La divinazione sull'unico intervento di Profumo a Fiuggi fa scuola dovunque. Ma c'è realmente discontinuità o dovremo rimpiangere Gelmini?
Data: Domenica, 04 dicembre 2011 ore 14:50:00 CET
Argomento: Redazione


L'intervento del ministro Francesco Profumo al convegno di una associazione di dirigenti scolastici ha messo in moto tutta una serie di articoli e opinioni che cerano di interpretare le sue reali intenzioni nei confronti della scuola e dell'istruzione, dopo le falcidie e il pressapochismo della passata amministrazione. Segnali da cogliere nelle sue parole insomma, come gli auguri romani con le interiora degli uccelli,  per interpretare il possibile futuro del Miur e la possibile sorte sia degli operatori della istruzione e sia degli alunni e delle loro famiglie ai quali ciò che interessa realmente è il diploma e una vita il più facile possibile tra i banchi degli istituti. Un esercizio, quello della divinazione, che anche noi vogliamo tentare considerato che ancora nulla di preciso e di certa ci viene dal neo ministro, ad eccezione della nomina dei due sottosegretari di cui sappiamo che una di loro, la preside Ugolini, avendo preso parte alla cabina di regia di Max Bruschi per la riforma “epocale” dei Licei, non vorrà toccato il riordino, sempre “epocale”, della sua ex ministra Gelmini e che comunque è là per garantire in qualche modo questo specifico passato.
Già quindi tale scelta potrebbe essere un pronostico certo, che poi lo stesso Profumo ha avallato senza nascondimenti al convegno di qualche giorno fa: niente riforme.  E non ritoccare la riforma significa lasciare il taglio delle ore e degli insegnamenti  tale e quale, e quindi non fermare l'emorragia di posti di lavoro a danno pure dei presidi, segretari e degli Ata con gli accorpamenti e i dimensionamenti fra scuole. Ha però il ministro fatto cenno alla personalizzazione della didattica che in un lampo ci ha portato alla ministra Moratti che proprio su questa categoria di pensiero insisteva fino alla spasimo, appoggiando le famose “Tre I” del presidente Berlusconi, insieme con la creazione ex abrupto di un tutore e di un portfolio che avrebbero accompagnato l'alunno nel corso della sua carriera scolastica. Tuttavia il problema come sempre non sta solo nella semplice proposta, ma nei riconoscimenti economici che questo aggravio di lavoro per i docenti porta con sé e di cui non c'è accenno nel contratto di lavoro ancora in auge, che fra l'altro è sempre bloccato e sul quale Profumo non ha detto nulla di nulla. Come mai?
Ha poi fatto un fugace cenno alla valutazione delle attività scolastiche con pratiche di “autovalutazione” affiancate a valutazioni esterne il cui perno è l'autonomia scolastica, e che in altri termini potrebbe significare l'aggancio a quel sistema di governance dove oltre al collegio dei docenti  e al dirigente vengano inserite altre “articolazioni” esterne rappresentate, pensiamo, da ciò che nella concezione del governo di destra era il famoso “Consiglio di amministrazione”  che allora a pieno titolo entrerebbe al posto del Consiglio di istituto. L'implementazione dell'autonomia dunque con i sistemi di autovalutazione potrebbe fare capo a questo nuovo soggetto governativo e dirigenziale della istituzione scolastica, mentre la valutazione sarà sicuramente affidata all'Invalsi secondo parametri che già ampiamente conosciamo  e che comunque andrebbero ancora a pesare sulla pelle dei professori. Fino a questo punto allora non riscontriamo discontinuità fra la gonna di Gelmini e i pantaloni di Profumo, senza per questo volere discriminare la parità sessuale, ma solo quella ideologica relativamente al nuovo corso così tanto atteso. Tuttavia un po' di luce dal famoso tunnel arriva allorché accenna allo sviluppo della professionalità dei docenti, che potrebbe dire: corsi di aggiornamento e  dare esito al più presto al concorso per dirigente tecnico la cui figura ci pare indispensabile, benchè il numero di 250 posti sia assai esiguo, per aiutare le scuole nelle progettazioni didattiche e pure, ma soprattutto, per vigliare sulle magagne che dei dirigenti “garibaldini” perpetrano in maniera indisturbata e incontrollata.
Anche coi finanziamenti “certi “alle scuole sembra farsi più vivida la lucetta che però fa intermittenza allorchè riprende la questione sulla formazione dei docenti che poi, pare di capire, dovrebbe essere quella iniziale, propedeutica per il reclutamento su cui, se effettivamente si vuole spazzare l'angosciante e annoso e incancrenito problema del precariato, aspettiamo Profumo e il governo di cui fa parte al varco per dare il giudizio  complessivo di merito. Per ora non pare,tranne qualche piccola cosa, ci sia grande differenza con la ex nostra Gelmini e sempre nella speranza di non doverla rimpiangere.

Pasquale Almirante
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