Dai poteri forti al potere assoluto. Dalle dichiarazioni di Monti profumo di tutela di interessi
Data: Domenica, 20 novembre 2011 ore 09:36:08 CET
Argomento: Rassegna stampa


Subito dopo il discorso di Monti, mi son dovuta chiedere cosa avessero da festeggiare coloro che sono scesi in piazza (invero mi ero da subito sentita estranea a ciò), ma ci siamo resi conto di cosa sia successo veramente??? Al netto delle resistenze che il cavalier banana e i suoi fidi commiss avevano a non lasciare i loro loschi affari di interessi privati e di case regalate, in comodato d'uso ecc., essi sono da oggi assurti a vera pratica politica. L'evaporato e variegato mondo di sinistra o presunta tale, fatta salva la voce di Luigi De Magistris, non osa respirare, mentre strumentalmente il solo Calderoli parla di macelleria sociale, di inasprimento delle tassazioni generali ed il cavalier banana tuona, facendo gli interessi della parte politica da lui rappresentata,"stacco la spina quando voglio se si osa pensare ad una patrimoniale" che Monti non neppure osato nominare.
(di Maria Antonia Stefanino  http://www.didaweb.net/fuoriregistro/leggi.php?a=15292)

Provo a fare sunto delle dichiarazioni di Monti e delle salvaguardie degli interessi che tutela.

1) Ulteriore aumento della mobilità e flessibilità lavorativa, fine del contratto nazionale, detassazione alle imprese e a loro buon cuore se con la contrattazione più localistica che si possa immaginare, della serie "io padrone, tu buono eccoti un euro di aumento", poichè saranno i migranti i primi a dover tacere del tutto essendo l'anello debolissimo della catena.

2) Piena attuazione della riforma Gelmini, quindi riduzioni del personale, blocco di qualsiasi carriera o stabilizzazione nella scuola, qualche spicciolo in più per il dividi et impera ad un presunto merito, cito le parole specifiche "impulso alla selezione con l'implementazione dei test invalsi", avendo egli in mente le università Bocconi ove si è laureata in economia con 110 e lode una delle escort del capo, o la LUISS, dove figli di conoscenti, tardi e medicocri studenti a giurisprudenza alla Federico II, passano di corsa a sfilza di 27/28 e qualche 30, c'entreranno qualcosa in tali repentini cambiamenti gli 11.000 euro di retta, pagati da papà, o alla Cattolica, dove appena ci si prende una triennale a 25 anni, se si è Barbara Berlusconi le si propone in seduta di laurea il dottorato di ricerca ed una cattedra pressochè immediata ,nonchè l' inevitabile e, temo, esponenziale aumento delle tasse universitarie.

3) Permettersi per strapotere mediatico di riconoscere che in Francia e Germania ci si pensiona prima che in Italia, ponendo fine alla farsa del "lo chiede l'Europa", per affermare subito dopo ma noi innalzeremo l'età pensionabile e ridurremo l'osceno importo medio delle pensione dei più, pari a circa 1400/1500 euro per chi è stato lavoratore dipendente con un periodo contributivo fra i 35/40 anni e fra i 500/800 euro per quelle sociali e periodo lavorativi più brevi anche perchè discontinui per mobilità,licenziamenti o altro.

4) Reintroduzione dell' ICI sotto forma di IMU, più tassazione insaprita a partire dalle seconde case,che colpirà dal monoproprietario ancora indebitato con mutui o peggio avendo comprato a seguito di dismissioni del patrimonio pubblico per intenderci, gli assegnatari che hanno comprato o stanno per comprare le case del comune, al ceto medio con casetta di vacanza, mentre è da notare che i grandi proprietari, dalla signora Lario (Societa immobiliare il golfo), costituiscono società, di cui questi beni sono beni strumentali, spesso con sede altrove, gettonato è il Lussemburgo, alla propietaria di un negozio alla riviera di Chiaia in fitto ad un mio amico, così che i soliti noti risparmieranno l'onta di dover contribuire a qualcosa. Mi ritorna in mente il ragioniere di "Napoli milionaria, che ricorda alla rapace borsa nerista, come per qualche chilo di fagioli e lo stretto necessario durante il periodo di guerra egli le abbia "ceduto" dal quartino ai Quartieri agli orecchini della moglie, eppure le regalerà la medicina necessaria alla bambina malata.

5) Continuerà l'ormai decennale guerra in Afghanistan, anzi ci precipiteremo a guerreggiare ovunque ci sarà richiesto, anzi, "un mio ministro e proprio là", costi quel che costi in termini di vite umane e di risorse .Eppure il più ottuso dei generali, conserva il sussulto di dignità non fosse che per la comunanza con i suoi uomini, di riconoscere quando una guerra è persa o inutile.

6) Sui costi della politica e i privilegi della casta un sussurato "Io ridurrò le spese del mio dicastero" , voi fatelo se volete ma di certo non lo vorrete, ed io nulla vi imporrò, tanto a pagare ci penseranno quelli di prima, sempre gli stessi.

