“Il tempo pieno pomeridiano primo passo per cambiare”. Gavosto: per i ragazzi la didattica frontale è noiosa e antiquata
Data: Martedì, 29 novembre 2011 ore 08:19:30 CET Argomento: Rassegna stampa
Andrea Gavosto,
direttore della Fondazione Agnelli, nel vostro ultimo Rapporto la
scuola media viene promossa, rimandata o bocciata?
«Bocciata, senza dubbio. Speriamo che
recuperi in tempo ma per ora non c’è possibilità di dare altro
giudizio».
Dov’è il problema?
«E’ su due fronti. Per quel che
riguarda l’apprendimento l’Italia è il Paese dove nel passaggio da
elementari a medie maggiore è il peggioramento del rendimento
scolastico rispetto ad altri Paesi. C’è poi il fronte dell’equità. Il
tentativo di portare tutta la popolazione studentesca italiana ad uno
stesso livello di competenze è fallito. Oggi esistono ragazzi che, per
le caratteristiche della famiglia da cui provengono, sono
automaticamente ai margini del processo scolastico proprio a partire
dalle scuole medie. In genere sono quelli che poi abbandonano alle
superiori.
Di chi è la colpa?
«Parlare di colpe è ingiusto in questa situazione».
Allora che cosa non sta
funzionando?
«I professori sono troppo anziani. La gran parte di loro ha fra i 58 e
i 60 anni. C’è una discontinuità didattica molto elevata, una
formazione molto scarsa nelle tecnologie, nelle didattiche innovative.
C’è poca motivazione. Vari problemi hanno origine da queste
caratteristiche dei professori e hanno fatto sì che la scuola media
rimanesse immobile mentre tutto intorno cambiava.
Come uscirne? Ancora una riforma nella scuola?
«Escludiamo una riforma dei cicli. Abbiamo esaminato a lungo
quest’ipotesi, presenta vantaggi e svantaggi ma, dopo averli ponderati
con attenzione, non siamo convinti che possa avere un effetto positivo
unire un pezzo delle medie alle elementari ed un altro alle superiori».
E quindi come si può uscire
da questo stallo?
«Quella dei preadolescenti è una fascia di età molto particolare. Ha
sue caratteristiche diverse da quelle dell’infanzia e da quelle della
vera adolescenza. E’ giusto che il ciclo sia diverso. Sarebbe utile anche alle medie estendere il
tempo pieno del pomeriggio. Permetterebbe di aiutare chi viene da
situazioni svantaggiate rispetto agli altri, di sperimentare didattiche
diverse da quella frontale che risulta noiosa e antiquata per i ragazzi
di oggi, e la concentrazione su poche materie al mattino lasciando al
pomeriggio le materie opzionali. Ma c’è anche un elemento da tener
presente, ed è stata una sorpresa anche per noi».
Quale?
«Gli
istituti comprensivi: finora erano stati creati per motivi di
risparmio, invece rappresentano un modello vincente».
(da LaStampa)
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