Nativi digitali, dipendenti a 11 anni
Data: Mercoledì, 30 novembre 2011 ore 09:40:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


Hanno dagli undici ai ventitre anni e la loro vita si misura sullo schermo di un computer. Sono 'nativi digitali', nati cioe' dopo l'avvento del Web, e la ragione per cui passano fino a 16 ore davanti al computer, compromettendo le ore di sonno, arrivando a lasciare la scuola e le amicizie reali e', spesso, un gioco, soprattutto violento o di guerra, sul quale fanno ''un investimento emotivo formidabile''. Si esaltano, infatti, se ottengono risultati (virtuali), si deprimono se commettono sbagli e ''ricevono insulti dagli stessi compagni di gioco che li hanno esaltati''. Il quadro di questa generazione di ''nativi digitali'' per i quali il computer, a volte, puo' diventare una dipendenza pari a quella delle droghe e' stato fatto da Federico Tonioni, ricercatore in psichiatria all'universita' Cattolica del Sacro Cuore e responsabile dell'ambulatorio per la dipendenza da Internet del Policlinico Universitario Gemelli di Roma, nel corso di un incontro dedicato ai giovani e Internet.                 
   ''Dal novembre del 2009 abbiamo in cura 300 pazienti, il 20% adulti dipendenti dal gioco d'azzardo e dai siti per adulti e il restante 80%, da ragazzi giovanissimi provenienti da tutta Italia, dagli 11 anni ai 23 dediti ai giochi di ruolo on line o patiti di social network''. Alcuni hanno smesso di andare a scuola, altri, racconta Tonioni, in una reazione simile a quella dell'astinenza da droga, anche se gracili ''sono arrivati a picchiare i genitori quando sono state messe in discussione le ore di connessione''. ''I loro unici amici sono i compagni di guerra che li esaltano quando ottengono risultati e li insultano quando sbagliano - sottolinea - . Questo tipo di giochi non sono creativi ma solo sono eccitanti e compulsivi''. La terapia per questo tipo di dipendenza e' quella di colloqui individuali e sedute riabilitative di gruppo con una psicologa dove si rieduca all'emotivita'. Il sintomo rivelatore, per questi giovani ''nativi digitali'' a rischio dipendenza, secondo Tonioni, e' legato alle ore di connessione a cui si aggiunge il cruciale fattore di ritiro sociale dei ragazzi che ''rinunciano o non trovano alcun entusiasmo nelle attivita' fuori casa''.    (da ANSA.it)

redazione@aetnanet.org






Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-246168.html