Mi chiedo quindi se gli italiani siano scesi in piazza, per festeggiare il ritorno in grande spolvero della Democrazia Cristiana, per sottrarre il cavalier banana alle sue escort e consegnarlo a rappresentare la sua parte politica, per permettere alla Lega di rifarsi una verginità politica e riguadagnare le posizioni perdute, per bearsi della scomparsa di "qualcosa di sinistra in questo paese", per fascinazione del tamtam mediatico e di qualche telecamera. O per tutte queste cose messe insieme che storicamente sono chiamate restaurazioni, spesso anticamera di tempi più che bui, di tempi orridi.
 

Commento
di Giuseppe Aragno    - 19-11-2011
Pare che Monti abbia fatto il castigamatti con Microsoft. Pare anche, però, che il rettorato del neoministro Profumo sia stato caratterizzato, a Torino, dalla forte spinta alla collaborazione con diverse aziende internazionali, prima fra tutte Microsoft. A parole, l'opposizione guidata da Bersani ha sempre sostenuto che la riforma Gelmini fosse un vero disastro. Nei fatti, oggi Bersani appoggia il governo guidato da Monti, che ha sempre sostenuto la Gelmini, e un ministro come Profumo che si trova a suo agio quando parla di Invalsi e sul tema spinoso del rapporto tra pubblico e privato, si limita a dichiarare "Io credo che la scuola sia la scuola". Una scoperta che vale l'uovo di Colombo, mentre si avvia ad attuare la riforma.

Il teatro comico ha mille volti e si può esser d'accordo: ci sono buffoni seri e tragiche buffonate. Così, se il Parlamento di Pontida è una "comparsata" per comici scalcagnati e le barzellette di Berlusconi danno la misura della miseria morale del Paese che l'ha votato, la commedia a Palazzo Madama ha avuto ieri i toni dell'avanspettacolo. Monti fa offesa alla sua intelligenza, quando ci rassicura sul "complotto" dei poteri forti. Ma chi parla di complotto? Per carità, qui tutto accade alla luce del sole e sono fatti chiari: un Parlamento di nominati vota la fiducia a un governo che nessuno ha votato. Questo è un fatto grave e Monti lascia il tempo che trova con le sue smentite. Se il fatto, poi, sia di per sé complotto, il problema è di Monti e, con tutto il doveroso rispetto, di Napolitano che l'ha incaricato.

E' un reale: per il ruolo che ha svolto, Monti è tra i responsabili della crescita malata di un organismo politico pensato per i popoli e diventato nemico dei popoli. Che l'Unione Europea sia sull'orlo della catastrofe non è invenzione di fantasie morbose o di un risorto estremismo che se la prende senza ragion veduta con una rinnovata congiura demo-pluto-giudaico-massonica. Questi purtroppo sono fatti concreti, come i percorsi e le carriere di uomini che stanno decidendo del futuro dell'Italia e della Grecia, per limitarsi agli ultimi avvenimenti. Non è colpa dei cittadini e non è una congiura, è un dato di fatto: Mario Monti al governo qui da noi, Luca Papademos in Grecia e Mario Draghi alla Banca Centrale Europea a Buxelles sono giunti tutti, passando prima per la Goldman Sachs, la Commissione Trilaterale di Rochefeller e il Gruppo Bilderberg.

In questo contesto si pone la chiave di lettura di eventi che sarà la storia a ricostruire, ma è un fatto, non un complotto, che solo pochi giorni fa il Passera banchiere, oggi ministro, dichiarava a nome del gruppo Intesa: "Come banca [...] siamo [...] direttamente e indirettamente uno dei più grandi sottoscrittori di debito pubblico italiano". A noi oggi tocca credere per fede che il Passera ministro, fino e ieri leader di una delle maggiori banche italiane, si occuperà degli operai e non farà mai gli interessi del gruppo che ha guidato per dieci anni. Tocca credere, e la fede dovrà essere grande, che il banchiere Passera che si è occupato a lungo di trasporti, ha acquistato per la sua banca il 10 % della nuova Alitalia e c'entra molto coi treni privati di Montezemolo e Della Valle, da ministro delle attività produttive e delle infrastrutture, tutelerà dalla concorrenza le Ferrovie dello Stato sui binari dell'alta velocità.

In quanto all'istruzione, non è certo un complotto: Monti ha sostenuto la Gelmini e il neoministro Profumo è uomo molto vicino al cardinal Bagnasco. Tutto ci tranquillizza, tutto. In tempi di conflitto sociale, un prefetto al Ministero dell'interno era tra i nostri sogni e, mentre si decide chi paga la crisi, un ammiraglio alla Difesa ci rassicura. E s'è visto subito, d'altra parte: Monti parla dell'Ici sulla prima casa. Le spese militari non si toccano. Non fanno debito, no. Quelle sono risparmio.
 
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