Riabilitare personale già abilitato?! ...Questo è lo slogan ma dov'è la sorpresa??
Data: Martedì, 29 novembre 2011 ore 12:29:49 CET
Argomento: Associazioni


In risposta alle "scoperte" fatte da alcune sigle sindacati, riguardo alle contraddizioni contenute nel Decreto sui TFA e nei relativi Decreti attuativi, Adida ha pubblicato una breve riflessione, per ricordare la "maternità" di molte rivendicazioni e per ribadire il proprio impegno a proseguire nella battaglia.
L’Associazione Adida – Dopo il colpo di coda del Ministro Gelmini che, con i due “frettolosi” decreti attuativi ha voluto lasciare la traccia per i TFA al suo successore, scoppiano le polemiche e impazzano le rivendicazioni. Senza entrare nel merito delle ambiguità in essi contenute, citando numeri e passaggi per altro già sulla bocca di tutti, ci sembra importante cogliere comunque l’occasione per fare alcune dovute precisazioni.                                
  Forse a qualcuno è sfuggito come, da quando Adida è stata fondata, la battaglia in favore dei precari di III fascia sia stata condotta su vari filoni e che questi, in mancanza di un interlocutore disposto anche soltanto ad ascoltare, si siano tradotti in attività di ricorso per sollevare, presso le sedi competenti, tutte quelle problematiche che il Ministero dell’Istruzione ha insensatamente creato, attuando scelte e promettendo scenari che hanno letteralmente calpestato i diritti di migliaia di persone.
Senza scivolare in sterili elenchi, ricordiamo soltanto che la questione del riconoscimento del servizio quale parametro per valutare i lavoratori precari della scuola, anche quelli di III fascia, ha attraversato tutte le nostre istanze, anche legali, convinti che proprio questo fosse un inequivocabile elemento da tener presente e per la definizione del profilo stesso di insegnate e per ribadire che, in quanto lavoratori, anche i docenti di III fascia avevano dei diritti da rivendicare.
Eppure, in questi due anni di attività, spesso Adida è rimasta sola, unica voce fuori dal coro, a ribadire il valore abilitante del diploma magistrale (conseguito entro il 2002), che quella di insegnante è una professione regolamentata, che il CCNL sottoscritto anche per la III fascia non può essere per questi precari “carta straccia”, ecc.
E tutte le volte che, non ottenendo nulla sul piano politico, Adida non ha trovato altra strada che quella legale, si è attirata le incomprensibili accuse di quanti, senza motivazioni e senza la consapevolezza del diritto, hanno “sparato a zero” sulle iniziative dell’associazione, tacciandola di tutto, anche di speculazione e di frode.
Accuse alle quali non abbiamo dato seguito, lasciando ai fatti la risposta ad ogni pretestuosa e infondata accusa. Se i fatti tardano a manifestarsi poi, sul piano legale, non è certo “colpa” dell’associazione che, come tante, sta aspettando gli esiti di una giustizia lenta, frutto di quelle carenze strutturali alle quali, in Italia, ci stiamo drammaticamente abituando, anche quando ci toccano.
Ebbene, in questa frastagliata cornice, si collocano oggi le rivendicazioni di altre organizzazioni e viene da dire “ve lo avevamo detto” se non fosse che Adida, la prima a portare con convinzione certe istanze nei luoghi della politica e al MIUR, nelle aule dei tribunali, in Europa, la sola a cercare da subito, senza esiti, l’appoggio e il sostegno di altre organizzazioni e dei sindacati, consapevole che ogni azione di lotta è più forte se non si è soli, non può che compiacersi se altri, finalmente, hanno maturato la consapevolezza dei diritti delle categorie messe a dura prova delle “novità” del Ministro Gelmini.
Con la consapevolezza che la strada da seguire per portare a casa i risultati sperati, Adida ha continuato in questi mesi a sostenere l’esistenza di assurde contraddizioni nelle scelte della precedente amministrazione dei MIUR, e continuerà a farlo, con tenacia e determinazione, senza curarsi delle accuse, talvolta violente, talvolta ridicole, che quotidianamente è costretta a registrare. Che senso avrebbe rispondere a chi, senza fondati motivi o solo per amore di contrasto, cerca lo scontro invece della convergenza?
Pazienza, non saranno queste le ragioni che potranno indebolire la nostra determinazione, quella che ci ha guidato fino ad oggi, frutto della coscienza e della conoscenza di quei diritti che, come persone, prima che come docenti, rivendicheremo con energia fino alla piena realizzazione dei nostri scopi associativi.
Il Direttivo Adida     (da Adida)

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