Se da una parte impugnano il ricorso, gli stessi organismi organizzano corsi preparatori alle prove scritte
Data: Domenica, 27 novembre 2011 ore 17:31:03 CET Argomento: Opinioni
Lettere in redazione
In riferimento alla lettera di Anna Maria Bisciotti.
Interessante la scelta di pubblicare le riflessioni di Anna Maria
Bisciotti circa il concorso per Dirigenti scolastici. Interessanti le
sue considerazioni, che evidenziano scarsa conoscenza delle norme,
pressapochismo nell’analisi e scarso rispetto per l’impegno dei
partecipanti tutti, prescelti o prescartati che siano. La sentenza del
TAR non ci dice ciò che Anna Maria Bisciotti ci ha voluto leggere (le
preselezioni non sono impugnabili, non si intendono selezionare le
professionalità ma solo un indistinto “numero” compatibile con i posti
a disposizione e amenità simili). Il TAR ci dice, semplicemente, che
non ci sono gli estremi per accettare un ricorso di massa, in quanto la
prova preselettiva è stata svolta e ha dato i suoi esiti.
Quindi, il 6 dicembre, si saprà se tutto il concorso è da rifare,
oppure se si può andare avanti. In fin dei conti semplice, più che
ridicola, la sentenza del TAR. E fa anche paura, questa sentenza, a
coloro che da settimane urlano contro l’inadegutezza della prova
preselettiva, perché annullare l’intero concorso sarebbe davvero la più
grande delle ingiustizie possibili. E infatti nessuno tra i sindacati
ricorrenti ha mai chiesto l’annullamento del concorso. Ma su questo si
deciderà, il 6 dicembre, con buona pace di tutti. Quanto al merito
delle cose, io penso ciò. La prova pre-selettiva ha avuto contorni a
tratti ridicoli, domande sbagliate, procedura medievale, tempi stretti.
Il problema è che questi limiti li hanno notati solo appunto i
candidati, che si sono fatti una, due, tre, quattro o più volte i circa
5mila quiz. Dai blog, dai forum, dalle pagine facebook dei candidati
sono state evidenziate le domande errate, che nessuno degli abili
avvocati, dei sindacalisti, dei paladini del consumatore ha
probabilmente letto né allora, né letto ancora oggi. Il copione a cui
si riferisce Anna Maria Bisciotti era in effetti già scritto: nessuna
protesta prima della prova pre-selettiva, nessun ricorso preventivo,
nessuna seria segnalazione, nessuna richiesta di annullamento per
evidente fragilità della procedura, anzi, corsi preparatori alla prova
pre-selettiva, organizzati in fretta e furia, in poche ore, a caro
prezzo, da tutti i sindacati e organismi che oggi urlano, ricorrono,
chiamando ridicolo il TAR e quella prova pre-selettiva per la quale
hanno già incassato i soldi dei corsi preparatori, ai quali si aggiungo
le centinaia di euro a cranio che vengono oggi chieste per portare
avanti i ricorsi. Questo è il copione. E infatti, mentre da una parte
si porta avanti il ricorso contro la preselezione, gli stessi organismi
ricorrenti organizzano corsi preparatori alle prove scritte. Simpatica
la cosa, no? La verità è semplice, ma evidentemente nessuno ha voglia
di dirla. La preselezione è stata
organizzata in modo approssimativo, soprattutto per la procedura del
“librone rosso”, che ha portato via tanto tempo a coloro che,
preparati, non sono riusciti a completare nei termini la prova. Tanti
sono stati quelli che sono riusciti a fare 70/80 domande, per limiti di
tempo, e sono gli unici che avrebbero diritto ad una seria difesa delle
loro prerogative, rispetto ad una procedura preselettiva
incomprensibilmente macchinosa. E invece a ricorrere ci sono
soprattutto le migliaia di persone che hanno azzeccato 50 domande su
cento, o anche meno, quelli che hanno partecipato perché “io ce provo”,
quelli che hanno appena annusato i 5mila quiz usciti oltre un mese
prima della preselezione, e che oggi sono difesi nei loro presunti
diritti da schiere di avvocati. Questo è il copione, non un
altro. E particolarmente odiosa è la considerazione che fa Anna Maria
Bisciotti in merito al fatto che solo i raccomandati, solo quelli che
hanno frequentato i corsi dei sindacati, solo quelli che hanno avuto
“imbeccate” avrebbero superato la prova: il sottoscritto ha registrato
96/100 alla prova, ha frequentato per mesi (non per 20 ore) il corso di
formazione della CGIL (che ovviamente ha trattato le 8 aree del bando,
che altro avrebbe dovuto trattare per essere considerato un corso
serio?), e posso tranquillamente sostenere che aver frequentato quel
corso non è servito assolutamente a niente per superare la prova
preselettiva che, come tutti quelli che l’hanno sostenuta sanno, è
stata sostanzialmente un enorme sforzo mnemonico e basta. Certo, essere
preselezionati con quelle modalità e quei contenuti ha anche aspetti
farseschi, ma durante l’estate dove erano i baldi avvocati degli
attuali ricorrenti? In vacanza, beati loro.
David Nadery
nadria66@yahoo.it
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