Raggiungerà il governo Monti la meta? E Profumo avrà qualche certezza in più?
Data: Sabato, 26 novembre 2011 ore 08:00:00 CET
Argomento: Redazione


Rigore, equità, sobrietà:  sembrano parole lunari ; sono, invece,  le parole  programmatiche d’ordine-guida, direi - quasi francescane- con  le quali il  prof. Monti  ( insieme con  la sua novella squadra di Ministri “bocconiani”),  assumendo l’incarico di nuovo presidente del Governo,  ha voluto impegnarsi   formalmente davanti al Parlamento  a fare uscire-quanto prima-  dai marosi della crisi ,- etico politica economica e culturale-, questo nostro Belpaese  stanco e sfiduciato, sbrindellato, e un po’ irriso, corrotto e involgarito, oltre misura, da un ventennio di  allegro populismo demagogico- hard-berlusconese. 
Ce la farà l’esperto nocchiero a raggiungere la mèta, a mantenere fede ai suoi buoni e giusti propositi? Noi ce lo auguriamo di tutto cuore. C’ è un bisogno  urgente di riunificare il Paese, e  una grande voglia di  risanarlo, di ridare  decoro e fiducia alle sue  istituzioni  democratiche, alle sue irrinunciabili istanze costituzionali, alla sua gente onesta e laboriosa, che non ne può più di essere illusa e depauperata in ciò che sono , e restano, i suoi  diritti fondamentali,  più essenziali e sacrosanti: il lavoro, la giustizia, la cultura ,ecc. ecc.
 E, a proposito  di politica culturale della scuola, speriamo   che dal nuovo ministro della P.I., professore FrancescoProfumo,  venga qualche  certezza in più circa il futuro dei giovani, un segnale di “discontinuità “ programmatica più forte, non  solo verbale, ma più fattuale e credibile, rispetto a quanto operato dal precedente governo in materia scolastica.
 Signor ministro, visto che Lei considera, giustamente,  gli studenti  “una grande risorsa “ per questo Paese, e, per pratica professorale  ed ‘ habitus’ suo proprio  mentale, crede nell’apertura del dialogo ed  è abituato a dare  ascolto alle “voci del mondo della scuola e dell’università, a valorizzare i talenti umani”,  ci pare doveroso  che  espliciti, senza  ambagi di parole, quali siano per  essere le azioni di discontinuità –per così dire – più qualificanti,  più propositive e migliorative che, nell’immediato, il Suo dicastero, in sintonia d’intenti con l’esecutivo del nuovo governo, intende   promuovere e perseguire  in alternativa a quelle  profilate dalla riforma cosiddetta “epocale” del suo predecessore, ministra Gelmini .
 Dalle nostre parti, saggezza popolare recita  che ” senza  soddi, non si canta missa ”; tradotto in lingua  significa, nel caso specifico : senza  risorse finanziarie adeguate  da investire per la scuola , nessuna riforma efficiente e di qualità  è possibile,  né credibile, fare.
 “ Scuola, università e ricerca restano - Lei  ha detto-  presidi strategici per assicurare all’Italia un futuro solido e prospero, per dare certezze ai giovani, per consentire a tutti i cittadini di assecondare il proprio talento e le proprie ambizioni”.  Ben detto!  Ma, in questo momento di vacche magre, ci consenta di chiederLe: da dove prenderà i soldi per potere” accrescere i livelli di istruzione della forza lavoro” e rendere i nostri giovani più competitivi nell’agone  europeo? Come intende risolvere la riorganizzazione della rete scolastica e razionalizzare le risorse professionali  della scuola? Quali speranze di sopravvivenza per i precari sono plausibili e auspicabili se si dovesse dare continuità di  applicazione al Piano programmatico del ministro Gelmini del 2008? E’ vero: Il precariato è la conseguenza di un criterio di reclutamento  del personale scolastico  ancorato a un sistema partitico a cui per anni l’amministrazione centrale, in passato, ha accordato i suoi favori, con il complice sostegno dei sindacati,  calibrando artatamente il rapporto tra domanda e offerta di lavoro sulla base  dei desiderata del più becero clientelismo politico, e  creando  ad arte un numero di cattedre superiore al numero effettivo degli alunni; tutto questo  ha certo  contribuito ad appesantire ulteriormente  il deficit delle  casse dello Stato. Per non dire di tutte le sanatorie e promozioni ‘ope legis ‘che hanno permesso  a tanti docenti,   senza sottoporsi ad alcun concorso pubblico nazionale, di guadagnarsi  dei posti al sole altrimenti insperabili!
 Ebbene, senza fare –come si dice- di tutt’un’erba un fascio,  come intende ovviare a  codeste incongruenze ed ingiustizie, il signor Ministro??  Come pensa di riequilibrare il sistema scolastico per ridargli  la dovuta serietà?  Con quali mezzi  intende incentivare la ricerca dei ricercatori?  Se crede  che ci sia un   diffuso “fannullonismo” sessantottino,  infiltrato indebitamente  nella pubblica  amministrazione,  di cui parlò ( e parla ) Brunetta , cosa  progetta  per debellarlo?  Ha  un’idea, il signor Ministro,  per ripristinare  dignitosamente la funzione culturale e lo statuto sociale  ed economico dei docenti,  tanto declassati in questo nostro Belpaese da un  ventennio a questa parte, e  demotivati più del giusto? Si batterà per la laicità dell’insegnamento e la libertà di pensiero, secondo il dettato costituzionale?  Qual è il sua strategia politica  riguardo  ai  contributi da elargire  a favore delle scuole private? Provvederà, in via prioritaria, alla logistica scolastica pubblica  e al suo ammodernamento in vista delle future sfide tecnologiche?  Ritiene che debbano essere rivisti  o corretti , o  riscritti alcuni degli attuali disegni di legge riguardanti la Scuola , l’Università , il mondo della ricerca ( vedi: Aprea, Goisis , ecc. ecc.)?
Signor Ministro, sappiamo che Lei ha a cuore la scuola, e la scuola  pubblica in particolare. Abbiamo fiducia, per questo, nelle sue capacità, nella sua efficienza e nella sua volontà di voler cambiare in meglio le cose della scuola  Vogliamo sperare, perciò, che saprà dare le giuste risposte alle nostre domande , sia come politico e sia, soprattutto , come uomo di cultura.  Buon lavoro !

Nuccio Palumbo
redazione@aetnanet.org






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