Napolitano boccia laicisti: vescovi possono fare visite pastorali nelle scuole pubbliche
Data: Domenica, 04 dicembre 2011 ore 07:25:14 CET
Argomento: Rassegna stampa


I vescovi se vorranno da ora in poi potranno recarsi in visita pastorale nelle scuole pubbliche senza avere il timore di essere denunciati da qualche genitore anticlericale. Proprio come è successo alcuni anni fa al vescovo di Grosseto, monsignor Franco Agostinelli che dopo aver salutato i bambini e le maestre della scuola elementare statale del terzo circolo didattico della sua città, si è visto al centro di un caso giudiziario nazionale destinato a fare giurisprudenza. A stabilire che le visite pastorali negli istituti pubblici sono legittime è stato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano che attraverso un decreto ha rigettato il ricorso straordinario presentato dal padre di un alunno.           Esulta l’avvocato della diocesi, Gianfranco Amato, che commenta: «Nel novero delle stravaganti iniziative dell’Unione Atei Agnostici Razionalisti, cui appartiene il genitore che ha dato il via al ricorso, tra improbabili richieste di sbattezzo, eliminazioni dei cappellani, abbattimento delle edicole religiose, cancellazione dei santi nella toponomastia, silenziamento delle capane cacciata delle suore negli ospedali e sradicamento delle croci dalle cime della montagna, stavolta c’è stata anche quella di intentare azioni legali contro le visite pastorali dei vescovi nelle scuole. Ma fortunatamente Napolitano ha bocciato i laicisti».

Il decreto del Capo dello Stato si rifà al parere n.335/2009 emesso dalla Seconda Sezione del Consiglio di Stato nell’Adunanza del 21 aprile 2010. I giudici amministrativi hanno riconosciuto che la «questione obiettivamente delicata e complessa in linea generale, coinvolge profili che attengono alla libertà di culto e di coscienza e alla funzione di servizio pubblico degli istituiti scolastici, statali e comunque integrati nella rete della scuola dell’obbligo».

Hanno però ritenuto di poterla «agevolmente risolvere sulla base delle norme che disciplinano l’autonomia delle istituzioni scolastiche». La visita pastorale, si legge nel dispositivo del Consiglio di Stato, «è avvenuta nelle ore di lezione; ma essa non si è svolta attraverso il compimento di atti di culto (eucarestia, benedizione, eccetera), ma attraverso una testimonianza sui valori, religiosi e culturali, che sono alla radice della catechesi cattolica, visti in connessione con l’esperienza religiosa e sociale della comunità territoriale». Una analoga iniziativa poteva tranquillamente essere svolta dai ministri di altre confessioni religiose presenti nella comunità territoriale in cui agisce la scuola, «a condizione che essi siano portatori di valori coerenti con i principi di tolleranza e rispetto delle leggi e della Carta Costituzionale». (da Il Messaggero)

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