Precari ATA Catania: Insufficiente la scelta delle 30 scuole, si passi alla scelta dei distretti dall’a.s. 2012/13
Data: Giovedì, 08 dicembre 2011 ore 14:56:30 CET
Argomento: Opinioni


La tassa patrimoniale sul precariato la stiamo pagando anche noi!
Se non saranno modificate le attuali leggi di reclutamento del personale ATA saranno guai.  Questa è la sintesi di quanto sta accadendo dall’ 01 settembre.  Chiediamo al Governo Tecnico Monti e al suo Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Profumo di concertare con gli U.S.R., le OO.SS. e le parti sociali interessate, una modifica all’art. 554 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, nonché al D.M. 19 aprile 2001, n. 75  prevedendo non più, la scelta di “SOLE” 30 istituzioni scolastiche attraverso le graduatorie d’istituto di prima fascia, ma la scelta dei “DISTRETTI” in funzione della provincia di inclusione, che consenta al personale interessato di avere maggiori opportunità di supplenza sin dall’inizio della scuola, sin dall’01 settembre, anziché ad anno scolastico inoltrato. Ciò detto, non si possono affrontare estenuanti e dannose attese, domande su domande, perché l’esigenza di numerose famiglie viene prima di ogni cosa e altro non fa che peggiorare la già “PRECARIA CONDIZIONE” di quella che era la qualità e l’efficienza dei servizi ATA.
I sacrifici a cui saremo chiamati non consentono illusioni. Pertanto, se il lavoro è una priorità di questo Governo, si dia seguito a tutto ciò che è necessario affinché personale a tempo determinato incluso da diversi anni in graduatoria sia messo nelle condizioni di poter adempiere ai propri doveri di cittadino, così come sancito dalla Costituzione Italiana.
Tramite la Redazione Aetnanet, in passato, ho anche messo in evidenza quanto sia auspicabile procedere alla trasformazione delle Graduatorie Permanenti ATA in Graduatorie ad Esaurimento “NAZIONALE”, per facilitare ed accelerare le procedure di stabilizzazione “SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE”, fortemente volute dai precari ma frenate dai Concorsi sulla Mobilità Verticale seppur legittimi, dal passaggio dei Docenti Inidonei ai profili ATA di assistente amministrativo e tecnico, e dalla non sottovalutabile posizione giudiziaria di alcuni colleghi amministrativi indagati per “DICHIARAZIONI MENDACI”, sui quali pendono presunti reati penali e sui quali auspichiamo provvedimenti esemplari “QUANTOMAI ATTESI” da parte del Dirigente dell’A.T. di Catania qualora si dovessero confermare i reati di cui sopra.
I veri limiti del precariato risiedono certamente nelle scelte politiche operate dai precedenti Governi, ma quella che è mancata maggiormente è stata una adeguata rappresentanza sindacale che sapesse fare il buono e il cattivo tempo a difesa degli interessi dei lavoratori e individuandone al contempo limiti comprensibili ad una normativa, da rivedere non solo nei correttivi, ma anche nell’impianto iniziale, che si è rivelata l’anticamera di un triste primato: circa 100mila precari nella scuola, e una precaria efficienza ed organizzazione delle istituzioni scolastiche.  
A complicare le cose ci si è messa anche una crisi planetaria che vede i Mercati internazionali in grande fibrillazione, sotto scacco della speculazione finanziaria, che non consente passi falsi, che vede i paesi dell’aria euro in comprensibile difficoltà e che ha costretto alle dimissioni l’ex Presidente del Consiglio a cui è subentrato un Governo tecnico, capace di chiedere sacrifici in maniera obiettivamente non equa agli italiani, di  far pagare simbolicamente una tassa patrimoniale sul precariato, “e non a chi di patrimoni ne hanno a dismisura” allontanando o scoraggiando i futuri pensionati dal trattamento di quiescenza anticipato e ritardando inesorabilmente l’ingresso nel mondo del lavoro dei precari, con le loro legittime aspettative, con quali prospettive per i disoccupati non si sa. Rimane un interrogativo, a cui non sarà facile rispondere, almeno subito, almeno nel breve periodo. Ma questa è storia recente, le responsabilità vanno cercate nel passato, in un passato che ha caratterizzato politiche di sprechi e indebitamento pubblico, di evasione fiscale, di assunzioni non equamente distribuite su tutto il territorio nazionale su cui nessuno è stato capace di mettere la parola fine, creando i presupposti per una mobilità da Sud a Nord, sin dal dopo guerra, mai definitivamente interrotta.
Sulla rappresentanza sindacale, il cui ruolo rimane tuttora centrale e imprescindibile, si decideranno le sorti della scuola, ma è necessario ora più che mai, schierarsi senza indugio dalla parte dei precari, dei disoccupati e delle famiglie, con politiche sociali e del Welfare degne di un Paese del rango internazionale e del prestigio che ha l’Italia. Si rinnova a questa Redazione il grazie più sincero per aver dato voce alle numerose istanze dei precari per l’anno 2011 e per il suo tramite, ai numerosi esponenti politico - istituzionali sia regionali che nazionali a cui sono state rivolte le molteplici istanze dei precari della scuola e dei disoccupati.

Mario Di Nuzzo 
mario.dinuzzo@libero.it






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