo assegnato e non esagerare nell’uso degli acronomi  come ad esempio:  Il DS, in collaborazione con il DSGA, predispone il P.A. che, sentiti gli EE.LL, risponde alle indicazione del POF, carta di identità dell’I.S., elaborato dal CD, e approvato dal CDI .
Se poi si affronta il tema della valutazione vengono fuori le UDA, il PEP, il PECUP  gli interventi didattici mediante il CLIL e le prove OCSE-PISA,  Per gli aspetti amministrativi  ci sarà il CIC , il DURC  e la dichiarazione di tracciabilità
Le tante sigle scolastiche, utili nel linguaggio comune, risultano poco opportune nel saggio del concorso, già carico di DPR e  D L e Dlg.  Così pure la ripetizione della sigla POF  del temine “autonomia scolastica” con i diversi aspetti applicativi  ( organizzativa amministrativa, didattica,  gestionale) stanca la lettura del testo
Il saggio, ben impostato, costruito attraverso uno schema che prende in considerazione tutte le tematiche del testo assegnato,   dovrà avere la caratteristica della chiarezza, dell’ordine, della consequenzialità nelle diverse fasi di svolgimento, della coerenza con i principi pedagogici, e della completezza nel coinvolgimento di tutte le componenti della scuola, senza dimenticare gli studenti, i genitori, i docenti o il personale Ata.
 Non serve al termine dello svolgimento usare l’espressione : “in  conclusione” , ma è più opportuno evidenziare  le prospettive future della tematica trattata: cosa succederà dopo, quali saranno  i miglioramenti apportati nell’organizzazione della scuola nell’ottica della qualità e dell’efficienza del servizio scolastico
 Nella seconda prova relativa all’analisi del caso, anche se è suggerita una forma schematica di analisi delle questioni e delle problematiche  evidenziate oltre al riferimento delle norme relative, occorre pur sempre, anche se in forma breve, manifestare la propria idea ed esprimere un giudizio di merito sulla questione, facendo notare che la soluzione proposta non potrà essere l’unica possibile,  ma  le soluzioni scaturiscono dai diversi contesti e  dalle variegate esigenze ed  interpretazioni delle norme specifiche.
Auguriamo buon lavoro e positivi risultati. In bocca al lupo.

Giuseppe Adernò
redazione@aetnanet.org






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