La ricetta della Cgil per il governo Monti:«Per rilanciare l’Italia si inizi dalla scuola»
Data: Martedì, 29 novembre 2011 ore 09:43:06 CET Argomento: Sindacati
La
discontinuità di stile è già un buon segno. L’attenzione al parlamento,
la disponibilità al dialogo con gli studenti dichiarata dal nuovo
inquilino di viale Trastevere, anche. E però non basta. Sulla scuola,
«devastata» dalla gestione Gelmini- Berlusconi, la Flc Cgil chiama il
nuovo esecutivo a una vera e propria opera di «ricostruzione», che va
dal ripristino della legalità - le classi pollaio e gli organici
sottodimensionati sono stati bocciati anche dalle sentenze del
tribunale amministrativo - al ripristino delle 30 ore di lezione nella
scuola elementare, invece delle 27 o delle 24 previste dagli attuali
moduli, dalla messa in sicurezza degli edifici scolastici - «questione
non rinviabile al prossimo governo, ma emergenza nazionale da
affrontare subito» - alla stabilizzazione dei precari. L’organico di
diritto per l’anno in corso prevedeva 59.568 posti in meno di quelli
che poi è stato necessario introdurre nell’organico di fatto.
Stabilizzare quei sessantamila posti in più, che sono una realtà e non
un’opinione,
quindi.
Ad evitare gli incarichi al 30 giugno che costano oltretutto dai 532 ai
706 euro a testa in più rispetto a un contratto al 31 agosto. Ma in
futuro la Flc Cgil chiede di abbandonare il vecchio schema per
ragionare in termini di organico funzionale alle esigenze delle scuole.
Anche rispetto alle supplenze. Il sistema attuale fa acqua. E costa
alle casse dello stato un miliardo l’anno. Una cifra sufficiente a
coprire 40mila contratti a tempo indeterminato. Sono alcune delle
proposte con cui la Flc Cgil incalza il nuovo governo. Il segretario
nazionale Domenico Pantaleo ne ha discusso ieri con i responsabili
Scuola dei principali partiti dell’ex opposizione (Pd.Idv. SeL),
illustrando loro un dossier dal titolo- sfida: «Ricostruiamo l’Italia,
cominciamo dalla scuola».Al nuovo esecutivo la Flc Cgil, che sulle
proposte ha già incassato il consenso dei partiti di ex opposizione,
chiede segnali tangibili di «discontinuità» (anche nella struttura del
ministero). Tre anni durissimi alle spalle, 3 anni in cui alla scuola
sono stati tagliati 8miliardi e 130mila posti di lavoro. Primo, dunque:
considerare l’istruzione come strumento per uscire dalla crisi e
noncome fattore di costo su cui continuare a tagliare. «L’Ocse stima
che un anno di istruzione aggiuntiva accelera il tasso di crescita
dello 0,45%», ricorda il dossier della Cgil. Mentre l’Italia ha ancora
un tasso di dispersione scolastica pari al 18,8% quando l’obiettivo
indicato nella strategia Europa 2020 è del 10%e la media europea è già
oggi già del 14,4%. E se nel 2003, gli studenti che decidevano di
passare al secondo ciclo di istruzione erano il 63%, oggi sono il 54%.
Il punto da cui la Flc Cgil suggerisce di ripartire però è la scuola
dell’infanzia. Cinquecento classi in più l’anno per andare incontro
alle richieste delle famiglie e dare il segno che anche quella è parte
integrante del sistema scolastico. Trenta ore alle elementari, tempo
prolungato alle medie, no alle classi pollaio, biennio comune alle
superiori, marcia indietro sull’apprendistato che «di fatto abbassa
l’obbligo ». E infine un nuovo piano di assunzioni da ripensare in
funzione di questi obiettivi e non del turn over, come faceva il piano
del precedente governo. Da una parte, un concorso- concorso per fare
spazio ai più giovani. Dall’altra l’esaurimento delle graduatorie, da
verificare. Quanto all’edilizia scolastica, che la Flc Cgil indica come
emergenza nazionale: «Servono subito 5-6 miliardi », scandisce
Pantaleo. Mentre Francesca Puglisi, responsabile scuola del Pd ricorda
che ce ne sarebbero già 4,5 nelle casse dei Comuni virtuosi che il
Patto di stabilità impedisce di spendere.
(di Mariagrazia Gerina da l'Unità)
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