Agitazioni e occupazioni studentesche a Napoli, ora basta!
Data: Lunedì, 28 novembre 2011 ore 19:25:12 CET Argomento: Istituzioni Scolastiche
Ad un mese circa
dalla pausa natalizia, come di routine, in molti Istituti
Superiori della Regione Campania si sta
attuando l’ormai consueto rito delle
occupazioni. Molti studenti lo vivono come una sorta di diritto
acquisito, un adattamento del calendario che consente di traghettare
questo periodo dell’anno scolastico direttamente alla sospensione
natalizia.
Questa goliardica consuetudine, fonte di diletto, impegno e
partecipazione da parte dei nostri studenti, si ripete ormai
nell’indifferenza generale: assenti i genitori
sempre più inadeguati a svolgere il loro compito educativo,
inspiegabilmente tolleranti gli organismi governativi (dalla
magistratura alla prefettura), distanti le istituzioni
ministeriali ( USP, USR, MIUR ). Tutti coloro che dovrebbero
garantire la regolarità del servizio-scuola si dimostrano
puntualmente incapaci di far fronte ad eventi che ricorrono
con rituale cadenza; eventi che sono favoriti proprio
dalla sperimentata inidoneità delle risposte date dai genitori,
dai magistrati, dai prefetti, dai ministri e dai dirigenti degli USR,
passando anche per il ‘fancazzismo’ di alcuni docenti che in queste
situazioni non mancano, come si dice a Napoli, di “azzupparsi il pane”.
Del resto, come definire l’atteggiamento di un direttore
regionale che, avvisato dell’aggressione subìta da un preside durante
un tentativo di occupazione, si è defilato pilatescamente non
emettendo comunicati o direttive per non correre il rischio di “alzare
il livello dello scontro” e ritrovarsi con tutte le scuole della
Regione occupate dagli studenti??????
A dire il vero qualche aggettivo ci sovviene immediatamente, ma da
uomini e donne di cultura preferiamo citare Manzoni che riferendosi a
Don Abbondio diceva “Il coraggio, uno, se non ce l'ha, mica se lo può
dare”, ma pensiamo anche che essere guidati da un timido non è, di
questi tempi, quanto di meglio possa capitare alla scuola di questa
sventurata regione.
Del resto, il Sistema Scuola ha già scelto come capro
espiatorio da sacrificare sull’altare della pacificazione e
della comprensione il Dirigente scolastico che quasi sempre é da solo a
fronteggiare una generazione di giovani arrabbiati, masse di
occupanti organizzati, manipoli di vandali scatenati. Il rituale,
ormai logoro , è sempre lo stesso: segnalazioni alla polizia,
identificazioni, denunce di vandalizzazioni, qualche articolo sui
giornali per i casi più eclatanti, dirigenti che si ritrovano
asserragliati nei propri uffici e che fanno salti mortali per
evitare che tutto venga distrutto, rubato, devastato in nome di quello
che sembra ormai una sorta di “rito di iniziazione ” dei nostri
adolescenti verso l’età adulta.
Noi diciamo ad alta voce: “ORA BASTA!!!!!!! “
Un Paese civile e democratico, nel pieno di una
drammatica crisi economico- finanziaria, non può
assistere inerte allo spreco di denaro pubblico.
L’interruzione forzata delle attività didattiche, la reiterata
vandalizzazione di decine di scuole, è uno scandaloso
ed intollerabile sperpero di risorse. Se poi mancano le garanzie delle
istituzioni, nulla può il coraggio dei dirigenti scolastici. E’ inutile
combattere in trincea se nelle stanze dei bottoni imperano la pavidità
della classe dirigenziale e l’inettitudine del
sistema politico-istituzionale.
Chiediamo ai colleghi di non immolarsi più oltre, effettuate le denunce
di rito dichiarino immediatamente la propria incompetenza a gestire una
problematica che è innanzitutto di ordine pubblico. Ricordiamo,
infatti, che tenere aperta una scuola durante un’occupazione espone
innanzitutto i dirigenti, quali datori di lavoro, a conseguenze
estremamente gravi in caso di aggressioni, infortuni, tanto più
se causate da “terzi” che spesso si “infiltrano” durante le occupazioni.
In caso di occupazione o di rifiuto degli studenti di seguire le
lezioni, se si ravvisa la mancanza di condizioni di sicurezza,
non abbiano remore ad adottare tutti i provvedimenti che ritengono
necessari, a partire dalla consegna delle chiavi della scuola nelle
mani delle forze dell’ordine fin quando non siano ripristinate adeguate
condizioni di sicurezza.
Suggeriamo di definire chiaramente, all’interno dei Regolamenti
disciplinari di ogni scuola, sanzioni ‘specifiche per le
occupazioni studentesche’: che siano dure e prevedano una valutazione
negativa dei comportamenti. Ascoltiamo il fronte di coloro,
docenti e genitori, che chiedono il regolare ripristino delle
attività didattiche, e il rispetto del diritto allo studio.
La vera rivoluzione, se i nostri studenti fossero in grado di capirlo,
sarebbe chiedere al “sistema” una scuola che li faccia studiare davvero
e che sia in grado di prepararli all’ingresso nel mondo del lavoro, per
aspirare ad un futuro lavorativo quantomeno dignitoso. E invece la
scuola di oggi, che viene occupata per tirare un altro mese di vacanza
è in gran parte poco più di un parcheggio ideato per far pascolare
senza pericolo masse di adolescenti ai quali non si riesce ad offrire
niente di meglio.
Alle autorità politico - amministrative, dal Ministro al Prefetto ed al
Direttore Regionale, chiediamo di non lasciare che questo problema
venga affrontato esclusivamente dai dirigenti scolastici e dalle forze
dell’ordine, prevedendo procedure e misure che da un lato salvaguardino
il diritto costituzionale a protestare nelle forme consentite dalla
legge, ma che dall’altro salvaguardino il fondamentale diritto di ogni
alunno a poter studiare ed apprendere.
Ciotola Vincenzo
ciotola.vincenzo@gmail.com
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