Servizi senza lacrime. La rivoluzione informatica può ridurre i costi anche dell'istruzione.
Data: Venerdì, 25 novembre 2011 ore 11:44:31 CET
Argomento: Rassegna stampa


Un famoso principio dell’economia sostiene che il costo dei servizi (come sanità ed educazione) tende a crescere in relazione al costo dei beni (come prodotti alimentari, olio e macchinari). Il che sembra vero dato che in tutto il mondo gli individui possono a malapena permettersi i costi, in continua crescita, della sanità e dell’istruzione che sembrano aumentare ogni anno più rapidamente dell’inflazione complessiva. Tuttavia, una forte riduzione dei costi della sanità, dell’educazione e di altri servizi sembra ora possibile grazie alla rivoluzione informatica in atto.
Il costo dei servizi rispetto ai costi dei beni dipende dalla produttività. Se il sistema agricolo ottimizza la coltivazione dei prodotti alimentari mentre il sistema educativo migliora di poco l’insegnamento ai ragazzi, il costo dei prodotti alimentari tenderà a scendere rispetto al costo dell’educazione. Inoltre, la proporzione della popolazione che lavora nel campo dell’agricoltura tenderà a diminuire in quanto sarà necessario un numero inferiore di agricoltori per sfamare l’intero paese.                    
  Questo è il modello a lungo termine che abbiamo osservato finora: la quota di forza lavoro impiegata nella produzione dei beni è diminuita nel tempo, mentre il costo dei beni è sceso rispetto al costo dei servizi. Nel 1950 il 4% circa della popolazione degli Stati Uniti era impiegato nell’agricoltura, il 38% nell’industria (compresa l’industria mineraria, edile e manifatturiera) ed il 58% nei servizi. Nel 2010 le proporzioni sono risultate rispettivamente al 2%, al 17% e all’81% circa. Nel frattempo, i costi della sanità e dell’istruzione sono arrivati alle stelle, così come i costi di molti altri servizi.

Ma una rivoluzione della produttività nel settore dei servizi è ora possibile. Da professore lo vivo direttamente con le mie lezioni. Da quando ho iniziato a insegnare, 30 anni fa, è sempre sembrato che la tecnologia fosse più o meno stabile. Facevo la mia lezione della durata di un’ora di fronte alla mia classe. E’ vero che la lavagna classica ha ceduto il passo alla lavagna luminosa e poi a Power Point ma, a parte questo, il sistema di produzione delle classi sembrava essere cambiato poco.

Negli ultimi due anni è cambiato tutto, per il meglio. Il martedì mattina alle otto accendiamo un computer alla Columbia University ed entriamo in una classe globale con altri 20 campus di tutto il mondo. Un professore o un esperto di sviluppo fa una presentazione in un posto e centinaia di altri studenti vi possono partecipare tramite videoconferenza.

L’informatica sta rivoluzionando il modo di tenere le lezioni e riducendo i costi di produzione del materiale educativo di prima qualità. Molte università stanno mettendo le lezioni online in modo che chiunque possa apprendere la fisica, la matematica o l’economia dalle migliori facoltà. In autunno, due professori d’informatica della Stanford University hanno messo i loro corsi online per gli studenti di tutto il mondo ed hanno ora raggiunto 58.000 iscritti
Gli stessi progressi nel campo dell’educazione possono essere applicati anche alla sanità. Il sistema sanitario statunitense è notoriamente costoso in parte perché gran parte dei costi fondamentali vengono controllati dall’American Medical Association e dalle aziende di assicurazione sanitaria del settore privato che agiscono come monopolisti facendo aumentare i costi. Bisogna mettere fine a questo monopolio del sistema dei prezzi.

Ci sono tuttavia altre ragioni per i costi elevati della sanità. Molti soffrono di disturbi cronici come infarti, diabete, obesità, depressione ed altri problemi mentali. Le cure per queste malattie possono finire per essere costose se gestite e trattate male. Troppe persone finiscono al pronto soccorso o all’ospedale per la mancanza di un consulto o di un aiuto a mantenere le proprie condizioni salutari sotto controllo tramite l’assistenza istituzionale o persino a prevenire i disturbi.

Ora l’informatica è venuta in soccorso. Le aziende innovative, come la CareMore in California, stanno usando l’informatica per mantenere la clientela in salute e lontano dagli ospedali. Ad esempio, quando i pazienti della CareMore si pesano a casa tutti i giorni il peso viene automaticamente trasmesso all’unità sanitaria. Nel caso in cui ci sia una pericolosa oscillazione di peso, che potrebbe essere causata da insufficienza cardiaca congestizia, la clinica chiama il paziente per un rapido esame evitando in tal modo una potenziale crisi devastante.

Gli approcci di queste aziende innovative combinano tre idee. La prima è quella di utilizzare l’informatica per aiutare gli individui a monitorare le loro condizioni di salute e mettere a loro disposizione un consulto di esperti. La seconda è di fare in modo che gli outreach worker (a volte chiamati anche operatori sanitari di comunità) possano fornire assistenza a casa per prevenire malattie più gravi e ridurre i costi elevati dei medici e degli ospedali.

La terza idea è riconoscere che molte malattie emergono o peggiorano a causa delle circostanze sociali degli individui. Ad esempio il paziente può essere isolato, solo e depresso, disoccupato oppure trovarsi di fronte a tragedie personali o familiari. Se non si affrontano le condizioni sociali, si può infatti arrivare ad una condizione clinica costosa e persino mortale.

Una sanità intelligente è quindi anche olistica in quanto aiuta le persone non solo quando arrivano come pazienti al pronto soccorso, ma anche come individui e membri di una famiglia nelle proprie case e comunità. L’assistenza sanitaria olistica è più umana, efficace e sostenibile. La rivoluzione informatica fornisce i mezzi per ottenere un’assistenza sanitaria olistica in molti modi nuovi ed efficaci.

In termini economici le tecnologie informatiche sono dirompenti, il che significa che supereranno senza dubbio i modi attuali e più costosi di fare le cose. Non è mai facile utilizzare delle tecnologie dirompenti ed infatti gli attuali produttori a costi elevati, in particolar modo i monopolisti radicati, continuano a resistere, mentre i budget nazionali continuano a favorire le vecchie modalità.

Ciò nonostante, la promessa di un risparmio consistente nei costi e importanti progressi nel settore dei servizi è a portata di mano. Le economie mondiali, sia ricche che povere, hanno molto da guadagnare da un processo di innovazione accelerato nell’era dell’informatica.

Jeffrey D. Sachs è professore di economia, direttore dell’Earth Institute presso la Columbia University e Consulente Speciale del Segretario Generale ONU per gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.   (di Jeffrey D. Sachs da IlSole24Ore)

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