Chiusi in Abruzzo ventiquattro istituti con meno di mille alunni
Data: Lunedì, 05 dicembre 2011 ore 07:02:33 CET
Argomento: Rassegna stampa


Sono 24 gli istituti abruzzesi che saranno soppressi con il nuovo piano di riordino che prevede la chiusura delle scuole con una popolazione media inferiore a mille alunni. A dare l'allarme è il Partito democratico. «Dopo la sanità e i servizi sociali, ora il centrodestra lancia la sua battaglia contro la scuola pubblica, impedendo che l' Abruzzo si unisca alle altre 15 Regioni italiane che hanno impugnato un provvedimento pericoloso di fronte alla Corte costituzionale e avviando senza battere ciglio pesanti tagli sul sistema scolastico. A questo centrodestra non piace proprio che lo Stato eroghi servizi essenziali».    
 E' quanto affermano il segretario regionale del Pd, Silvio Paolucci e la responsabile Scuola, Gianna Di Crescenzo. Mentre 15 Regioni su 20 hanno impugnato quella parte della manovra estiva che impone loro di tagliare sull' istruzione pubblica, con la Conferenza Stato-Regioni che detta linee guida più morbide, il centrodestra sfila l'Abruzzo dal fronte bipartisan e si avvia alla soppressione di 24 autonomie scolastiche, da sommarsi alle 19 già soppresse nell'anno 2009-2010. Una decisione che comporterà il taglio di posti di lavoro nella dirigenza scolastica e amministrativa che saranno concentrati prevalentemente nelle zone interne e montane, dove potrebbero scomparire tutti gli istituti al di sotto dei mille alunni, colpendo territori già duramente colpiti per la scomparsa di importanti servizi sanitari e sociali. «E a questa nuova fase di tagli», proseguono Paolucci e Di

Crescenzo, «come ulteriore danno inferto al sistema di istruzione pubblica e alla scuola dell'obbligo, si sono aggiunti quelli contenuti nella legge di stabilità che azzerano il fondo per la gratuità dei libri nelle scuole elementari e riducono il fondo per l'erogazione delle borse di studio».

Per lo scorso anno scolastico, all'Abruzzo erano stati assegnati, dal governo, quasi 2 milioni di euro per la fornitura di testi agli alunni che adempiono all'obbligo scolastico, e 693mila per gli alunni della scuola superiore, che venivano poi ripartiti tra i Comuni. «Quest'anno quei fondi non esistono più», insistono Paolucci e Di Crescenzo, «quindi nessuna copertura per la fornitura gratuita o semigratuita dei libri di testo. Saranno le famiglie ad accollarsi quest'ulteriore onere, in barba all articolo 34 della Costituzione che assicura la gratuità dell'istruzione obbligatoria e il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi anche a chi è privo di mezzi».

Il programma dei tagli che prelude alla soppressionbe di 24 istituti è in fase di studio a livello provinciale. Con la riforma, sotto una popolazione di mille studenti, vanno accorpate scuole d'infanzia, elementari e medie. Eccezionalmente si può derogare al tetto dei mille studenti, come nel caso dell'Aquila che è esclusa per il terremoto. Il piano regionale sarà discusso martedì a Pescara nel corso di una riunione convocata dall'assessore alle Politiche sociali, Paolo Gatti. Chieti e Pescara hanno già definito il programma di riduzioni, Teramo è un po' in ritardo.    (da Il Centro)

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