Ecco come si batte la precarietà
Data: Venerdì, 18 novembre 2011 ore 22:00:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


Dopo la manifestazione dello scorso 9 aprile, tornano i giovani del comitato “Il nostro tempo è adesso | La vita non aspetta”. Due giorni di incontri e dibattiti all'Alpheus di Roma per presentare il decalogo anti-precarietà
Non un destino, né un dato immodificabile a causa di leggi oscure: il mercato del lavoro può  reggersi benissimo anche eliminando la precarietà. Ne sono convinti i giovani del comitato “Il nostro tempo è adesso | La vita non aspetta”. Il loro primo tempo si è concluso con le manifestazioni dello scorso 9 aprile, quando sono scese in piazza (a Roma e in tante città) associazioni, reti, coordinamenti di precari, stagisti, disoccupati, studentesse e studenti.
Adesso non è più tempo solo di denuncia. Per questo il network ha convocato l’assemblea nazionale di sabato 19 e domenica 20 novembre a Roma, “Liberiamoci della precarietà”. Appuntamento all'Alpheus di via del Commercio, locale storico e da sempre molto frequentato dai giovani della capitale (qui l'evento su facebook).                      
L'incontro era in calendario già prima della caduta di Berlusconi, ora diventa la base per rivolgersi al nuovo premier Mario Monti, che in più occasioni ha detto di voler puntare proprio all'equità per i giovani e le donne.

Il confronto partirà sulla base del decalogo già elaborato dal comitato. Eccolo in sintesi: contratto stabile per lavoro stabile; il lavoro deve essere pagato bene; continuità di reddito reddito minimo d'inserimento; previdenza: non è una vecchiaia per giovani; diritto di voto, di assemblea, di sciopero maternità e paternità; diritti universali; diritto ad ammalarsi; formazione continua e garantita, casa.

Si parlerà, ovviamente, anche della questione generazionale. “L’acuirsi della crisi e l’incapacità politica di contrastarne gli effetti – scrivono – stanno estendendo a tutti un modello che fino a oggi ha gravato soprattutto sulle nuove generazioni. Non cadiamo nella trappola di chi vorrebbe vederci in lotta con i nostri genitori in una contrapposizione tra garantiti e non garantiti che non ha, oggi più che mai, ragione di essere. In Italia, come in Europa”. (m.m.)        (da http://www.rassegna.it/)

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