Giuseppe Cosentino nominato capo della segreteria tecnica
Data: Lunedì, 05 dicembre 2011 ore 07:40:59 CET
Argomento: Rassegna stampa


Poco dopo la nomina dei due Sottosegretari, Elena Ugolini e Marco Rossi Doria, Il Ministro Profumo ha deciso di presidiare l‘Istruzione mettendo a capo della Segreteria Tecnica, un tecnico di alto profilo: Giuseppe Cosentino.
Giuseppe Cosentino ha svolto tutta la propria carriera al Ministero della Pubblica Istruzione dove entrò giovanissimo nel 1974, vincitore di concorso, appena laureato cum laude in legge.
Cosentino conosce ogni angolo, ogni anfratto, ogni tipologia di gestione politica, essendo passato indenne attraverso 20 diversi ministri dell’Istruzione, i cui nomi, a puro titolo di curiosità, rispolveriamo, partendo, per l’appunto, dal 1974: Giuseppe Cosentino è dunque, nel bene e nel male, la storia vivente di 40 anni di questo ministero.       Alla fine del 2010 Giuseppe Cosentino ha lasciato il MIUR  ed è stato nominato Commissario straordinario dell’INVALSI, quando il presidente Piero Cipollone si è dimesso per andare ad occupare un posto prestigioso a Washington alla Banca Mondiale.
All’INVALSI Cosentino ha conquistato la fiducia dei pochi “gloriosi superstiti”, su cui pesa tutta la gestione  e la ricerca in una situazione di superlavoro e di estrema precarietà, che ora si accentuerà. L’Istituto perderà infatti in un sol colpo sia  il Commissario straordinario sia il Direttore generale, Dino Cristanini, che andrà in pensione a fine mese.
 E questo proprio quando sull’istituto sembrano riversarsi aspettative e compiti strategici.
E’ noto infatti  che  alla richiesta di chiarimenti n° 13 e 14 dell’Europa, che ricordiamo sono stati:
 Quali caratteristiche avrà il programma di ristrutturazione delle singole scuole che hanno ottenuto risultati insoddisfacenti ai test INVALSI?
 Come intende il governo valorizzare il ruolo degli insegnanti nelle singole scuole? Quale tipo di incentivo il governo intende varare?
il Governo italiano ha risposto:
L’accountability delle singole scuole verrà accresciuta (sulla base delle prove INVALSI), definendo per l’anno scolastico 2012-13 un programma di ristrutturazione per quelle con risultati insoddisfacenti; si valorizzerà il ruolo dei docenti (elevandone, nell’arco d’un quinquennio, impegno didattico e livello stipendiale relativo); si introdurrà un nuovo sistema di selezione e reclutamento.
Sull’INVALSi, oggi decapitato, peserebbe dunque un compito enorme.
Nel frattempo c’è ancora chi ipotizza  che uno dei modi per valorizzare gli insegnanti sia il progetto Valorizza, i cui esiti saranno discussi a Roma il 7 dicembre dalle due Fondazioni a cui è stata assegnata la valutazione.
Questo avverrà  durante un convegno dal titolo significativo Premiare il merito si può.
In quella sede, non c’è dubbio, saranno evidenziati tutti gli aspetti positivi di quell’esperienza, tacendo, con ogni probabilità, sulla confusione delle sue finalità, sull’impraticabilità della sua generalizzazione, sul contrastato contesto in cui sono state inserite, sul numero insignificante delle scuole coinvolte e sulla totale marginalità dell’esperienza rispetto ai gravissimi problemi oggi sul tappeto a cominciare da una valutazione seria e rigorosa in ingresso, di cui quella  dei dirigenti è il tassello fondamentale. Così,  mentre ci si riempie la bocca di valutazione si è incapaci di procedere a un reclutamento di qualità dei dirigenti che tutte le ricerche internazionali indicano come il vero pilastro della scuola dell’autonomia e della valorizzazione del capitale umano e sociale nella scuola.
Il concorso dei dirigenti scolastici
E proprio a partire da quest’ultimo punto, ossia  da serie e rigorose prove concorsuali per i futuri dirigenti, che avranno effettivo inizio il 14 e 15 dicembre, che  si capirà se questo ministero, di cui il Dott. Cosentino porta oggi una ponderosa responsabilità, vorrà e saprà dare un contributo  di chiarezza sulla questione della valorizzazione del merito.
E’ vero che Giuseppe Cosentino potrebbe trincerarsi dietro l’ottima scusa di essere arrivato tardi. Ma non è proprio così, e noi esprimiamo fiducia, vorremmo dire la certezza, che vi sia consapevolezza sia nel Ministro sia nel Capo della segreteria tecnica che su questo concorso si giocano i destini di qualche migliaia di scuole per i prossimi 15/20 anni e che occorre intervenire subito.
Non si dica che la responsabilità è tutta  delle Commissioni. Non è vero.
Come andiamo dicendo da mesi,  questo concorso è nazionale, ha avuto:
prova preselettiva nazionale,
tipologia nazionale delle prove concorsuali   (per gli scritti un elaborato, e una soluzione di un caso),
 programma  nazionale,
 tempo concesso per le prove  definito nazionalmente,
ma si andrà a tracce degli scritti  differenziate a livello regionale con criteri di valutazione differenziati  a livello regionale! Questo sarà fonte di sperequazioni enormi.
La differenziazione nelle tracce delle prove non ha senso e non è esplicitamente prevista dal bando.
In ogni caso questo bando, a differenza del precedente, non definisce in che cosa consistono le prove.
E’ necessario che si chiarisca immediatamente l’impostazione delle prove:
- 1^ prova: Elaborato.  Che lunghezza? Che struttura? In qualsiasi Paese civile gli elaborati sono saggi brevi articolati con domande, lunghezza massima tre facciate, tali da rendere la correzione rapida, accurata, obiettiva e facilmente condivisibile dalla commissione.
- 2^ prova: Soluzione di un caso. Che impostazione? In qualsiasi altro Paese viene chiarita prima. Si guardi ad esempio la prova scritta del concorso a presidi in Francia (di cui abbiamo dato esaustiva pubblicazione); o anche nel Regno Unito o negli Stati Uniti (di cui pure abbiamo pubblicato esempi di prove). Il  caso è sempre presentato e contestualizzato in una specifica situazione, spesso accompagnato da  un mini dossier, ed è articolato con  domande, le cui risposte devono dimostrare se il candidato sa inquadrare il problema nella normativa e nel contesto organizzativo dato, sa trovare strategie per risolvere la situazione ed il problema in modo pertinente ed adeguato, e sa valutare il raggiungimento degli obiettivi. E’ del tutto evidente che la chiarezza dell’impostazione facilita l’applicazione di criteri obiettivi e trasparenti di valutazione.
I criteri di valutazione sono l’altra questione fondamentale Devono assolutamente essere nazionali perché nazionale è il concorso. Nel precedente concorso furono definiti nel bando.
Inoltre i criteri devono essere puntualmente articolati e indicati in forma gerarchica così da rendere le valutazioni degli scritti obiettive, trasparenti e omogenee sul territorio nazionale.
Ma non è finita. Si è persino riusciti a creare il caos sui testi di legge consentiti in sede di esame. Si chiarisca in modo uniforme per tutte le regione  le norme consentite, tenuto conto che i dirigenti nel loro lavoro devono saper consultare testi di tutti i tipi!
 DOTT. COSENTINO  INTERVENGA A RIPORTARE QUALITA’, RIGORE  ED EQUITÀ
e con Dante le diciamo:  Qui si parrà la tua nobilitate   (da Adi)

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