A Bologna, maestra sospesa, i genitori chiedono il reintegro
Data: Domenica, 27 novembre 2011 ore 13:00:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


Per una lezione sul bene ed il male, citando un passo dell’Apocalisse, una maestra delle scuole elementari “Bombicci” di Bologna si è vista sollevata per tutto questo anno dall’incarico di insegnante di religione cattolica.  Si tratta di una maestra statale, Cristina Vai, con 30 anni di esperienza e oggi con l’appoggio del deputato del Pdl Fabio Garagnani e dei genitori dei suoi alunni, tutti schierati al suo fianco per contestare quello che lei chiama un “provvedimento punitivo” e per chiedere il suo reintegro.   
            La decisione presa nei confronti della docente dal preside Stefano Mari (duramente attaccato da Garagnani) è scattata a seguito di una lettera dei genitori di una alunna (ora spostata in un’altra sezione). “Mi accusano di averla turbata” con il passo biblico che narra della caduta degli angeli, “mi si accusa d’aver messo in contrapposizione buoni e cattivi e di aver detto che i cattivi vengono puniti, come se quel passo fosse una storiella...”, racconta la docente nella sede del Pdl. “Ma il bene ed il male ci sono in tutte le favole... E i bambini fanno esperienza del male per cui lo devono conoscere”. Rispetto a tutto questo il dirigente scolastico “ha preso per buono quello che gli ha raccontato una mamma, senza sentire il dovere di interpellarmi, senza contraddittorio: non può farlo”, contesta la maestra.
 
Garagnani non ci ha visto più: ha presto carta e penna e interrogato il ministero, chiedendo sanzioni per Mari e il ripristino della “legalità scolastica” alle “Bombicci”. E, aggiunge, “una volta tanto non sono solo io che intervengo, ma accanto a me, con coraggio, ci sono l’insegnante e i genitori”.
Secondo il deputato, il preside non aveva il potere di sollevare dall’incarico la docente in quanto ha decidere sugli insegnanti di religione è la Curia.
 
Per Garagnani si conferma “il tasso di ideologizzazione” nella scuola bolognese e la tendenza a vedere l’insegnamento della religione cattolica “anomalo ed estraneo alla scuola: le ore sono all’inizio o alla fine delle lezioni e in aula non si parla della religione cattolica apostolica e romana ma si fa storia delle religioni o si parla di pacifismo”.
 
Cristina Vai vede un solo motivo di consolazione: “Così posso testimoniare la mia fede”. Ma non le va giù. Le hanno contestato anche l’uso di immagini di Guido Reni durante ‘quella’ lezione (era metà ottobre). Dice d’aver parlato con un avvocato che considera incomprensibile la vicenda, mentre il primo riscontro dal responsabile dell’Ufficio diocesano per l’insegnamento della religione cattolica, don Raffaele Buono, “è stato una gran delusione”.
 
Oggi però al suo fianco ci sono i genitori, compresi quelli che non mandano i figli a religione, e di ex alunni. La sospensione dall’incarico “è una offesa personale- dice la maestra che insegna anche altre materie- poteva punirmi in mille modi, perché togliermi proprio religione?”. Quella lettera di ‘stop’ arrivata la settimana scorsa “è un attacco a me e alle prerogative della Chiesa”. Di lettere ne ha ricevute tre, una poco prima dell’ora di religione.
Vai (che racconta di aver convintamente votato contro iniziative e scioperi anti-Gelmini decisi nella scuola), dice di essere stata “attaccata anche in passato”, ma “di non aver mai avuto problemi” e ora aspetta le mosse della Curia. I genitori avrebbero preferito vedere Mari intervenire su altri docenti di religione considerati inadeguati e ore sono “amareggiati e sbalorditi” per un provvedimento “immotivato” e “ingiusto”; della correttezza di Vai non dubitano, apprezzandone “il lavoro” e condividendone “programma e metodi”.
      (da  Quotidiano.net )

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