Parlar bene a scuola e guardare al futuro
Data: Sabato, 03 dicembre 2011 ore 06:30:33 CET
Argomento: Redazione


Sette italiani su dieci non conoscono l’italiano e solo due su dieci hanno le competenze minime” Così da dichiarato il prof. Tullio de Mauro, linguista  e già ministro della pubblica istruzione. Si registra oggi un “analfabetismo di ritorno”  e la scuola non riesce a rispondere a tale emergenza. Le prove Invalsi e le le indagini OCSE PISA collocano la scuola italiana in una variegata posizione  e le regioni meridionali occupano i posti al di sotto della media nazionale.
Le dieci tesi per l’educazione linguistica democratica proposte da Di Mauro  hanno avuto breve vita  nella scuola italiana e le carenze degli studenti in ortografia non sono state colmate neanche attraverso i tanti progetti e attività aggiuntive che la scuola propone nell’offerta formativa.
La tradizionale pedagogia linguistica  si imbatte con i nuovi  alfabeti dettati dalle moderne tecnologie della comunicazione e non  essendo la scola pronta a gestire la didattica  dei nuovi linguaggi segna il passo ed i ragazzi svolgono  meccanici esercizi   pratici senza consapevolezza e responsabilità.
Anche le carenze nella  comunicazione e nella lettura che vede tanti ragazzi che si esprimono a singulti disarticolati, sono da ricercarsi nel pianeta scuola che trova difficoltà nell’insegnare a leggere e ad usare i nuovi linguaggi in maniera appropriata.
Nel prossimo mese di aprile un campione  significativo di quindicenni sarà coinvolto nell’indagine PISA per verificare le competenze acquisite in italiano, matematica e scienze ed in matematica finanziaria, in quanto ciò che la scuola insegna serve per la vita concreta  di tutti i giorni e quindi anche con le spese, bollettini di pagamento, carte di credito, bonifici. Dagli esiti di tale prove si registrerà il progresso della scuola italiana nel triennio.
Anche la lettura del giornale, un tempo spazio di apprendimento, adesso è in gran parte trascurata e poco insegnata. La difficoltà di scelta dei giornali da leggere , il solco della non lettura che impoverisce il linguaggio ed  il vocabolario
Per migliorare e rilanciare la scuola non servono nuove riforme, ha dichiarato il nuovo Ministro dell’Istruzione Francesco Profumo affermando : "In questa fase, non abbiamo bisogno di scrivere sulla carta nuove riforme, ne' dobbiamo intraprendere opere di ingegneria istituzionale. Insieme dobbiamo invece consentire alla scuola di sviluppare le capacità di rispondere, con flessibilità e progetti educativi più personalizzati, alle esigenze dei nostri studenti, tenendo conto che i mezzi di comunicazione e interazione dei ragazzi sono in continuo mutamento". Una scuola proiettata nel futuro "non può limitarsi a un'interazione unica e statica che si estrinsechi nel professore in cattedra e nello studente al banco di fronte". Il Paese oggi si trova "in una particolare situazione di difficoltà- spiega Profumo- ma sono certo che sia possibile ragionare su una nuova fase per la scuola, che, pur mantenendo una particolare attenzione sul fronte della spesa, sia però nella direzione del rilancio e dello sviluppo. Scuola, università e ricerca sono presìdi fondamentali, in una prospettiva di medio periodo per un Paese che voglia restare protagonista e non spettatore nello scenario internazionale". Il "rilancio e la promozione del sistema dell'istruzione e della ricerca sono fondamentali per il riscatto del Paese e per garantire un futuro ai nostri giovani.  Parola di Ministro, e vedremo cosa succederà nel concreto per dare ossigeno ad un malato terminale.
Certamente gli operatori scolastici , superando la crisi e la sfiducia del momento,  dovranno fare la loro parte per far risorgere la scuola verso una nuova primavera.

Giuseppe Adernò
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