Scalfari, permette una domanda? Dobbiamo accettare “tutto” del professore Monti?
Data: Venerdì, 09 dicembre 2011 ore 09:26:29 CET
Argomento: Rassegna stampa


Caro Eugenio Scalfari, non sorprenderti se scrivo – dalle pagine de Il Fatto Quotidiano – una lettera aperta. Ho dedicato alcuni anni della mia vita alla lettura e allo studio dei tuoi libri. Ho avuto la possibilità di conoscerti, di dialogare, di sentire – con piacere – l’affetto della tua amicizia. Ho pubblicato Eugenio Scalfari e il suo tempo, e sto curando il Meridiano delle sue opere per Mondadori. Perché scrivo? Innanzitutto perché avverto qualcosa di strano nelle conclusioni dell’editoriale di Repubblica del 27 novembre 2011. Si parla del governo istituzionale di Mario Monti: “Chi non capisce che esso non confisca affatto la democrazia e non umilia affatto il Parlamento, al quale anzi affida piena centralità – scrivi – chi non capisce queste lapalissiane verità è in palese malafede oppure mi permetto di dire che è un perfetto imbecille”. Non va bene. L’intellettuale che ho apprezzato leggendo Alla ricerca della morale perduta (Rizzoli, 1995), non può aver pensato davvero che quanti usano una chiave ermeneutica diversa dalla sua, siano “perfetti imbecilli”.                         
 NON IGNORI certo il Principe dei Lumi, col quale–amabilmente – dialoghi: “In verità, signor de Voltaire, nessuno più di voi si è battuto perché la tolleranza diventasse un valore” (p. 100). La tolleranza, appunto. Dunque, perché negare – con una sola frase – decenni di dibattiti sul pluralismo delle idee? Penso (anche) al “Dibattito sul laicismo”, da te avviato nel 2005. Capisco la fiducia a un governo nato per uscire dalla crisi, per rimettere i conti in ordine, per liberarci dalle macerie del berlusconismo. Giusto. Ma è possibile porre domande – caro Eugenio – o, avendo criticato Berlusconi, dobbiamo accettare “tutto” del professore Monti?
E allora, andiamo alla sostanza: cosa dicono – al di là dello stile – le prime mosse del neo Presidente? Il suo governo chiude per davvero col berlusconismo, o ne rappresenta la continuità in settori chiave e nell'impianto generale? La scuola. Insegno Filosofia e ho vissuto da vicino, a Roma, le contestazioni studentesche al ministro Gelmini, il rifiuto di una politica che ha spostato denaro (troppo denaro) verso le scuole private, deprimendo le pubbliche di ogni ordine e grado. Cambia qualcosa col nuovo ministro? Non cambia assolutamente nulla. Risulta che Mario Monti abbia sostenuto la Gelmini e il ministro Profumo sia legato alla Cei e al Cardinal Bagnasco. C'è piena continuità. Possiamo non dirlo? Di più: come neoministro della Difesa abbiamo un ammiraglio, Giampaolo Di Paola, da tempo ai piani alti della Nato. Cosa possiamo aspettarci? Autonomia e indipendenza rispetto alle decisioni di Washington? Direi proprio di no. D'altronde, Monti non pensa a riduzioni delle spese militari: per ridurre il debito, colpisce il ceto medio. Dobbiamo stare allegri? Eancora: avevamo proprio bisogno – dopo Berlusconi – del nuovo conflitto d'interessi di Corrado Passera? Il neoministro dovrebbe tutelare l'interesse generale, contro la speculazione dei poteri forti e delle banche: è l'uomo giusto, avendo guidato per anni Banca Intesa? Sono temi noti, sui quali anche chi apprezza – come me – la statura intellettuale di Monti e “tifa” per il nuovo governo, manifesta delle perplessità.
QUANTO AL tema sollevato da Visentini, sul governo tecnico (che in realtà è politico), sono d’accordo: non c’è nessun golpe e nessuna violazione della democrazia. Tutto avviene dentro i paletti stabiliti dalla Costituzione. Ma questo – credimi – lo sanno anche i critici, da sinistra, del governo Monti. È una posizione che mi interessa, mi attrae (la critica da sinistra a Monti): non si nega la costituzionalità del governo in carica, se ne misura il valore – in termini di giustizia sociale – dalle scelte che compie. Se l’equità e la giustizia sociale hanno qualcosa a che fare con la democrazia, allora siamo chiamati a giudicare il tasso d’attenzione al demos che le misure del governo contengono. Da una prima lettura non mi sembra che ci sia equità. Troppi sacrifici per i poveri, pochi per i ricchi, esenzioni per il Vaticano. Hanno ragione Cgil Cisl e Uil, pagano sempre gli stessi. Tu scrivi che ci sarà un secondo tempo. Vedremo. Intanto Monti da Vespa – come dice qualcuno – somigliava a Forlani. Possiamo stare tranquilli? Si può non essere d’accordo con questa lettura. Giusto. Ma senza ostracizzarla con parole forti. Il rischio è difendere una presunta “verità assoluta”. Per un intellettuale come te che ha esaltato, anche di recente (“Per l’alto mare aperto”, cap. II “Nelle terre di Montaigne”), il valore del relativismo è peggio di un delitto. È un errore. Infine, una domanda: il governo Monti saprà opporsi alla linea “Merkel-Sarkozy”? Su questo ho le stesse perplessità di BarbaraSpinelli: “Dicono di voler salvare l’Europa, ma in realtà la stanno affossando”. È uno sguardo problematico, su uno dei momenti più difficili della recente storia d’Italia e d’Europa: l’unico che – nella situazione data – mi sembra giustificabile.       (di Angelo Cannatà da Il Fatto Quotidiano)

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