Famiglie disorientate. Si tende a minimizzare fenomeno
Data: Mercoledì, 07 dicembre 2011 ore 14:37:07 CET
Argomento: Rassegna stampa


Tra le famiglie alle prese con la gestione del bullismo c'e' un diffuso disorientamento, un atteggiamento di inerzia (in parte riconducibile ad una scarsa conoscenza di questo fenomeno e alla complessita' della sua gestione) e una tendenza alla minimizzazione e alla normalizzazione. E' quanto emerge dall'Indagine Nazionale sulla Condizione dell'Infanzia e dell'Adolescenza di Telefono Azzurro ed Eurispes che fornisce una fotografia degli atteggiamenti, delle idee e dei comportamenti dei bambini e degli adolescenti presentata oggi a Roma.                        
 Forse i genitori, spiegano Telefono Azzurro ed Eurispes, non intervengono perche' sono poco a conoscenza di cio' che davvero accade nelle vite dei figli e minimizzano il fenomeno del bullismo: il 37,7% dei genitori, infatti, e' almeno un ''po''' d'accordo con le affermazioni come ''il bullismo e' raro, si fa molto rumore per nulla'' e che simili situazioni siano prive di ''gravi conseguenze''. Il 34,1% dei genitori si riconosce inoltre almeno un ''po''' nell'idea secondo cui ''il bullismo e' parte della normale esperienza dei bambini e degli adolescenti'', mentre un cospicuo 26,1% non esprime un disaccordo con l'idea che questi episodi siano addirittura ''un'opportunita' per imparare a gestire lo stress e le intimidazioni''.

I genitori messi al corrente di atti di bullismo subiti dai propri figli indicano di essere stati informati soprattutto di provocazioni e prese in giro ripetute (16,7%), seguono le offese immotivate (14,2%) e la diffusione di informazioni false o cattive sul conto del proprio figlio (9,4%). Minore e' il numero di furti di denaro (1,7%), percosse (2,3%) e minacce (3,2%).

Per contrastare gli atti di bullismo, i genitori suggeriscono ai figli soprattutto di ignorare il comportamento del bullo o dei bulli (15,2%) e li invitano a coinvolgere nel problema gli insegnanti (12%). Alcuni invece preferiscono lasciare il proprio figlio libero di decidere il tipo di comportamento da assumere in simili circostanze (8,8%). Piu' marginali le risposte ''attive'' messe in campo dai genitori: se e' vero che l'8,4% si rivolto personalmente agli insegnanti o al preside della scuola, solo nell'1,1% dei casi la famiglia della vittima ha optato per un confronto con quella del bullo. Ancora inferiore e', poi, la percentuale di coloro che si sono rivolti direttamente ai bulli (0,7%), che hanno sporto denuncia (0,7%) o che hanno optato per un cambio di istituto scolastico (0,1%).

Tra i genitori prevale un'inclinazione a sostenere indirettamente il proprio figlio dinanzi ad episodi di bullismo, anziche' intervenire in prima persona.  (ASCA)

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