Aspettiamo alla prova dei fatti il governo Monti. Intanto si è aperta una nuova prospettiva
Data: Sabato, 19 novembre 2011 ore 07:02:54 CET Argomento: Opinioni
Lettere in redazione
Ad eccezione di SEL e della Lega, i pareri sono stati di apprezzamento,
più o meno incondizionato, di pronunciamenti di “vigile” attesa, con
riserva di singole valutazioni, secondo le circostanze, sia da parte
dei partiti che delle forze sociali. Bisogna dare atto al senatore
Monti (ora presidente del Consiglio dei ministri) di almeno due cose.
Primo, che ha coinvolto nei colloqui la più vasta, mai vista,
rappresentanza popolare. Secondo, che, accettando l’incarico, ha
dimostrato coraggio da vendere: ha ereditato una situazione
economico-finanziaria che il definirla catastrofica è riduttivo. Io
addirittura lo definirei un temerario, poiché spetterà a lui e al suo
governo varare le necessarie leggi “sgradite” e “impopolari”, leggi che
chi lo ha preceduto non ha avuto la determinazione e la forza di
attuare: per la ridicola e menzognera espressione di “non voler mettere
le mani nelle tasche degli italiani”; d’altronde, non si era nemmeno
reso conto che eravamo sull’orlo del baratro, dove, infatti, stavamo
per precipitare. Mentre l’istruzione, la cultura e la ricerca
scientifica sono già precipitate a causa del ministro dei neutrini che
corrono dentro un tunnel di 730 chilometri da Ginevra al Gran Sasso.
Mi astengo dal criticare le tante, troppe, scontate battute rivolte a
Monti. Per esempio, sul numero sproporzionato dei gruppi parlamentari
convocati, uno degli sciocchi ha subito ironizzato con un’infelice
battuta: perché non convocava tutti gli italiani? Oppure, sul cognome
Profumo che diventa piccante se si abbina a Passera; sulla speranza che
Di Pietro, tra tanti professori, impari la lingua italiana; sul
risparmio, perché, grazie a Napolitano, da Tre-monti siamo calati a uno
solo; sulla speculazione, che se il governo fosse caduto per mano dei
militari, si sarebbe parlato di golpe, ma siccome è stata opera del
Capo dello Stato, si definisce governo tecnico. Insomma, tantissime
battute, alcune garbate, altre meno, certune addirittura sgangherate.
E’ da incorniciare l’espressione dell’ex premier, il cosiddetto B., il
quale, dissimulando stizza e irritazione, si è comportato da perfetto
anfitrione col suo successore, elargendo sorrisi, saluti e strette di
mano. Si è profuso in parole di apprezzamento, stima e disponibilità;
ma, per non sconfessarsi, si è prontamente smentito, dicendo che la
democrazia è sospesa, che la spina si può sempre staccare. Ancora una
volta, manifestando la sua indole padronale, ha avuto parole di elogio
per Napolitano, definendolo “la maestra che evidenzia in rosso gli
errori”: insomma, un estratto di garbo e rispetto. Ammettendo
implicitamente che Napolitano era “la maestra che evidenziava in rosso
gli errori”, e che lui, il B., era l’alunno che li commetteva.
Purtroppo a questa voce, scontata, se ne aggiungono altre. In parecchie
città si scende in piazza per manifestare contro il governo,
addirittura prima che Monti abbia illustrato il programma. Da encomiare
il comportamento maturo e responsabile dei manifestanti, i quali hanno
isolato i facinorosi che, indossando il casco integrale, nascondevano
la propria identità.
Anche in alcuni siti, giornali, Tv, ecc., si attacca il governo, si
sente gente che, persuasa di presumere le mosse politiche, addirittura
lo anticipa criticandolo. Insomma, in Italia siamo diventati tutti
veggenti e profeti. Ci si arroga il diritto di condannare chi non ha
ancora commesso un reato. Questa è la disfatta della democrazia, la sua
usurpazione, la sua tomba. E’ strano che le critiche provengano
maggiormente dalle due fazioni estreme e opposte della politica.
D’accordo che è il governo dei banchieri, della categoria accusata di
avere innescato il circolo vizioso. Tra le possibilità, credo che
quella dell’attuale governo sia la preferibile e meno pericolosa.
Andare alle elezioni poteva essere la soluzione più democratica e
appropriata, ma con i templi biblici necessari per la loro indizione…
altro che Grecia! Si può obiettare certamente che non è un governo di
giovani, l’età media è di 63 anni, il premier ne ha 68 e chi ha voluto
questo governo ne ha appena 86, ma considerata la situazione, occorreva
gente di sicura e provata esperienza. Contestino pure che le donne sono
solo tre, ma reggono dicasteri importanti. Capisco le critiche e
le disapprovazioni dei fautori dell’ex premier, ma l’atteggiamento
degli altri no, assolutamente.
Temo che, malauguratamente, non ci si renda conto che il loro
“dissennato” comportamento indebolisca pericolosamente l’affidabilità e
l’attendibilità del governo, con tutti i rischi che ciò comporta. Fanno
inavvertitamente il gioco del cavaliere, che sarà pronto a cavalcare i
segnali di malcontento e d’intolleranza, perché egli dice che ancora
non è finito il tempo del suo cavalcare, ed ha poca importanza se il
quadrupede sia un asino. Lui dice che ha i mezzi per risorgere ancora,
più forte. C’è il concreto rischio che la gente, indottrinata dai mass
media di sua proprietà, spudoratamente di parte, lo rimpianga. Già, è
riuscito a rimbecillire (eufemismo) tanti giovani, e non solo quelli,
tirati su, invece che con pane, burro e marmellata, a pane amici e
grande fratello, giovani che spasimano dinanzi la Tv, mentre i genitori
si angosciano per i dilemmi di uomini e donne. E’ un imbonitore nato,
un menzognero da zibaldone. Vedi il discorso fatto a Lampedusa, dove,
invece di programmare interventi e aiuti, si è prodotto nella vanteria
da miliardario d’avere acquistato una villa: ed ha ben poco importanza
se si sia trattato di una villa fantasma. Lo conosciamo bene, dice di
tutto, poi, ritrattando, dice l’esatto contrario.
Immaginatevi una nuova girandola di bunga bunga, le distruttive
“innovazioni” del sistema scolastico e i neutrini della Gelmini,
l’inconsapevole e distratto Scajola, la cordialità e la disponibilità
di Brunetta ad ascoltare le contestazioni dei precari, la seduzione e
il fascino che ispirano La Russa e Gasparri, la grazia e il garbo della
Mussolini e della Santanchè, la piacevole cortesia e la finezza di
Sgarbi in Tv!
Riflettiamoci bene, la situazione è seria e grave, quindi occorrono
prudenza e accortezza, sbagliare è facile, rimediare può essere
difficile. Mettiamo alla prova il governo del neo senatore a vita
Monti, aspettiamo le sue mosse, e se non soddisfatti, ci sarà il
costituzionale legittimo diritto di contestare, di manifestare e, se
sarà il caso, di mandarlo a casa; tanto i governi, come i pannolini dei
lattanti, dopo un po’ e al momento opportuno, vanno cambiati per
“l’identico motivo”.
Umberto Tazzer
umbertazzer@hotmail.it
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