Una scuola bocciata in equità e in democrazia
Data: Mercoledì, 30 novembre 2011 ore 09:00:00 CET Argomento: Rassegna stampa
Poco equa e
disarmata di fronte al cambiamento. Ecco come appare oggi la nostra
scuola media. Capace di portare inizialmente gli italiani
all'assolvimento dell'obbligo scolastico per otto anni, lì si è però
fermata. Oggi, sotto la pressione dell'innalzamento dell'obbligo a 10
anni, torna a interrogarsi sulla propria identità e l'immagine riflessa
dallo specchio non piacerà. Se ne parla oggi alla presentazione del
rapporto sulla scuola in Italia 2011 della Fondazione Giovanni Agnelli,
interamente dedicato quest'anno alla scuola secondaria di primo
grado.
Per i ricercatori vale il principio per cui più un sistema
scolastico è equo, più saranno alti i livelli medi di apprendimento.
Stando almeno ai dati rilevati nei test Timms International Association
for the Evaluation of Educational Achievement (iea), sulle coorti di
studenti prima in quarta elementare nel 2003 e poi in terza media nel
2007, il dato del primato della qualità degli apprendimenti di scienze
e matematica nella scuola elementare rispetto alla scuola media è
incontrovertibile. Ma anche mettendo alla prova quest'affermazione, i
ricercatori rilevano che alla scuola media, chi ha genitori più
istruiti (diploma, laurea o più), ottiene all'incirca tra i 24 e i 32
punti in più nei test di matematica e scienze rispetto ai colleghi con
i genitori meno istruiti (cioè solo con la terza media). «La cosa
singolare è che, quando si tiene conto del punto di partenza, si scopre
che il 90% del gap in matematica (circa il 75-80% in scienze) ha
origine proprio nella scuola secondaria di primo grado. Possiamo,
dunque, affermare che la scuola media unica fallisce proprio laddove la
scuola primaria riesce: contenere l'influenza delle differenze sociali
nei livelli di apprendimento».
Il problema poi non è solo l'equità. C'è un problema di scadimento
generale dei livelli di apprendimento dei nostri adolescenti. Il corto
circuito è nel passaggio tra elementari e medie.
La sinusoide dell'andamento dei risultati ai test Invalsi 2009-10
mostra un crollo dell'apprendimento in italiano e matematica in
corrispondenza del passaggio fra quinta elementare e prima media. Un
crollo importante, tanto che il recupero nel triennio non basta a
replicare i livelli dei risultati di apprendimento della scuola
primaria.
Il recupero dalla prima alla terza media fa tirare un respiro di
sollievo ai docenti, ma il fatto che rischi di restare spurio,
confermerebbe un problema del curricolo della scuola media, troppo
sbilanciato sul formato di quello delle superiori.
Un'indicazione preziosa volendo inquadrare una via d'uscita dalla crisi
della scuola media unica che, a questo punto o ha la possibilità di
contare su un arco di tempo più lungo, rispetto agli attuali tre anni
(come in Francia, dove dura 4 anni), in modo da poter funzionare
veramente da cardine del sistema di istruzione fra primo e secondo
ciclo, oppure deve poter concentrarsi su nuclei essenziali del
curricolo, anche a costo di sacrificare tutta una serie di insegnamenti
non in linea con la richiesta di competenze chiave per l'apprendimento
permanente (di cui alla raccomandazione di parlamento e consiglio
europeo 18 dicembre 2006). Resta questa, infatti, va ricordato, la
madre di tutte le indicazioni nazionali.
(di Giovanni Scancarello da ItaliaOggi)
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