Bambini on line a 7 anni. ''Esposti a sesso e bulli''
Data: Sabato, 19 novembre 2011 ore 14:50:08 CET
Argomento: Rassegna stampa


Bimbi già on line a 7 anni. Non ci sarebbe nulla di preoccupante se fosse solo per un'attività "protetta" di studio o svago. In realtà, però, aumentano per i "www-children" i rischi di restare vittima del bullismo o di molestie sessuali. In seconda - terza elementare, accanto a giochi, fumetti e libri, per i bambini già dai 7 anni c'è Internet, finestra sul mondo e anche sulle sue brutture come la pornografia, il cyber-bullismo e il nuovissimo fenomeno del 'sexting', lo scambio tra coetanei di immagini a sfondo sessuale. Nel 9% dei casi i giovanissimi trasferiscono anche nella realtà gli incontri fatti in rete, il tutto all'insaputa dei genitori che, in sette casi su 10, ignorano le loro abilità e le loro attività davanti allo schermo. È quanto emerge da una poderosa indagine in 25 Paesi europei, in cui sono stati intervistati oltre 25 mila ragazzi (e per ognuno di loro, uno dei genitori) tra i 9 e i 16 anni, condotta dalla rete EU Kids Online Network e presentata in occasione degli Stati Generali della Pediatria, promossi dalla Società Italiana di Pediatria, in tutte le regioni italiane.                             
Dallo studio emerge che l'uso di Internet è profondamente radicato nella vita dei giovani: il 93% naviga almeno una volta alla settimana e il 60% lo fa tutti i giorni o quasi. L'età media a cui si accede alla Rete è sempre più bassa, 7 anni in Danimarca e Svezia, 8 negli altri Paesi del Nord Europa e 10 in Grecia e Italia (dove il 60% dei ragazzi usa Internet quotidianamente). Il 59% ha un profilo sui social network, il 14% dichiara di aver visto su Internet immagini a sfondo sessuale. Il 6% ha ricevuto messaggi online di cyber-bullismo e il 3% li ha inviati ad altri. Dalle maglie della Rete emerge poi un fenomeno nuovo, il 'sexting', lo scambio di immagini sessuali che interessa il 15% dei giovani tra gli 11 e i 16 anni, anche se solo il 3% ammette di aver inviato immagini, oltre ad averle ricevute. I rischi di Internet, per un ragazzo su 10 (il 4% dei ragazzi italiani), travalicano i confini dello schermo, traducendosi in incontri reali e solo l'1% si dice infastidito dall'esito. Quello delineato è una realtà ignota per i genitori che nel 40% dei casi non sanno che i figli hanno visto immagini sessuali, il 56% ignora che hanno ricevuto messaggi offensivi e il 61% (in Italia la percentuale sale al 67%) esclude che i ragazzi abbiano poi incontrato persone conosciute online.

GENITORI ITALIANI I MENO CONSAPEVOLI I genitori italiani sono meno consapevoli, rispetto a quelli degli altri paesi europei, dei rischi che corrono i loro figli bambini e adolescenti navigando sul web. È quanto emerge da un'indagine realizzata nell'ambito del Safer Internet Programme della commissione Ue, i cui risultati sono stati presentati questa mattina nell'ambito degli Stati generali della Pediatria all'istituto degli Innocenti di Firenze. Secondo lo studio, l'81% dei genitori italiani i cui figli hanno ricevuto messaggi offensivi online non ne è a conoscenza, contro il 56% della media europea; similmente, il 67% delle famiglie italiane i cui bambini hanno incontrato, faccia a faccia, persone conosciute online, non è venuto a saperlo, contro una media europea del 61%. Situazione simile vale nel nostro paese non solo per i genitori, ma anche per gli insegnanti, che sono in Europa i meno coinvolti nelle attività web dei loro studenti (65% rispetto ad una media del 73%). «Per promuovere un utilizzo più sicuro del web da parte dei nostri figli occorre creare un'alleanza strategica tra le figure principali dei loro mondo: famiglie, insegnanti, pediatri - ha detto il presidente della Sip (Società italiana di Pediatria), Alberto Ugazio. Nel corso dei lavori sono state presentate anche le 'Nove regole per navigare in sicurezza su internet', stilate per bambini e adolescenti da Società italiana di pediatria, Polizia e Microsoft: tra le semplici indicazioni proposte, quella di tenere il pc protetto, custodire le informazioni personali, costruirsi password solide, non dare dati sensibili via e-mail, utilizzare prudenza sui social network.    (da Leggo.it)

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